Gli esports entrano ufficialmente nel mondo dello sport universitario piemontese. Un’idea nata dalla spinta degli stessi studenti dell’ateneo torinese che ha trovato terreno fertile nella collaborazione stretta con Federesports e Nerds. Nasce così la University Esports Cup, con l’obiettivo, dicono gli organizzatori, di gettare le basi per l’inserimento del gaming competitivo come disciplina alla prossima Universiade. A raccontare l’iniziativa è stato Riccardo D’Elicio, presidente del CUS Torino: “Mi piacerebbe che questo progetto diventasse un tramite, uno strumento di integrazione e per questo vorrei coinvolgere anche ragazzi con disabilità per far sì che anche l’attività adattata possa farne parte”.
È infatti proprio da questo scopo umanitario che è nata l’idea di tre studenti del Politecnico piemontese, uniti nel voler “abbattere le distanze e avvicinarsi al mondo dello sport praticato, per far parlare nuovi mondi. In due settimane siamo riusciti a coinvolgere oltre 200 studenti e il potenziale è immenso”, come hanno raccontato all’ANSA. Dopo diversi mesi si è convinto anche il sistema universitario torinese che ha accolto la loro richiesta e dalla collaborazione con Federesports e Nerds è nata proprio la University Esports Cup. La competizione inizierà il 21 e 22 novembre con tornei sia su PES2021 che su FIFA21. Netta la soddisfazione di Carlo Lotierzo, studente di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione al Politecnico di Torino: “La mia passione per i videogiochi si è trasformata e concretizzata in questa iniziativa. Ho pensato al CUS perché è un mondo giovane e sicuramente avrebbe apprezzato questa mia idea. Quindi con Mario Tiso abbiamo iniziato a muovere i primi passi e abbiamo coinvolto Liberato Izzo, studente di Ingegneria Meccanica, per iniziare a presentare la nostra proposta al CUS”.
La presentazione dell’iniziativa è stata chiusa da Maurizio Ragno, CEO di Nerds Srl, azienda organizzatrice di Torino Comics&Games e Xmas Comics&Games: “Anche io fin da piccolo sono stato appassionato di videogiochi. Gli esports nel mondo sono considerati una vera e propria attività sportiva, le due peculiarità sono l’utilizzo della manualità e del cervello. Sono uno strumento importantissimo per far parlare e mettere in comunicazione mondi diversi. In Italia ci sono circa 20milioni di videogiocatori; a livello mondiale si superano i 200milioni e i maggiori fruitori sono gli asiatici e i nord americani. In Italia il fatturato annuo arriva a 1,5 miliardi. Il canale di diffusione principale è Twitch, perché non solo si gioca ma si guarda anche come giocano gli altri e da lì si impara”.
Non tuttavia è la prima volta che gli esports entrano nelle università. Già da diversi anni Gamerwall è una delle principali realtà interne alla LUISS che ha iniziato a espandersi anche in altri atenei per proporre un percorso di gaming competitivo unito ai crediti universitari: vincere i tornei, addirittura, permette di ottenere una borsa di studio per i più meritevoli. Sono inoltre famose ormai da qualche anno le University Series, dal 2019 sponsorizzate persino da Amazon e inserite in un circuito europeo di atenei. Morale della favola: studiate ma non troppo, c’è bisogno di tempo per allenarsi ai videogiochi.