Calcio, tennis e esports comprendono quasi il 75% di tutti gli avvisi segnalati nella prima metà del 2021.
Gli esports hanno un problema. O meglio, gli esports hanno più problemi, ma tra tutti i problemi ne hanno uno grosso grosso. IL problema si chiama integrity, e riguarda la regolarità delle competizioni. L’unica che rende regolari le competizioni e, di conseguenza, anche le scommesse che su queste si basano. A segnare il problema, che non è certo una novità per chi conosce il settore, è l’Ibia, International Betting Integrity Association.
Si tratta della principale voce globale sull’integrità per l’industria delle scommesse autorizzata. L’associazione, nel consueto report semestrale, ha confermato come ormai anche gli esports siano entrati tra le passioni degli scommettitori. A dimostrarlo, manco a dirlo, sono i tentativi di frode.
Nel secondo semestre 2021 si è registrato comunque un calo del 41 per cento degli alert sulle scommesse sportive. Sono stati 38 i casi segnalati di scommesse sospette, una buona notizia per il mercato del betting, considerando che nel primo semestre le segnalazioni erano state 64. Un dato importante anche se confrontato con quello dello stesso periodo del 2020, quando nel secondo semestre i casi furono 65.
Gli avvisi Ibia del Q2 riguardano calcio (16 casi), ping pong (9), tennis (6), esports (6) e Beach volley (1). Da un punto di vista geografico, l’Europa ha generato quasi la metà (47%) di tutti i casi segnalati, seguita da Asia e Sud America con il 13% ciascuno.
Khalid Ali, Ceo di Ibia, ha dichiarato che “i 38 casi nel secondo trimestre aggiunti ai 64 casi nel primo trimestre portano il totale di metà anno a 102 allarmi segnalati dall’associazione. Il calcio ha fornito il maggior numero di avvisi durante quel periodo, con 28 casi, seguito da tennis (24) ed esports (23). Questi tre sport comprendono quasi il 75% di tutti gli avvisi segnalati nella prima metà del 2021”.
Ibia, gestita da operatori che operano per gli operatori di scommesse, ha partnership di lunga data che condividono informazioni sui principali sport e giochi regolamentari, utilizzando i dati per perseguire la corruzione. Rappresenta il settore a livello politico così come, ad altri livelli, fanno il Cio, l’Onu, il Consiglio d’Europa e la Commissione europea.