Il governo francese inizia a concretizzare quanto promesso in campagna elettorale presentando una strategia a supporto dell’esports.

Durante la campagna elettorale che a fine primavera aveva consegnato al presidente in carica Emmanuel Macron la rielezione all’Eliseo, uno dei punti toccati era stato l’importanza che il governo ha dato, e soprattutto avrebbe continuato a dare, al gaming e all’esports. In un’intervista a un quotidiano online francese Macron aveva affermato quanto fossero importanti le numerose realtà che operano sul territorio nazionale, come Vitality e Karmine Corp, puntando ai Giochi Olimpici.

Esports e sport

Secondo il presidente francese le Olimpiadi che Parigi ospiterà nel 2024 rappresenteranno un’opportunità storica per unire i due mondi e collegarli davanti a un pubblico più ampio: ha inoltre paventato la possibilità di realizzare degli eventi competitivi internazionali proprio in un periodo vicino ai Giochi. Che sia un Major di Counter-Strike, il The International di Dota 2 o un evento globale legato a League of Legends

Macron ha espressamente dichiarato di voler contribuire attivamente a rendere la Francia il paese dei videogiochi, esports inclusi. Il governo già nel 2016 aveva varato un pacchetto di iniziative dedicate al mondo digitale e al suo sviluppo, esports e gaming incluse. Dal 2023 tale pacchetto riceverà un vero e proprio seguito con una nuova strategia che mira ancora più nel lungo periodo, come annunciato dalle stesse istituzioni ministeriali.

Un visto dedicato

A presentare la direzione che la Francia intraprenderà nei prossimi anni e quali strumenti e obiettivi si vuole raggiungere sono stati Amelie Oudea-Castera, Ministro dello Sport con delega ai Giochi Olimpici e Paralimpici, e Jean-Noel Barrot, vice-Ministro per la Transizione Digitale e le Telecomunicazioni. Entrambi hanno presenziato all’ombra della Tour Eiffel alla conferenza stampa di presentazione del Major di Parigi che a maggio sarà ospitato dalla capitale francese e organizzato dal tournament organizer Blast.

Le due autorità ministeriali hanno in particolare fissato gli obiettivi nel breve e nel lungo periodo che il governo vorrebbe perseguire. Quello generico consiste nel voler rendere la Francia un paese appetibile sia per i giocatori competitive che per le aziende e i brand, mettendo sul piatto ad esempio un permesso di ingresso, un visto, per i proplayer e tutti coloro che lavorano agli eventi esports in modo che abbiano un processo burocratico più semplice e immediato rispetto a quello canonico.

Investimenti e non solo

L’idea più a lungo termine è di costruire un vero e proprio “ecosistema nazionale che consenta alle realtà locali di operare nel miglior modo possibile in Francia, accedendo a sgravi fiscali, incentivi, investimenti e fondi nazionali”. I due ministri hanno anche posto l’accento sulla volontà di sostenere la scena competitiva amatoriale, quella denominata “grassroots”, dove i giocatori iniziano a muovere i primi passi: “L’obiettivo è permettere ai talenti locali di crescere in un ambiente sano e inclusivo tramite un percorso ben definito, come già succede negli sport tradizionali”.

Infine, ma non meno importante, la conferma che la Francia si presenterà per ospitare più eventi esports possibili, sia di livello globale che continentale. Sia legati all’esports come competizione, con ad esempio le finali dell’Lec che nel 2023 si disputeranno a Montpellier, sia legati al mondo dello sport: Parigi infatti a fine 2024, dopo le Olimpiadi, ospiterà l’Olympic Esports Week, una manifestazione che vedrà la luce con la sua prima edizione già quest’anno a Singapore, organizzata in collaborazione con il Cio, che mira a mettere in contatto il pubblico degli sport tradizionali con quello degli esports.