Ecco i motivi per giocare a Honor of Kings e quelli per evitarlo a tutti costi dopo averci passato insieme una settimana.
Honor of Kings è disponibile in Italia da poco meno di una settimana e noi lo abbiamo giocato in lungo e in largo per capire a quale pubblico si rivolge questo nuovo MOBA esportivo per mobile che viene dall’Asia.
Il primo pubblico da escludere quasi categoricamente sono i fan di League of Legends, questo perché Honor of Kings è la versione semplificata, velocizzata e un po’ scopiazzata di LoL. Non c’è nulla di male nell’ispirarsi al lavoro di altri, l’industria lo fa da sempre, noi sconsigliamo HoK a tutti i fan del MOBA di Riot semplicemente perché le similitudini e le semplificazioni sono troppe e farebbero salire una quantità esagerata di bile ad ogni partita.
Il pubblico di utenti a cui raccomandiamo questo gioco, stranamente, è composto da tutti coloro che sono stati delusi da Wild Rift, la traduzione per mobile di LoL fatta in casa da Riot. Questo perché nel passaggio agli smartphone troppe cose sono cambiate nel modo sbagliato per moltissimi utenti che hanno abbandonato WR poco dopo il lancio. Chi fosse attivamente alla ricerca di quanto c’è di più simile a LoL ma per mobile, troverà in Honor of Kings la risposta.
Forse non tutti sanno, poi, che TiMi Studios, gli sviluppatori di HoK, sono posseduti al 100% da Tencent, esattamente come Riot Games.
Un’altra lente attraverso cui abbiamo analizzato questo gioco è quella dell’aspirante pro player. Certo, uno dei prerequisiti per diventare un grande giocatore è essere appassionato del titolo ed essere disposti a giocarlo anche 8 ore al giorno, ma questo non dovrebbe fermarvi dal provare strade alternative. Honor of Kings è appena arrivato ma nel resto del mondo ha già un ecosistema solido, fiorente e in crescita. Se vi piacciono i MOBA e giocare su Mobile non è un problema, allora Honor of Kings potrebbe rivelarsi una scelta di carriera sorprendentemente ricca di opportunità.
In base ai nostri test, sia il gameplay che il matchmaking premiano non solo il gioco di squadra ma anche l’iniziativa e le statistiche personali. Macinando partite in corsia superiore come tank abbiamo scalato i ranghi piuttosto in fretta fino a scontrarci con un limite d’abilità per cui non eravamo assolutamente pronti. Il matchmaking, bisogna dirlo, ogni tanto fa le bizze mettendo chi gioca in una partita decisamente troppo facile o incredibilmente difficile per nessun motivo, purtroppo bisogna farci i conti.
L’ultimo interrogativo che ci siamo posti in fase di valutazione è: chi fosse semplicemente alla ricerca di un videogioco per mobile multigiocatore, dovrebbe provare Honor of Kings? La risposta è assolutamente si ma con giudizio. Se dal punto di vista del gameplay il divertimento ottenibile senza spendere un euro è molto, dall’altro il gioco è progettato per trasformare lo smartphone in un magnete (e in un piccolo fornetto) per le vostre mani.
Ci sono ricompense per il login giornaliero, campioni di valute premium da riscattare e uno shop confusionario in cui è facile confondersi tra i tanti cosmetici in offerta. I campioni gratuiti abbondano quindi non c’è motivo di investire nell’acquisto di altri eroi e, come bonus di lancio, la valuta e i personaggi gratuiti arrivano con costanza.
Superata questa fase, però, il gioco si assesterà sul suo modello di business free to play per mobile tradizionale. Per godervi HoK al meglio dovrete fare attenzione a non lasciare che questo gioco si mangi più tempo di quello che gli avete assegnato perché tenderà a farlo visto che le partite durano poco e “c’è sempre tempo per un altra”.
Honor of Kings è un’esperienza che, dal punto di vista videoludico, troverà il suo pubblico facilmente, tanto tra chi è stato deluso da Wild Rift, quanto tra i giocatori alla ricerca di un titolo mobile multiplayer. La complessità è al minimo, l’azione è tanta e la sconfitta, vista la breve durata, brucia davvero poco. Provate HoK se amate i MOBA per mobile, ma state sempre attenti alla monetizzazione predatoria.