Gotham Knights la recensione: amore e odio

Gotham Knights è stato uno dei videogiochi più attesi di questo autunno, ora che lo abbiamo provato siamo pronti a raccontarvi chi sarà contento di giocarlo e chi resterà deluso.

Le premesse per una bella storia ci sono: nell’universo videoludico di Gotham Knights Batman è morto e tocca ai suoi pupilli – Batgirl, Nightwind, Redhood (ci rifiutiamo di chiamarlo Cappuccio Rosso) e Robin – diventare i nuovi protettori della città. Se sceglierete di giocarlo vivrete una storia di formazione avvincente ma con dei personaggi, purtroppo, destinati a restare dei comprimari nel grande universo videoludico DC.

Partiamo dalle buone notizie: Gotham in versione next gen (il gioco è disponibile solo per PS5, Xbox SeriesX e PC) è uno spettacolo per gli occhi. I suoi panorami notturni fatti di edifici un tempo lussuosi e ora decadenti conquistano anche il più scettico dei fan. Dal punto di vista dell’ambientazione, e della sua facilità di navigazione, gli sviluppatori di Worner Bros Games Montreal hanno fatto un gran lavoro, peccato per i non rari cali di framerate che mettono in difficoltà i già precari 30 fps. Niente che la giusta patch non possa risolvere.

Gotham Knights la recensione: amore e odio

La formula open world del gioco è delle più classiche, non aspettatevi rivoluzione in merito. Per esplorare Gotham c’è un rampino, la bat-motocicletta (richiamabile in qualunque momento), una planata diversa per ciascun personaggio e persino dei punti di viaggio rapido disponibili hackerando dei droni.

L’altra grande conquista di Gotham Knights è la sua modalità cooperativa, perfettamente integrata e godibilissima nella sua assenza di limitazioni. Non solo la difficoltà si aggiusta in automatico così che due giocatori possano combattere il crimine (quasi) indipendentemente dal loro livello ma non è nemmeno obbligatorio che entrambi restino nella stessa area di gioco. L’intera Gotham è completamente disponibile e due amici possono divertirsi ai capi opposti della mappa. Il gioco fa tutto da solo e lo fa senza inciampare una singola volta.

Gotham Knights la recensione: amore e odio

A metà tra le buone e le cattive notizie c’è la storia. Gotham Knights vi farà conoscere meglio 4 dei personaggi della Bat-famiglia più interessanti dell’universo DC, e abbiamo molto apprezzato il percorso personale di Redhood e Bat Girl che, per chi non lo sapesse, è Barbara Gordon, la figlia di Jim Gordon. Il cast di cattivi iconici non delude i fan dell’universo fumettistico e cinematografico di Batman anche se alcuni momenti, soprattutto nelle lotte contro i boss, ricordano la serie Batman Arkam (Asylum, City e Knight) sviluppata da Rocksteady, a cui questo gioco deve tantissimo. Questo non vuol dire che i combattimenti contro Harley Queen o Mr freeze non siano alcuni dei punti più alti del gioco.

Le brutte notizie iniziano ad arrivare quando andiamo ad analizzare il sistema di combattimento, la gestione dell’inventario e l’endgame. Parafrasando la pubblicità del pennello Cinghiale, non basta fare un gioco grande, bisogna fare anche un grande gioco che garantisca freschezza, varietà e continua accessibilità ai suoi giocatori. Gotham Knights, purtroppo, è intrappolato in un sistema di combattimento poco emozionante con cui proseguire in quest poco originali nella loro struttura e piene di nemici molto simili tra loro nel modo di combattere.

Gotham Knights la recensione: amore e odio

Dove Arkham incoraggiava i giocatori a sperimentare con gadget diversi e stili di combattimento innovativi, Gotham Knights si riduce, spesso e volentieri, al premere con foga sempre lo stesso bottone per riempire una barra dedicata alle abilità speciali che in 2 colpi si svuota. L’altra faccia di questa medaglia doveva essere il loot, vario e con tanti livelli di potenza, con tanto di sistema di crafting. Il problema è che è tutto bloccato dietro un significativo grind che non è riuscito a farci venire voglia di investire ancora più tempo nel gioco.

Ci sono diversi gadget divertenti legati a danni elementali come il ghiaccio o il fuoco ma non bastano per rinvigorire la sete di nuova attrezzatura che sta alla base di ogni gioco loot-centrico. Lo stealth, poi, non riesce a trovare la sua anima: prima è troppo facile, poi è quasi superfluo e inizia ad annoiare comparato con il sistema di combattimento freeflow che, nonostante i difetti prima elencati è pur sempre bello da vedere e una sfida non da poco.

La modalità fotografia, poi, vi regalerà decine di wallpaper da urlo, a ulteriore riprova dell’ottima direzione artistica di Gotham Knights. Ci sono decine di costumi, personalizzazioni e finisher spettacolari: allenate i vostri tempi di reazione e, soprattutto con Nightwing, porterete a casa scatti incredibili.

Un ultimo quasi-problema, che però, dovrebbe risolversi da solo nel giro del prossimo mese abbondante, è l’assenza di endgame e di una valida ragione per continuare a investire tempo e risorse nel migliorare l’equipaggiamento ottenuto. Quando avremo provato la modalità Assalto Eroico per 4 giocatori in uscita a fine novembre torneremo su questo punto ma c’è molto poco in termini di attrezzatura e miglioramenti che ci terrà incollati al gioco fino ad allora.

Se siete fan di Batman e della sua famiglia, in Gotham Knights troverete una storia ben scritta, dei personaggi ben sviluppati e tanti momenti emozionanti ed emotivi. Il problema è che sono intrappolati in un sistema di progressione zoppicante quando va bene, frustrante quando va male. Nelle 22 ore che ci sono servite per completare la storia con Batgirl e ricominciarla brevemente con Redhood (si può cambiare personaggio in ogni momento nell’hub di gioco e il livello si aggiusta in automatico) ci siamo innamorati del quartetto di quelle che un tempo erano spalle e ma che Gotham Knights consacra a veri e propri protagonisti dell’universo videoludico DC.

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