Esport: il pro Tassal ‘Tass’ Rushan bannato per insulti omofobi

Il pro di eSports Tassal ‘Tass’ Rushan bannato per insulti omofobi: ma è solo l’ultimo caso tra insulti, condotte irregolari e cheating.

Il campione europeo di Fifa 19 Tassal ‘Tass’ Rushan è stato bannato dal gioco per un insulto omofobo. Il giovane, che gioca per l’organizzazione di eSports Faze Clan, ha utilizzato la parola inglese “fag”, riferendosi alla carta virtuale di Matías Vecino in Fifa Ultimate Team in un video caricato sul suo canale YouTube.

 

LA GIUSTIFICAZIONE DI ‘TASS’ – Il tutto sebbene il codice di condotta di Ea Sports per le global series di Fifa 19 proibisca di “molestare, minacciare, intimidire, ingaggiare discorsi di incitamento all’odio, inviare ripetutamente messaggi indesiderati o fare attacchi personali su razza, sesso, orientamento sessuale, religione, ecc.”. Il giocatore si è giustificato spiegando che a Londra il termine non ha alcuna accezione omofoba, in quanto significherebbe semplicemente “idiota” o “stupido”.

KURT 0411 – Questa non è la prima volta che Ea bandisce un professionista di Fifa da quando è uscito Fifa 19. Anche Kurt Fenech, alias Kurt 0411, è stato bannato a ottobre da Ea Sports per aver violato le regole di condotta imposte dall’azienda. Il player professionista, originario di Malta, dopo due mesi di stop dal gioco, ha deciso di lasciare il mondo Fifa spontaneamente. In un video su YouTube il giovane ha spiegato di non credere alle motivazioni ufficiali di Ea, sostenendo di essere stato bannato a causa delle sue feroci critiche nei confronti del gioco e della casa produttrice. Kurt 0411 ha spiegato che i suoi non erano attacchi, ma consigli per aiutare Ea Sports a migliorare il titolo.
FELIX XQC LENGYEL – Non dissimile è stato il destino del player Félix ‘xQc’ Lengyel. Il biondo canadese in questo 2018 non ha fatto altro che ricevere punizioni. È stato prima sospeso dalla Overwatch League per quattro giorni, ricevendo una multa di 2mila dollari, per aver pronunciato commenti omofobi su un altro giocatore della lega targata Blizzard durante il suo streaming su Twitch. In seguito, il 9 marzo, è stato sospeso per quattro partite e multato per 4mila dollari per aver usato un emote “in modo denigratorio e razzista” nella chat della Overwatch League. Infine, è stato buttato fuori dai Dallas Fuel l’11 marzo.
FORSAKEN – Ma non sempre si viene squalificati per gli insulti. Come per il doping nel ciclismo, anche gli eSport sono pieni di “cheaters”. Solo per fare qualche esempio, a ottobre Nikhil ‘Forsaken’ Kumawat, un professionista di Counter-Strike appartenente al team OpTic India, è stato squalificato per aver barato durante una partita contro il team vietnamita Revolution al torneo Extremeland Zowie Asia di Shangai. Forsaken è stato colto sul fatto mentre cercava di cancellare l’hack nascosto tra i file del suo computer. Il giocatore avrebbe usato un programma aimbot per bloccare i nemici.
 
UN MONDO DI CHEATERS – L’ormai ex membro degli Optic India non era nuovo a tali azioni, né il solo a compierle. Una lunga indagine ha infatti condotto Esl India a individuare un gruppo di 20 giocatori che avevano utilizzato cheat durante le Esl India Premiership. In seguito a ulteriori accertamenti, gli organizzatori hanno confermato l’uso di cheat da parte di Forsaken anche durante quella competizione. Nato nelle leghe inferiori, il cheating sta lentamente prendendo piede anche tra i giocatori professionisti, alterando inevitabilmente gli incontri online. In Corea il fenomeno è così diffuso che si è tentato di combatterlo sviluppando una serie di strategie, come quella di far disputare tutti gli eventi di un certo livello totalmente offline.
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