23 anni, 54 lingue, 139 nazioni, 13.655.501 utenti in totale (dall’uscita del gioco). Sono solo alcuni numeri di Hattrick, un browser game che prende il nome dalla “tripletta inglese” (quella che di solito da diritto all’autore di portarsi a casa il pallone) che ha avuto un successo tanto straordinario quanto, per molti versi, inspiegabile. In un mondo (quello del videogame in particolare) dove dall’oggi al domani tutto può improvvisamente cambiare, Hattrick, con la sua grafica spartana, con le relativamente poche modifiche inserite negli anni, e la sua incredibile lentezza, continua ad attirare giocatori da tutto il mondo, e lo fa dal 1997.
A raccontarci dal di dentro questo fenomeno è Andrea Buscemi, giocatore ma soprattutto uno dei pilastri della Community di Hattrick, per la quale cura il periodico “interno” SpotligHT (con le ultime due lettere a richiamare Hattrick, appunto), un magazine che raccoglie suggerimenti, storie, curiosità, e mitologie di un gioco che, come già detto, ha attraversato quasi indenne una generazione. Un gioco che si basa su un gruppo di sviluppatori (“i biondi”, dato che il gioco nasce, originariamente, in ambito scolastico, in Svezia), ma soprattutto su tantissimi giocatori appassionati che prestano servizio gratuito per animare, moderare, fare da mentoring alle nuove leve, comporre lo staff e fare da supporto al coach della nazionale (un volontario, pure lui, eletto democraticamente all’interno di ogni community nazionale).
Ma veniamo dunque ad Hattrick, cercando di capire le chiavi del suo successo, lasciando la parola a Andrea, che vi è immerso da ormai 10 anni. Andrea inizia da due numeri, 23 e 18, per spiegare cosa è Hattrick. Il primo, 23, rappresenta gli anni di attività di questo browser game, il secondo, 18, gli anni trascorsi dall’introduzione del sistema di supporting che ha radicalmente cambiato il modello di business del gioco (che non ha pubblicità al suo interno). Ma ecco il racconto di Andrea:
Sul sito, prima di potersi loggare o iscrivere, campeggia questa descrizione: “Il Classico Gioco Manageriale di Calcio Online – Hattrick è un gioco manageriale di calcio online dove tu assumi il ruolo di manager con la missione di portare la tua squadra in cima al sistema dei campionati! Hai la responsabilità di tutta la gestione della squadra: comprare e vendere giocatori sul mercato trasferimenti, decidere quali abilità allenare sul campo, preparare un piano tattico per ogni partita che la tua squadra giocherà nella tua lega nazionale e in coppa“.
In base alle scelte del giocatore, che riveste i ruoli di allenatore/manager/presidente, una volta alla settimana (due in caso di impegni di Coppa) il sistema simula una partita di calcio, facendola durate 90 minuti effettivi. Durante la partita si possono seguire le azioni in diretta (con l’immagine del campo, la formazione, i valori dei giocatori e le azioni che scorrono in modalità testuale) ma senza più intervenire, mentre allo stesso tempo, volendo, si può tempo chattare con il manager avversario. In seguito si può riguardare la partita ed analizzarla, individuando i punti critici in modo da migliorare la squadra ulteriormente.
Il non eccezionale appeal del manifesto del sito, e una traduzione quantomeno macchinosa, rendono probabilmente il sito poco appetibile alle nuove generazioni sin dal primo approccio, nonostante l’impegno profuso dai “biondi” nello sviluppo recente di un’app. Forse uno dei motivi che ha portato Hattrick ad essere un gioco di nicchia, lontano dai fasti di qualche anno fa, quando gli utenti attivi erano milioni (decine di migliaia solo in Italia). Tuttavia le parole iniziali fotografano bene il posizionamento di Hattrick, un browser game costruito attorno a un forte senso di appartenenza e comunità. Un gioco “slow” (lento: 1 partita alla settimana, stagioni che durano 14 settimane e che spesso terminano senza cambio di serie) e per questo decisamente più godibile per una fascia d’età relativamente ancorata a vecchi schemi, anche nel gaming online.
Hattrick è un gioco che si basa sul giuoco del calcio, ma che ha creato un universo e delle dinamiche tutte sue, un microcosmo (ora più micro, ma fino a pochi anni fa gli iscritti nel mondo erano addirittura un milione) dove continuano a prosperare moltissimi e appassionati utenti. Proseguiamo, per aiutarci, dalle descrizioni presenti sul sito, distribuite in piccole colonne: “Gestisci al tuo ritmo – Hattrick è un gioco manageriale calcistico dove costruisci e gestisci la tua squadra per il futuro. Collegati ogni giorno o solo una volta a settimana – se farai le scelte giuste avrai le stesse possibilità di diventare un campione!” Ma c’è da dire che la gran parte gioca da anni sognando solamente di fare una comparsata nelle serie maggiori, alle quali si accede proprio come nella realtà, ossia per merito (ma vi è un sistema ad imbuto che limita moltissimo: la Serie A è 1, le II Serie sono 4, e così via con una crescita esponenziale che limita di molto le possibilità di salita).
L’importante è sapere, e capire, che qui non serve collegarsi tutti i giorni e a tutte le ore. Con pochi accorgimenti settimanali si è effettivamente in grado di far vincere (e salire di serie) il proprio team. Si accede al gioco acquisendo una squadra “libera” e già inserita in una serie minore della propria regione (attualmente in Italia ci sono quasi 25 mila squadre, con le regioni più rappresentate che sono la Lombardia, con 6013 squadre/giocatori, il Lazio, con 3148 e l’Emilia Romagna con 2408), poi con l’allenamento e con i rinforzi presi dal mercato si può salire di serie mirando all’agognata Serie A.
L’allenamento è settimanale, il che dà la possibilità anche a chi non ama il ritmo serrato (alla Top Eleven, per intenderci) di misurarsi a livelli medio-alti, diciamo fino alla IV serie (ad oggi le serie in Italia sono 8). Vien da sé che, per poter competere ai massimi livelli, dalla III in su, servano più tempo e più applicazione (conoscenza del mercato, delle regole del gioco nei minimi dettagli, del mind-gaming, ecc.).
Tuttavia la maggior parte dell’utenza, che vivacchia da anni (sì, proprio anni solari!) dalla V serie in giù, si diverte e resta comunque “fedele” al sito anche senza grandissimo impegno in termini di tempo. In 23 anni Hattrick vive ora la sua 75esima stagione, e in tutto questo tempo c’è gente che gioca senza mai aver vinto nulla. In questo Hattrick si configura quasi come un hobby. “Vai ad annaffiare le piante?” “No, faccio la formazione per la Coppa!”
Una delle grandi diatribe tra gli “hattrickers” è l’idea di managerialità: secondo alcuni davvero troppo limitata dagli strumenti del gioco, che si prefigge comunque di dare una discreta libertà a ogni manager (che come detto è appunto presidente/allenatore, come nei più classici giochi manageriali di calcio). Sempre dalle colonnine del sito leggiamo: “Costruisci ed allena la tua squadra – Sviluppa la tua squadra grazie all’allenamento. Gestisci le tue finanze. Trova nuovi giocatori sul mercato o fonda la tua squadra giovanile per forgiare in proprio nuovi talenti per la prossima generazione d’oro.”
Gli aspetti da curare, o da poter curare, sono tanti: dalle finanze e dal relativo calciomercato allo stadio (che va gestito e ampliato), dallo staff (che ha influenza sulle prestazioni della squadra) alla formazione; dalla gestione e attuazione di scelte che vanno ad influire poi sul Team Spirit (TS), che è il “piglio” con cui i giocatori affrontano le gare successive, determinando un minore o maggiore capacità di possesso palla.
A differenza di Scudetto (Championship Manager o Football Manager) le sostituzioni o le variazioni di formazione non si possono apportare live, ma vanno decise prima che la gara si giochi, in piena sintonia con la scelta di non dare (troppi) vantaggi a chi si può connettere di più.
Un nuovo iscritto si trova catapultato, dopo un breve percorso che si chiama Licenza Manager, nell’ultima serie disponibile (ad oggi l’VIII, piena di BOT, squadre senza proprietario) e con un turno normalmente proibitivo in Coppa Italia. Il miglior kit di start-up per un neofita è certamente una lettura del manuale e la richiesta d’aiuto ai forum o a un tutor: Hattrick è un gioco vecchio stampo coinvolgente, ma con moltissime nozioni da apprendere, le quali è meglio assorbire passo dopo passo, senza voler strafare riempiendosi la testa di confusione e concetti inizialmente inutili.
Ma oltre al campionato e alle coppe nazionali (che una recente modifica ha diversificato per “strati”, portando gli eliminati dalla Coppa principale a giocare altre coppe minori) esiste tutta una serie di possibilità e competizioni differenti nelle quali misurarsi contro altri giocatori. Nello specifico, quando parlo delle altre competizioni mi riferisco a: tornei, partite singole, amichevoli (queste sono quasi gare ufficiali, dato che dispensano allenamento), scalate (una sorta di competizione non ufficiale dove puoi affrontare tuoi “vicini” in varie categorie) e supporter weeks. Queste ultime sono una novità abbastanza recente, che hanno reso il gioco un po’ più social, e prevedono premi finali per i vari vincitori.
Uno di questi premi è, ad esempio, la possibilità di diventare supporter “gratuitamente”, o di acquisire crediti. Una delle peculiarità di Hattrick è quella di non essere un pay for win, ma piuttosto un gioco che consente, a chi lo desiderasse, di “supportare” il gioco attraverso pacchetti acquisibili annualmente: Silver, Gold, Platinum e Diamond differenziano le varie funzioni aggiuntive che ogni utente può decidere di acquistare. Più features e piccoli tool che vantaggi veri e propri nei confronti dei supporter, quindi, anche per rendere il gioco più vario e personalizzabile. I supporter danno la possibilità agli sviluppatori del gioco di investire risorse per migliorarlo, e a loro volta godono anche di stanze di forum private, chiamate federazioni. Il mondo della comunità inizia, in parte, da qui.
E proprio la community è il cuore pulsante di Hattrick, e probabilmente il segreto (o uno dei principali segreti) della sua longevità. I legami che si creano in Hattrick, tra i vari utenti, spesso sfociano in amicizie vere, attraverso altri canali o addirittura con raduni organizzati in giro per l’Italia. Parlavamo delle federazioni, che altro non sono se non grandi stanze dei forum dove si può entrare solo se “si ha la stellina”, ovvero se si paga il supporter. Cosa si fa nelle fed? Si cazzeggia tra amici! Cosa c’è di più bello? Si giocano mini-giochi nel gioco, si fanno contest e si scherza. E a volte.. si litiga pure! Soprattutto in concomitanza delle elezioni per gli allenatori dell’U20 (che presto diverrà U21, in linea con “la realtà”) e della NT (National Team, ossia la Nazionale maggiore). Già perché oltre alla squadra “privata” del singolo utente/giocatore, vi sono rappresentazioni nazionali che alimentano la competitività tra giocatori, e community, di nazioni diverse.
Le Nazionali sono infatti un altro tra i tanti aspetti della comunità che infervora i cuori (e le dita sulla tastiera) dei drogati hattrickiani. Sono un ulteriore cosmo nel cosmo, un gioco nel gioco (come avrete capito, uno dei tanti) all’interno del sito giallo-verde (da sempre i colori ufficiali del sito). Ogni paese in cui Hattrick è presente (e sono 139 al giorno d’oggi) ha la propria selezione nazionale, minore e maggiore, e ogni utente iscritto di quel particolare paese può candidarsi, ogni 4 mesi (ogni 8 per selezione, ma ogni 4 considerando entrambe) per guidare la Nazionale o la Nazionalina. E ogni volta, ad ogni elezione, inizia lo show.
Non sono moltissimi, rispetto al numero di utenti italiani ad esempio, quelli che si occupano di nazionali. Perché è impegnativo, perché gli Hattrick finora non hanno spinto molto parlandone (ma da qualche mese stanno cercando di recuperare), perché non è sempre facile entrare a far parte di un gruppo rodato o più semplicemente entrare in alcune dinamiche che nascono spontaneamente tra persone che si conoscono e si frequentano virtualmente.
Però il ricambio, negli anni, di persone dello staff (suddiviso normalmente tra coloro che si avvicendano alla parte tattica e coloro che invece si occupano di scouting e che che curano i giocatori più forti da consegnare alla maglia azzurra) non è affatto risibile. Decine e decine, anzi centinaia, sono le persone che si appassionano alle nazionali e che partecipano attivamente alla vita delle stesse, anche solo con una presenza assidua sui forum, incitando la squadra e partecipando alle discussioni che la comunità affronta di volta in volta. Chiaramente, come è da natura umana e soprattutto italiana, non mancano (quasi) mai le polemiche: differenti punti di vista, e quindi diverse correnti di pensiero, attraversano il marasma dell’utenza italiana e portano anche ad accesi confronti e a scontri che ormai sono quasi di routine.
Al di là di tutto, però, al di là dei problemi e delle polemiche, delle incomprensioni e dei difetti che, presenti nella vita reale, trasportiamo all’interno del giochino che amiamo, Hattrick è davvero un bell’hobby. Un luogo dove si conoscono amici, si odiano nemici e dove si vince e si perde. Un posto speciale per migliaia di persone in Italia, e in tutto il mondo. Un gioco manageriale di cui ci interessa più la relazione umana. Un browser game d’altri tempi, che non avrà l’appeal di Top Eleven, ma che ha un’anima. E un cuore grande così.