Fragpunk è uno sparatutto tattico non convenzionale: lo abbiamo provato per capire se il suo sistema di modifiche funziona e diverte.
A un primo sguardo, Fragpunk sembra uno sparatutto tattico che di tattico ha abbastanza poco: il suo ritmo frenetico, le sue molte variabili e il suo sistema di shooting non proprio millimetrico fanno si che il gioco sia più simile a Spectre Divide piuttosto che a Counter Strike 2. Queste nuove leve del genere, infatti, dal nonno di tutti i tac shooter prendono la struttura a round, la bomba da piazzare, i limiti alla scelta delle armi e la divisione in attaccanti e difensori, tutto il resto è nuovo.
Fragpunk ha una struttura da hero shooter, come Valorant, con personaggi dotati di abilità uniche e ruoli diversi sul campo di battaglia. A tutto questo si aggiunge il sistema delle carte: potenziamenti che influenzano un intero round e modificano, a volte in modo sostanziale, il campo di battaglia. Ce n’è uno che rende le teste avversarie più grandi, uno che, dopo il plant, attiva una visione attraverso i muri, un’altro schiera con chi lo attiva un bot aggiuntivo e un altro ancora mette una tartaruga sulla schiena della squadra per bloccare i proiettili che arrivano da dietro.
Da giocare, Fragpunk, non sembra per niente uno sparatutto tattico all’inizio: ha un bottone per la corsa, l’economia non esiste (le armi hanno un numero limitato di utilizzi per partita), i giocatori saltano e fanno rumore, le abilità vengono lanciate a raffica (anche in Valorant è così ogni tanto) e i round sono rapidi e frenetici. Quello che questo gioco prova a fare è prendere la velocità a cui procede uno scontro serrato di Apex Legends e metterla nell’impianto di uno sparatutto tattico.
Nell’area di inizio del round c’è persino una slot machine per tentare la fortuna e beccare un’arma buona. Il primo impatto è decisamente caotico ma le mappe risultano ben fatte, (Unrel Engine 5 mostra i muscoli) nonostante un design non proprio originalissimo. La stessa cosa, poi, si può dire dei personaggi (chiamati Lancers) che, in un modo o nell’altro, sono archetipi già visti o in Valorant o in altri hero shooter. Ciascuno di loro ha 3 abilità, non ci sono ultimate e si possono scambiare tra un round e l’altro, proprio come in Overwatch.
Il risultato finale è uno sparatutto tattico rumoroso ed esagerato, ma con spazio per la strategia sia in attacco sia in difesa. Più volte siamo riusciti a resistere un rush a un site e non sempre la difesa aggressiva è servita per fermare un push. Lo stesso in attacco: abbiamo avuto successo correndo e lanciando tutto nei primi 15 secondi o andando piano lavorando sui punti stretti e le strettoie. Il bello di questo gioco è che ha una velocità estremamente variabile: passa dal caos al pixel pick con il fucile da cecchino in men che non si dica, dal macello creato dalle abilità di 10 giocatori alla trappola posizionata ad hoc per coprire due uscite.
Allo stato attuale, come molti suoi colleghi, l’unica cosa di cui soffre veramente è un gunplay gommoso, in cui sembra, a chi gioca, che i proiettili non vadano dove si sta puntando il fucile, anche sparando da fermi. É un problema che ha colpito tutti gli sparatutto tattici nei loro primi test quindi non ce ne preoccupiamo, ma Netease ha del lavoro da fare se vuole sperare di ritagliarsi una fetta di mercato sufficiente a far sopravvivere il suo titolo.
Con una colonna sonora che spinge, un gameplay ad alto numero di ottani, eroi non proprio originali ma divertenti e una curva di apprendimento relativamente gentile, Fragpunk va tenuto d’occhio perché potrebbe offrire un discreto grado di spettacolarità tanto a chi lo gioca, quanto a chi lo guarda. Non è difficile immaginare che un circuito competitivo sia già in lavorazione e siamo davvero curiosi di capire come il grande pubblico reagirà alla ricetta decisamente singolare di questo nuovo sparatutto tattico.