Un gruppo Facebook ha tratto in inganno tanti appassionati di GTA 6. A scoprire la truffa, gli sviluppatori di Bitdefender.
La voglia di giocare a GTA 6 può giocare brutti scherzi, soprattutto ai più distratti. Bitdefender, leader nella sicurezza informatica, ha pubblicato una ricerca su una pericolosa campagna di malvertising che sfrutta l’attesissimo rilascio del videogioco targato Rockstar per diffondere malware attraverso annunci pubblicati su Facebook.
La truffa di GTA 6
Per gli appassionati, l’attesa per il nuovo capitolo sta per finire. GTA 6, l’ultimo episodio di una serie che ha lasciato un’impronta significativa nella storia dei videogiochi, è previsto per l’autunno del 2025 su console Next Gen, mentre gli utenti PC dovranno aspettare ancora un po’. L’enorme interesse che circonda il prossimo titolo di Rockstar ha attirato anche l’attenzione dei criminali informatici pronti a sfruttare l’impazienza di alcuni utenti per diffondere malware. I ricercatori di Bitdefender hanno scoperto una pagina Facebook utilizzata per promuovere l’accesso gratuito alla versione beta per le prime 100 persone iscritte tramite annunci sponsorizzati su Facebook tra il 16 e il 18 luglio.
Come colpivano i malintenzionati
La portata potenziale di questi annunci è di centinaia di persone e il pubblico interessato ha un’età compresa tra i 18 e i 65 anni. Inoltre, la ripartizione demografica evidenzia come gli annunci abbiano preso di mira gli utenti in Europa, soprattutto Francia, Polonia, Romania, Germania, Spagna, Ungheria, Italia, Grecia, Paesi Bassi e Svezia. Gli annunci invitano i giocatori a partecipare alla release beta di GTA 6 ed a scaricare la versione sul proprio dispositivo. Il pulsante di download associato agli annunci conduce gli utenti a una pagina web dannosa. A seguito del clic sul pulsante “scarica ora”, posizionato sopra un falso contatore di download, viene scaricato in realtà un file dannoso da Dropbox. Secondo quanto emerso, le varie pubblicità utilizzate direzionavano l’utente verso un dominio, creato lo scorso 27 giugno, che fungeva da “base” anche per un’altra truffa che riguarda la criptovaluta Ethereum.