Gli sport elettronici erano stati ammessi come disciplina dimostrativa a Jakarta nel 2018. A Hangzhou, invece, l’esordio ufficiale.
Dopo aver faticato anni e anni per imporsi, il fenomeno esports è scoppiato definitivamente. Un settore notevolmente in crescita, soprattutto nell’ultimo periodo, capace di incrementare i propri introiti e alimentare l’interesse in termini di pubblico. Complice un’esposizione mediatica non indifferente, da qualche anno si dibatte sulla possibilità di vedere gli sport elettronici fare un ulteriore step verso il riconoscimento di disciplina olimpica.
La strada resta comunque in salita. Da una parte c’è un fronte più progressista, che vede gli esports capaci di portare benefici economici e non solo per le Olimpiadi. Dall’altra parte della barricata, invece, ce n’è uno che proprio non ne vuole sapere di aprire le porte all’evoluzione.
Anche se qualcosa da questo punto di vista sembra si stia già muovendo. Sono già 27, infatti, i Comitati olimpici nazionali che hanno iscritto degli atleti nelle discipline degli sport elettronici per gli Asian Games. Manifestazione in programma nel 2022 a Hangzhou in Cina. Dopo aver fatto la loro comparsa come disciplina dimostrativa nell’edizione del 2018 a Jakarta, l’Assemblea generale del Consiglio olimpico dell’Asia ha provveduto ad inserirli nel programma ufficiale. Una notizia positiva, dunque, che potrebbe essere d’aiuto verso l’ammissione degli esports alle Olimpiadi.
Il Cio, intanto, proprio in questi giorni ha votato all’unanimità l’Agenda olimpica 2020 + 5. La nuova roadmap, che si delinea sull’agenda olimpica 2020, guiderà il lavoro del Comitato olimpico internazionale e del movimento olimpico per i prossimi cinque anni. Un documento programmatico nel quale troviamo 15 raccomandazioni, con alcuni riferimenti anche al digitale, ai videogame e agli sport virtuali.
L’obiettivo del Comitato è quello di sfruttare la controparte reale dei videogiochi con l’obiettivo di attirare i più giovani. Sarà difficile vedere titoli come Cs:Go o League of Legends alle Olimpiadi. Secondo il Cio sarebbero inadatti a trascinare il pubblico di massa a causa dei troppi tecnicismi. E non solo, visto che verrebbe meno lo spirito olimpico legato alle squadre nazionali.