Tra i cambiamenti al campionato europeo e le novità a livello regionale la nuova stagione di League of Legends è decisamente rivoluzionaria.
La stagione competitiva 2023 di League of Legends si è aperta con numerose novità sia sotto il profilo competitivo che organizzativo. Riot Games ha modificato enormemente il formato dell’Lec passando da due a tre split più le finali, che si svolgeranno tra fine agosto e inizio settembre a Montpellier, in Francia, introducendo le Bo3 e stravolgendo così totalmente la stagione dell’Lec. Lato organizzativo ha inoltre ampliato la regione competitiva che non è più ristretta all’Europa ma allargata a Medio Oriente, Nord Africa, Turchia e Cis, sia per l’Lec che per le leghe regionali. E non sono state le uniche novità.
Le nuove squadre in Lec
Si tratta di numerosi cambiamenti di cui abbiamo discusso in via esclusiva con Alberto Guerrero, Head of Esports della regione Emea per Riot Games. Siamo partiti dai due nuovi team che sono entrati in Lec, Heretics e Koi subentrati rispettivamente a Misfits e Rogue. Due trattative private su cui però ci chiediamo: quanto potere effettivo ha Riot Games su questi cambiamenti? “Abbiamo dato a Heretics e Koi il nostro più caloroso benvenuto nella lega: due team che Riot Games ha valutato come potenziali partner e su cui si riserva il diritto di approvazione. Tuttavia è doveroso sottolineare che la parola finale non è mai di Riot: la decisione spetta sempre ad acquirente e venditore nel corso della contrattazione.”
Importante allora comprendere quali sono gli aspetti principali su cui si concentra la valutazione di Riot Games: “C’è un ampio processo che si svolge parallelamente a quello di acquisizione di uno slot tra le parti coinvolte. Questo include, ma non è limitato a, la visione di lungo periodo dell’azienda, il loro business plan, la struttura organizzativa, la forza del brand, anche i piani per la realizzazione di contenuti, come opera il team e l’allineamento con i valori e gli obiettivi dell’Lec”.
Il franchising funziona?
L’Lec con l’attuale modello franchising ha ormai compiuto quattro anni e si trova attualmente al suo quinto anno di vita. Inizia quindi a essere lecito chiedersi se per Riot Games questo modello di business funzioni oppure no. “Siamo decisamente soddisfatti di come l’Lec si sia evoluta nel corso degli ultimi due anni: il nostro è un processo continuo di crescita in stretta collaborazione con i team che fanno parte del nostro sistema di franchigie”, ha dichiarato Guerrero.
“Anche gli stessi cambiamenti annunciati e adottati per il 2023 sono stati concordati con i team”, ha voluto sottolineare, a dimostrazione che la sezione esports di Riot Games non agisce da padre padrone del proprio videogioco, almeno nella scena competitiva, ma anzi cerca di coinvolgere il più possibile le organizzazioni sue partner. “I recenti cambiamenti sono stati interamente sviluppati e concordati con i team dell’Lec con l’obiettivo unico di fornire la miglior esperienza possibile non solo a loro e ai giocatori ma anche ai tifosi e agli appassionati.”
Le differenze con Valorant
Se prendiamo in esame i recenti cambiamenti alla scena competitiva di Valorant, sul tactical shooter (sempre di Riot Games) i team che partecipano alle leghe regionali hanno la possibilità di giocarsi l’accesso alle leghe internazionali e qualificarsi agli eventi mondiali. È un’opportunità che potremmo vedere presto implementata anche su League of Legends? “In questo momento non abbiamo un percorso del genere per i team che fanno parte delle Erl (Emea Regional League, le leghe locali ndr) che preveda una loro partecipazione a eventi come il Mid-Season Invitational o i Worlds”.
Il motivo è semplice: “Il modo in cui abbiamo realizzato la struttura competitiva della regione Emea è previsto per assicurare ai migliori giocatori di muoversi tra i vari livelli delle Erl con l’obiettivo di compiere il salto di qualità e ottenere un contratto dai team dell’Lec”. In questo momento le Erl fungono da vetrina per i giocatori più che per i team: ogni split di Lec sono numerosi i giocatori che esordiscono nella principale lega arrivando da una delle competizioni locali. “Ciò non toglie che per noi le Erl e l’Emea Masters (una sorta di Champions League con i migliori team di ogni campionato nazionale ndr) rappresentano il percorso per arrivare ai Mondiali: ovviamente tramite l’Lec”.
Lec: a quando l’ampliamento?
Una delle domande più ricorrenti nella massima scena competitiva di League of Legends riguarda l’allargamento dell’Lec. L’attuale modello “chiuso” non permette a nuove squadre di entrare nel campionato a meno di comprare uno slot, oggi valutato tra i 30 e i 40 milioni di euro. Tuttavia ci sono numerose realtà, come i francesi Karmine Corp, che a livello mediatico non hanno nulla da invidiare e sarebbero interessati a partecipare all’Lec. La soluzione potrebbe allora essere allargare l’attuale numero di squadre: “L’espansione del numero di team della lega è possibile in futuro. Ci sono numerosi fattori che dobbiamo però considerare quando parliamo di allargamento: come la qualità del prodotto, i talent, il brand, gli aspetti economici e competitivi”.
Prosegue Guerrero: “Al momento non abbiamo piani per allargare la lega nell’immediato futuro ma continuiamo a rafforzare invece le opportunità per i giocatori di raggiungere l’élite del nostro sport. Uno dei cambiamenti chiave di questo percorso nel 2023 è stato offrire a tutti i giocatori che hanno la residenza in Europa, Turchia, Cis, Medio Oriente e Nord Africa l’opportunità di competere in Lec senza essere soggetti alla politica dei trasferimenti interregionali: di fatto non contano più come import. In questo modo diamo ai giocatori della regione più percorsi per conquistarsi un posto nella vetta della scena competitiva, l’Lec”.
Il nuovo formato
Il 2023 ha anche introdotto un nuovo formato competitivo per l’Lec, più complesso ma decisamente più interessante. A Guerrero abbiamo chiesto quanto tempo ci è voluto per studiarlo e arrivare alla forma finale e quanto è stato importante il contributo di team e giocatori: “Abbiamo sviluppato questo nuovo formato con i team dell’Lec negli ultimi 18 mesi: un lungo periodo di studio che ci ha consentito di fornire una nuova esperienza ai player, ai team e ai tifosi Lec.”
“I cambiamenti”, prosegue Guerrero, “sono stati ricercati dagli stessi team e giocatori e rispondono a diverse esigenze, come ad esempio assistere a più match di alto livello tra i top team, o rendere il campionato più competitivo con l’introduzione delle Bo3. Il nostro è una sorta di programma pilota che verrà osservato a livello globale per capire quale sarà la risposta”.
Una regione complessa
La nuova Lec ha anche cambiato nome: nonostante l’acronimo sia rimasto identico, si è passati dalla League of Legends European Championship alla League of Legends Emea Championship, accogliendo come anticipato anche regioni competitivi emergenti. “L’Lec ha sempre avuto più livelli di complessità proprio a causa, o per merito, della presenza di più linguaggi e culture”.
“Gli attuali cambiamenti amplificheranno questo aspetto incrementando anche l’esperienza dei nostri giocatori, dei rispettivi team e dell’intero ecosistema di League of Legends”, ha sottolineato Guerrero. “Espandere la regione, includendo i paesi emergenti della scena competitiva, contribuisce inoltre a incrementare la sostenibilità dell’esports di League in quelle stesse regioni, promuovendo al tempo stesso l’inclusione e proponendo un diverso mix di culture”.
Ci sarà un Game Changers di League of Legends?
Su Valorant già da due anni Riot Games ha deciso di puntare forte sulla scena competitiva femminile creando un circuito interamente dedicato alle videogiocatrici dove poter crescere all’interno di un ambiente più sereno: il Game Changers. Esistono piani di questo tipo anche per League? “Riot Games tiene in grande considerazione la diversità nell’ecosistema esports. Stiamo seguendo molto da vicino ciò che il Game Changers di Valorant ha portato e continua a portare e abbiamo imparato moltissimo dai successi registrati nel 2022”.
Tuttavia al momento non sembrano esserci piani per una esatta copia del Game Changers. “Attualmente non abbiamo nulla da rivelare ma vorrei sottolineare come per noi di Riot Games la diversity è un fattore fondamentale. Magari non attraverso il Game Changers ma abbiamo sviluppato e continueremo a sviluppare diversi programmi, come il Women in Games, per rendere la scena competitiva professionistica di League of Legends ancora più accessibile ai giocatori di ogni genere”.
Il futuro di League
Infine una domanda su cosa aspettarci dall’esports di League of Legends nei prossimi 3-5 anni: in che direzione andrà? “Il 2023 segna i 10 anni dell’esports di League of Legends in Emea e noi non vediamo l’ora di vedere dove ci porteranno i prossimi anni. Noi personalmente ci aspettiamo una crescita ulteriore e una sorta di evoluzione che includerà una maggiore collaborazione alla pari con gli sport tradizionali”.
“Oggi infatti gli esports sono ormai entrati stabilmente nell’ambiente dell’intrattenimento sportivo”, conclude Guerrero. “I nostri sforzi puntano alla crescita dell’esports, di tutti i nostri titoli esports, continuando ad assicurare la partecipazione di tutti i nostri giocatori, sia che guardino come spettatori sia che competano in tutti i nostri numerosi tornei presenti nel mondo”.