Si intitola “High Score, the golden age of gaming” la serie di documentari che ripercorre l’evoluzione dell’industria videoludica dai tempi di Atari agli esports, che sarà messa in onda su Netflix a partire dal 19 agosto. La celebre piattaforma di streaming darà così spazio a personaggi (reali e digitali), saghe e universi che hanno fatto la storia dei videogiochi. Tra le curiosità dei filmati vi è quella relativa alla voce narrante: nella sua versione originale infatti, i documentari sono “raccontati” da Charles Martinet, attore americano famoso per essere diventato la voce del celebre idraulico baffuto, del quale abbiamo avelato le origini, mascotte di Nintendo, Mario.
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Si tratta di 6 episodi, della durata di 40 minuti circa ciascuno, che presenteranno interviste con i protagonisti che hanno fatto la storia accompagnate da immagini e 89filmati che hanno fatto epoca, anche se il percorso storico si ferma forse un po’ troppo presto.
La narrazione ripercorre la cosiddetta “epoca d’oro” dei videogiochi, che nel montaggio di Netflix inizia nelle sale giochi con Space Invaders e termina con Doom su PC. Nel corso degli episodi si potranno incontrare personaggi come Taito Tomohiro Nishikado che racconta come è nato Space Invaders partendo da una Tokyo immaginaria, invasa da creature robotiche.
E poi Roberta e Ken Williams, i cofondatori di On-Line Systems, poi divenuta Sierra Entertainment, che illustrano con tanto di documenti originali il loro lavoro sul gioco Mystery House per gli Apple degli anni ’80 dello scorso secolo, e Akira Nishimoto (nella foto sotto) che parte dai primordi pixellati di Street Fighters per arrivare ad uno dei titoli esports più giocati. Ma c’è spazio anche per qualche colossale flop, come quello di “ET” per l’Atari 2600, una storia che viene raccontata dal lead designer Howard Scott Warshaw.
Nel complesso i documentari sono interessanti, anche se c’è chi lamenta una mancanza di completezza: una costruzione basata su storie singole, ma che vorrebbe dare l’idea di una storia del videogioco mentre invece è una serie di camei, alcuni dei quali davvero di pregevole fattura. Ignorando le lacune, anche importanti (delle serie sportive della EA Sports viene citato solo Madden, ad esempio, ma anche il fenomeno Tetris viene “toccato” di striscio), si tratta di un prodotto discreto, accettabile e utile, che merita di essere guardato.
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