Secondo appuntamento con Fabio Ferrotti che continua a spiegarci cosa significa essere un pro player (e come diventarlo), spiegandoci che la capacità di giocare non è tutto, anzi! Dopo aver visto l’importanza dell’immagine reale, vediamo quanto è importante, e perché, anche l’immagine che presentiamo virtualmente, sui social.

Pro Player – L’importanza della cura dei social

Ci possono essere, attualmente in Italia, due tipi di giocatore professionista nel mondo eSportivo:

C’è il giocatore che vince tutto, perché è amaro da dire, ma i secondi non se li ricorda nessuno…

E c’è il giocatore che non vince spesso ma che, mediaticamente, è una forza della natura.

La presenza su Twitch, un buon profilo Instagrami followers. Non sono solo “numeri” o “merce di scambio”, se cosi la vogliamo meramente definire, ma sono un modo per capire concretamente chi rappresenterà una determinata organizzazione o team, ma
soprattutto il come.

Prendere un giocatore nella media e trasformarlo in un Pro Player, per un organizzazione, è un lavoro non indifferente in senso di risorse economiche e di tempo ma soprattutto di immagine.

Molto spesso, quasi sempre, si lavora con ragazzi di età tra i 16 ed i 25 anni, tendenzialmente timidi o poco propensi a presentarsi e comunicare efficacemente, mentre il ruolo di un giocatore professionista, come abbiamo già visto, è proprio quello di rappresentare in modo adeguato e di qualità, in poche parole è la  “faccia” del team.

D’altro canto, un giocatore troppo arrogante e “convinto” di se potrebbe in ogni caso essere eccessivo. Essere dei bravi giocatori oggi non basta. C’è una competitività pazzesca nel mondo del gaming e di giocatori forti se ne trovano senza problemi, il problema invece è trovare il giusto equilibrio tra giocatore competente e competitivo e buon rappresentante, sia con l’immagine che con la comunicazione.

Avere profili social media curati è importante per un giocatore, non solo per la “rappresentanza” del proprio team attuale, ma anche per l’appetibilità che può avere per altri team o sponsor, anche per il costruirsi un audience propria ed aver maggior forza
contrattuale.

 

Esperto in comunicazione d’immagine e marketing da oltre 15 anni, ha lavorato in aziende come Apple, L’Oreal, Gucci, Qlash, GameForge…
Da Manager eSport nell’anno 2018 ha vinto due Europei (VPL e EPL) ed ottenuto una seconda posizione alle VPL World Invitational di Los Angeles. Host, formatore ed informatore nel ramo sport ed esport. 
Ex Game Manager di Qlash ha gestito giochi come Fortnite, Vainglory e NBA2k.