Fortnite non è un esports: i Sentinels dicono addio

Il ceo dell’organizzazione Rob Moore ha annunciato l’addio alla scena competitiva di Fortnite, lasciando a casa l’ex-campione del mondo.

I Sentinels, organizzazione nordamericana nata nel 2019, hanno annunciato tramite un tweet del loro Ceo Rob Moore l’addio alla scena competitiva di Fortnite. La prima immediata conseguenza è che non saranno rinnovati per il 2023 i contratti dei giocatori professionisti, tra cui spicca senza dubbio il campione del mondo in modalità singola Kyle “Bugha” Giersdorf, vincitore del titolo nella finale del 2019 all’Arthur Ashe Stadium di New York e vincitore del premio di Best Esports Player agli Esports Awards dello stesso anno. Insieme a lui si ritroveranno senza team, almeno momentaneamente, Nick “Aspect” McGuire e Brian “Zyfa” Wielgolaski.

Dal trionfo all’incertezza

Nel 2019 Bugha vinse il premio di 3 milioni di dollari alla World Cup, competizione che chiuse una stagione da record: 30 milioni di dollari messi in palio per la fase finale tra le varie modalità con un montepremi totale per la stagione 2018-2019 da 100 milioni di dollari. Un investimento consistente operato da Epic Games con lo slogan “chiunque può fare esports”: intendendo con questa frase che chiunque, dalla propria camera, avrebbe potuto diventare un giocatore professionista di Fortnite guadagnando denaro dai premi dei vari eventi.

Negli anni successivi però, complice il Covid19, Epic Games ha ridimensionato l’investimento in termini di montepremi, restringendo il numero di vincitori a premio nei tornei settimanali e mensili e rendendo più difficile qualificarsi agli eventi più importanti. Ad oggi la World Cup 2019 rimane l’unico vero evento esports di Fortnite, lontano anni luce dall’Invitational proposto nel 2022 che ha deluso molti. Dello stesso parere anche Federico “Zifo” Bernoldi, head of Fortnite per gli Exeed: “Purtroppo l’Invitational ha confermato quanto questo gioco non avrà un vero futuro a meno di un cambio di rotta”.

I perché dell’addio

Il Ceo dei Sentinels Moore ha spiegato che la decisione è stata presa al fine di investire le proprie risorse verso altri titoli videoludici che permettono di avere opportunità concrete di coinvolgere gli sponsor e offrire contenuti in-game brandizzati. Opportunità che in questo momento Fortnite non ha: per fare un esempio banale, non avere numerosi eventi lan in cui mostrare la maglia è un punto a sfavore.

In questo momento i Sentinels rimangono su Halo, Apex Legends e Valorant: tutti titoli che hanno tornei esports ufficiali e in partnership con i rispettivi publisher. Halo e Apex Legends in più provvedono a inserire contenuti in-game dedicati alle organizzazioni esports più blasonate che partecipano ai vari eventi. Un modo che consente alle organizzazioni esports varie forme di monetizzazione dei propri contenuti, permettendo loro di creare un ecosistema stabile e sostenibile.

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