Marco “Marvash” Marchetti, esports manager degli Exeed ci ha raccontato le sfide e i traguardi raggiunti dall’organizzazione italiane in Rocket League.
Rocket League è un esports dall’enorme potenziale, mescola automobilismo e calcio, è free to play ed è intrinsecamente divertente da guardare e facile da approcciare per gli spettatori. Questo, però, non significa che essere presenti all’interno della sua scena competitiva non comporti dei rischi. All’alba di una nuova stagione competitiva ci siamo seduti a un tavolo con Marco “Marvash” Marchetti, esports manager degli Exeed per approfondire il coinvolgimento dell’organizzazione italiana in Rocket League, i risultati raggiunti e gli obiettivi per il futuro. Di particolare importanza secondo noi è stata la scelta di investire anche sulla scena internazionale da parte di Exeed, una mossa di cui Marvash ci ha spiegato le origini e i traguardi importanti raggiunti in poco tempo.
Che benefici trae un’organizzazione dell’investire in Rocket League?
“Rocket League è un esports che mette insieme il mondo dei motori e quello del calcio. É un gioco emozionante a livello visivo e secondo il mio punto di vista ha tantissimo potenziale. Fa presa su tutte le età dai giovanissimi ai più anziani e a livello di benefici è un gioco che ha un circuito competitivo sempre aperto con dei campionati italiani, l’Italian Rocket Championship, ben gestiti da PG. In più il gioco dà accesso al circuito internazionale a cui si può accedere sempre e comunque tramite qualifica. É difficilissimo perché la competizione dall’America è fortissima e gareggiare a quei livelli ha bisogno di budget ma il bello di Rocket è che, partendo da un team di ragazzi giovani è possibile farli crescere e arrivare in alto, persino al mondiale”.
Puoi raccontarci il coinvolgimento di Exeed con Rocket League?
“Noi abbiamo approcciato Rocket come Exeed creando una collaborazione con il Cagliari. Con loro abbiamo creato un team per competere a livello nazionale. Da lì abbiamo deciso negli anni successivi di sbarcare sulla scena come Exeed puri e nel tempo, la società ha deciso anche di spostarsi sul panorama internazionale. Abbiamo fatto delle valutazioni e scelto il Brasile; abbiamo contattato il team che rappresentiamo tutt’ora e messo in piedi un progetto per coprire tutto il competitivo di Rocket nel 2022 e 23. Il nostro più grande successo è stato arrivare in top 3 a livello Sud America nell’ultimo split. Nel corso di due mesi abbiamo battuto i Kru, il Team Secret e i Ninjas in Pyjamas, dei nomi conosciutissimi.
Come avete scoperto un team così lontano dall’Italia?
“É tutta opera mia! Ho fatto un’analisi del mercato tramite i risultati e Liquipedia e da lì ho iniziato a contattare persone per capire le progettualità e gli obiettivi che si ponevano. Così abbiamo scelto i giocatori e abbiamo fatto anche un cambio di player rispetto alla formazione originale e da una top 16 siamo arrivati in top 3. Abbiamo creduto in qualcosa che nel tempo potesse crescere migliorando e raggiungendo gli obiettivi”.
Che obiettivi vi siete posti per il vostro investimento in Sud America?
“Innanzitutto puntiamo al Major, non l’abbiamo raggiunto nel winter split per un ciuffo di capelli e all’ultima partita contro i Kru ci siamo giocati il biglietto per l’America. L’obiettivo per lo spring split che partirà questo weekend è arrivare nella top 2 sudamericana per poter accedere al Major che è come se fosse un campionato mondiale. Ci sono varie tappe in questa competizione: quella autunnale, quella invernale e quella primaverile, tutte in vista del mondiale. É facile comprarsi un super team come hanno fatto i Ninjas in Pyjamas però non c’è valore aggiunto rispetto al creare una progettualità che fa crescere chi partecipa nel tempo per arrivare a degli obiettivi”.
Menzionavi delle squadre di calcio, che benefici riescono ad ottenere i club investendo in Rocket League?
“Va detto che le squadre di calcio in primis puntano su Fifa, logicamente, Rocket però, rispetto a Fortnite e LoL è un mischione di macchine e calcio; è facile da capire e i partner hanno sposato l’idea di cercare di unire nel panorama nazionale più squadre di calcio e magari, in futuro, fare qualcosa alla eSerie A”.
Possiamo considerare Rocket League un esports accessibile?
“Innanzitutto, Rocket è Free to Play ed è sempre la cosa migliore per chi vuole entrare. Il vero problema di Rocket è che per arrivare in alto devi spenderci veramente tante tante ore perché è un gioco fatto di meccaniche da apprendere giorno dopo giorno. Il giocatore in sé per sé deve allenarsi davvero tanto, questa è la barriera che spinge tanti ad abbandonare perché è una strada lunga e non molti ci riescono”.
Come sta il panorama esportivo italiano di Rocket League?
“In Italia siamo ancora un po’ indietro, come esport non è seguitissimo, ha la sua community di nicchia ma sono più o meno sempre le stesse persone. C’è da dire che, come in altri titoli, il fatto che in Italia si possa giocare con squadre composte per due terzi da giocatori stranieri non aiuta la crescita del panorama italiano. Noi organizzazioni vogliamo fare le LAN, alla Gmes Week, al Comicon, dove vi pare! Noi spingiamo sulle LAN perché per un’organizzazione porsi l’evento dal vivo come obiettivo ha molto senso. Su Twitch non è un esports seguitissimo ma possiamo andare dal vivo e farci vedere. Questa è la cosa che PG sta cercando di fare”.
Quindi gli eventi dal vivo sono fondamentali per il futuro del circuito competitivo di Rocket League?
“Secondo me si. Servono sia Twitch sia le LAN ma queste sono una cosa in più che aiuta molto una società a vedere un senso nel suo investimento. Sa nel campionato hai di media 150-200 spettatori e vai a tirare le somme non resta molto. Quasi tutte le org italiane, fai l’80%, creano un team solo per quella competizione che, una volta finita, si sfalda. Non c’è progettualità nel far crescere qualcosa, prendono giocatori diversi ogni volta per arrivare a un determinato obiettivo ma è tutto fine a sé stesso. Noi come Exeed abbiamo vinto un campionato di PG nel giugno dell’anno scorso e come traguardi ora stiamo puntando davvero in alto, soprattutto con il team in brasile. Il Cagliari, poi, a novembre 2022 si è qualificato in top 4 alla Games Week finendo in top 3, il che è un ottimo risultato ma la cosa più bella per noi è senza dubbio la top 3 in RLCS in Sudamerica”.