Il 2022 è stato un anno davvero tosto per gli esports a livello globale. Dopo un inizio col botto, molte compagnie quotate in borsa hanno perso grosse percentuali del loro valore.
Il 2022 è iniziato molto bene per l’industria del gaming e, a ruota, per quella degli esports. Prima la fusione di ESL E Faceit (nel contesto di un’acquisizione da parte di un fondo di investimento saudita) poi Microsoft ha messo in cantiere l’acquisizione più costosa nella storia dei videogiochi, quella di Activision | Blizzard.
Un mix letale tra la guerra in Ucraina, un settore tecnologico che ha smesso di crescere a doppia cifra e il crollo del mercato delle criptovalute e degli NFT dopo la bolla iniziale, però, hanno distrutto tutti i guadagni fatti nel primo mese e mezzo del 2022. Tutto questo ha portato a un generale clima di sfiducia degli investitori verso tutto quello che ha a che fare con la tecnologia, tra cui gli esports.
Questo clima di incertezza ha colpito duramente molte società della galassia dei videogiochi competitivi che hanno visto perdite del loro valore azionario superiori al 50%. Spiccano i nomi di Enthusiast Gaming (-82%), OverActive Media (-82%), Guild Esports (-62%), GameSquare Esports (-54,1%) e Astralis (-44,2%). A lasciare il segno, però, sono stati il disastroso approdo in borsa dei FaZe Clan (che si sono dovuti accontentare di una valutazione di 750 milioni di dollari puntando a più di un miliardo) e la situazione del mercato delle criptovalute.
Volente o nolente, tra iniziative promozionali e grossissime sponsorship, il mondo degli esport è ora associato a quello delle criptovalute, della blockchain e degli NFT: 2 di questi 3 mondi hanno avuto un tracollo nel 2022 incarnato dal collasso di FTX. La piattaforma di scambio di criptovalute fondata da Sam Bankman-Fried aveva firmato un’accordo di sponsorizzazione con i TSM decennale che prevedeva un investimento complessivo di 210 milioni di dollari, 21 l’anno. Con il collasso della società (dovuto a una grossolana serie di investimenti rischiosi usando anche i fondi dei clienti) è defunto anche l’accordo che si è aggiunto alla lunga lista di iniziative, sponsorizzazioni e collaborazioni che hanno intrecciato il mondo degli esports e quello delle criptovalute.
Il risultato di questa serie di congiunture negative è che gli esports non sono visti come un investimento sicuro in cui scommettere decine di milioni di dollari. Questa situazione, però, costringerà l’industria a maturare e a fare ancora più passi per allontanarsi dal modello startup (con grossi investimenti e grosse perdite) per avvicinarsi a modelli più consolidati di business che garantiscano delle fondamenta solide.
Così possiamo inquadrare al meglio le parole di Nicolas Maurer Ceo del Team Vitality che ha detto a Esports Insider cosa ne pensa dell’anno passato e quali sono le sue aspettative per il prossimo: “In questa economia difficile, è diventato molto complicato accedere a nuovi capitali sul mercato. E visto che i team di esports non hanno ancora trovato la strada giusta per la essere redditizi, dobbiamo imparare collettivamente a risolvere l’equazione e a fare meglio con meno risorse. Per questo motivo il 2023 potrebbe essere il vero anno della maturità per le organizzazioni di eSport”.