Al Comic-Con di San Diego per parlare del suo Death Stranding, il geniale autore di videogiochi giapponese Hideo Kojima non ha risparmiato critiche ai battle royale.
“Quando ho iniziato la produzione del mio nuovo titolo, la cosa più semplice da fare sarebbe stata quella di creare un gioco in cui tutti sono su un’isola e si sparano l’un l’altro”, ha provocato Kojima. Ma così non è stato. L’autore si è mosso anzi in direzione diametralmente opposta, spinto dal desiderio di creare qualcosa di innovativo. Così è nato Death Stranding, un gioco che mira a collegare tutte quelle persone che si sentono isolate.
Secondo Kojima, le attuali case di produzione godono di tante opportunità e dovrebbero sfruttarle per rendere i videogiochi molto più ambiziosi e originali. “La creatività è l’unica cosa che consente alle civiltà di evolversi e prosperare – ha continuato Kojima -. Sapete, viviamo in un’epoca in cui gli algoritmi dettano la creatività e quest’ultima comincia a perdere di significato: è importante contrastare tutto questo”.
Applausi scroscianti ed entusiasmo hanno accompagnato l’intervento dell’autore, che ha evidentemente toccato un nervo scoperto dell’industria videoludica. Non sappiamo con quali intenzioni Kojima abbia pronunciato queste dichiarazioni: vuole forse dichiarare guerra ai battle royale? Quel che è certo è che Death Stranding, in uscita l’8 novembre su PS4, farà molto parlare di sé.