Il villaggio Hobbit d'Abruzzo: reportage dalla Contea Gentile

Arrivare nella Contea Gentile è stato come ricominciare a respirare dopo l’apnea di una lunga immersione. Come quando vai sott’acqua e cerchi di restarci il più possibile, poi riemergi e fai quel grande respiro che ti fa assaporare il gusto dell’aria di mare. Dopo mesi chiuso tra quattro mura, dopo il caos della grande città e lo stress delle giungle di cemento, tra le verdi colline di Bucchianico, in provincia di Chieti, mi sono sentito a casa. Quando ho descritto come mi sentivo a Nicolas, l’Hobbit che è anima e fondatore di questo progetto, mi ha detto “È proprio per questo che il grande raduno che ho organizzato si chiama ‘Bentornati a casa’”.

Forse vi ricorderete di Nicolas Gentile, il leader di una compagnia di fan del Signore degli Anelli che l’anno scorso è partita proprio dall’Abruzzo per raggiungere il Vesuvio (il Monte Fato tutto italiano) in un viaggio simile a quello che J. R. R. Tolkien racconta ne Il Signore degli Anelli. Il suo obiettivo è quello di creare una vera e propria Contea dove vivere e condividere come fanno gli Hobbit. Per farlo ha organizzato un crowdfunding che ora è diventato un profilo Patreon dove Nicolas porta con sé nella sua vita da Hobbit tutti coloro che non possono ancora andarlo a trovare in Abruzzo. In occasione del Tolkien Reading Day, la sua Contea si è animata per tre giorni con centinaia di persone venute da tutta Italia per incontrarsi, cantare, ballare, tirare con l’arco, imparare la scherma e soprattutto mangiare bene. Io ho vissuto un’intera giornata alla Contea, quella dedicata ai nani, e dopo un sontuoso banchetto (con tanto di elezione del Re sotto la Montagna tramite una gara di tiro alla corda e rutti), e delle conferenze con il massimo esperto italiano di Tolkien Oronzo Tilli, mi sono seduto con Nicolas per farmi raccontare il suo viaggio da sedicenne curioso a sindaco della Contea Gentile.

Questa prima domanda è quasi obbligatoria: come hai conosciuto il Signore degli Anelli e come è diventato una parte così importante della tua vita?

<<Tutto nasce nel 2000, era il 14 febbraio lo ricordo perfettamente, perché è arrivata in casa mia la connessione a Internet. Navigando su uno dei siti che mi ero appuntato su un foglietto ho visto un banner con la faccia di un Orco che diceva “Il Signore degli Anelli è in uscita l’anno prossimo”. Come primo impatto la mia reazione è stata “fico! Un film con i mostri, chissà cosa sarà mai”. Mi sono informato e sembrava molto interessante. Premessa, avevo 16 anni e fino ad allora non avevo mai letto un libro di mia sponte, solo le cose obbligatorie della scuola. Nonostante questo, sono andato a Chieti, in libreria, ho trovato questo fantomatico Signore degli Anelli e ho iniziato a leggerlo. Dopo pochissime pagine mi stava dando delle emozioni talmente forti che dovetti chiuderlo, mi sembrava di stare “leggendo” un film dell’orrore. Quando si scopre che l’anello degli Hobbit è quello di Sauron ci sono rimasto di sasso e mi sono detto “ma è possibile che un libro trasmetta delle emozioni così forti?” Lì è iniziato il mio amore per la saga: in due settimane ho divorato tutto il libro e fu una rivelazione. Il suo merito non è stato solo quello di farmi conoscere il fantasy e i miei amati Hobbit ma di farmi innamorare della letteratura>>.

Dopo questo primo contatto dove ti ha portato la tua ricerca di un rapporto sempre maggiore con il mondo di Tolkien?

<<Nel 2004 sono andato a San Daniele del Friuli alla mia prima Hobbiton, la convention dei tolkeniani, ed era un evento piccolissimo, un decimo di quello che abbiamo organizzato qui, ma è stato bellissimo. Lì le persone riunitesi, l’atmosfera e la gioia mi hanno fatto dire “vorrei proprio che da noi in Abruzzo, al sud, ci fosse qualcosa del genere”. Negli anni ho continuato a coltivare questa passione con gli amici fino a che, nel 2008, dopo la laurea e dopo aver lasciato Roma per tornare nel mio paesino, mi sono detto, proviamo a organizzare un piccolo evento: il Tolkien Reading Day, istituito dalla Tolkien Society, in cui ci si ritrova e si legge Tolkien tutti insieme. Eravamo 3 persone, io mia moglie e un mio amico, non era venuto nessuno. L’anno successivo eravamo in 15 e io ho sempre perseverato, fino ad arrivare a eventi molto molto grandi, non come quello di oggi ma comunque molto popolati; ma non mi bastava. Il mio amore per il Fantasy e il mio bisogno di magia erano tali che riuscivo a sopperire leggendo libri, vedendo i film e giocando a Dungeons and Dragons ma era sempre un surrogato di quello che io volevo vivere davvero. Non volevo più fare finta, io volevo davvero vivere una vita da Hobbit perché in loro vedevo dei personaggi che proprio mi appartenevano. Non avrei mai potuto desiderare di essere un elfo, gli Hobbit sono contadini e io ho sempre abitato in un mondo rurale per cui mi viene molto naturale immedesimarmi in una cosa del genere>>.

È qui che ha iniziato a prendere forma l’idea della Contea Gentile?

<<Dopo tanti anni a parlarne, a immaginare e a dirsi “ma quanto sarebbe bello vivere in una Contea come quella degli Hobbit” con mia moglie e i miei figli (perché negli anni il mio sogno è diventato quello di tutta la mia famiglia), nel 2018 ho acquistato questo terreno. Non dico quanto mi è costato ma ho buttato tantissimi soldi. Tra l’altro, e l’ho scoperto solo dopo averlo comprato, questa collina è stata una discarica abusiva, per cui l’ho fatta bonificare e ripulire per renderla un terreno normale. Un mese dopo ho deciso di farci un piccolo evento, ho costruito la prima casetta finta come quelle degli Hobbit, era un po’ una catapecchia ammettiamolo, e ho inaugurato “Buon compleanno Bilbo”, un evento gratuito a cui sono venute più di 200 persone. Eravamo tutti vestiti da Hobbit ed è stato un momento davvero speciale. Inizialmente il mio sogno era costruire una casa per me e la mia famiglia; era un sogno molto più ristretto e umano. A un certo punto dopo l’evento tutti i partecipanti mi abbracciarono, alcuni in lacrime, dicendo che non volevano andarsene. Mi dicevano “Quanto vorremmo rimanere qui con te nella Contea non solo per un giorno ma sempre”. Allora ho capito che forse sarebbe stato ancora più bello condividere questo sogno non solo con la mia famiglia ma di renderlo aperto a tutti. Lì nasce il progetto della Contea Gentile, un luogo dove le persone possono trovarsi e stare insieme con uno spirito diverso. Si, architettonicamente si tratterà di costruire delle casette vere e proprie ma questo posto è già Contea, l’aria che si respira è quella della comunità, della vicinanza tra persone e di condivisione>>.

L’ho respirata quest’aria e ha davvero qualcosa di speciale. A lungo termine, però, qual è il tuo obiettivo?  Vuoi creare uno stile di vita diverso?

<<Non diverso, lo abbiamo dimenticato ma non è diverso. Siamo troppo complicati adesso. Cosa porta una persona a commuoversi quando viene in posto come questo? Persone in un luogo verde, solo questo. 50/100 anni fa era la normalità incontrarsi in un luogo verde, ovviamente non bisogna idealizzare il passato perché allora si stava anche molto male. Ci sono degli elementi, però, di cui abbiamo bisogno per forza: le persone e la natura. La magia della Contea non sono le case Hobbit, sono gli altri, le persone e le relazioni che si costruiscono. Abbiamo bisogno di stare insieme non solo perché stiamo uscendo dal Covid, questo è un retaggio molto più “antico”, passatemi il termine. Ci stiamo allontanando gli uni dagli altri e facendolo ci stiamo staccando anche da tutto il resto. La contea è un ritorno proprio allo stare insieme, per questo ho chiamato questo evento “Bentornati a casa”; perché dopo tanto tempo che sei lontano da casa vuoi rivedere la tua famiglia, le persone che ti stanno vicine, ed è esattamente quello che succede qui. Il successo di un evento come quello di oggi deriva dal fatto che tutte le persone che vengono sono ben disposte ad aprirsi e a riunirsi>>.

https://www.laconteagentile.it/blog/

Un progetto così ambizioso come la Contea Gentile ha bisogno di finanziamenti per nascere, crescere e restare operativa. So della raccolta fondi e del profilo Patreon ma come è nata l’idea a qual è il tuo piano?

<<Inizialmente pensavo che l’unico modo per rendere la Contea Gentile una cosa reale era renderla un’attività commerciale. Il che era un’idea che andava un po’ a cozzare con lo spirito che voglio creare per la Contea. Mi avevano detto che l’unico modo per realizzare e mantenere il mio sogno era quello. Io ho cambiato idea, non voglio creare una cosa gratuita ma nemmeno un B&B. Così ho creato un’associazione, che si chiama La Contea Gentile per cui tutti possono venire in maniera totalmente gratuita e stare qui con noi nella Contea. Proprio perché deve essere di tutti, ora il percorso è molto diverso. A maggio iniziano i lavori della prima casa Hobbit dopo che da settembre a novembre abbiamo fatto un crowdfunding proprio per raccogliere fondi per costruire la Contea. Il prezzo per farla tutta era spropositato e il crowdfunding non è andato benissimo ma con i fondi raccolti possiamo realizzare una piccola casetta per iniziare a ospitare 4 persone alla volta. Poi ho aperto Patreon perché ho scelto di offrire la possibilità a chiunque di sentirsi partecipe del mio sogno attraverso una modalità innovativa che possa coinvolgere attivamente i miei sostenitori nell’attesa di portare a termine le componenti architettoniche di questo magico luogo. Purtroppo, i prezzi delle materie prime sono talmente aumentati che se l’anno scorso potevo fare la prima casa tranquillamente, ora mi è difficile. Però non demordiamo e con il supporto dei miei fan su Patreon, facendo eventi e raccogliendo fondi (essendo associazione possiamo chiedere fondi europei) potremo costruire piano piano le casette. Non voglio trasformare questo terreno in una metropoli Hobbit perché il progetto finale per come lo abbiamo ideato con un mio amico architetto (anche lui pazzo per il Signore degli Anelli) prevede quattro case Hobbit piccoline seminterrate più una grande casa con salone e cucina dove riunirsi tutti insieme. Io sono cuoco pasticcere e anche i miei genitori cucinano quindi stare insieme e mangiare è nel mio DNA. Proprio nel cibo, secondo me, sta la magia di un evento: il cibo è vita e quando le persone stanno insieme, mangiano e condividono la loro vita stanno bene. È tutto collegato. Con più di quattro casette diventerebbe un villaggio turistico e non è quello che voglio perché lo spirito della Contea si perderebbe. Voglio che sia un porto franco per tutti coloro che vorranno venire, per questo ho rinunciato a farci qualcosa di commerciale e lucroso>>.

Secondo te, la Contea Gentile mostrerà la magia dello stare insieme a una generazione che fa fatica ad avvicinarsi a questi ambienti e a questi modi di condividere?

<<Dovete immaginare la Contea come una scenografia di un qualcosa che un domani, credo, saremo obbligati a fare: un contatto più diretto con la natura in una dimensione più contenuta e ristretta della vita. Qui non ci sono ancora gli orti e il pozzo ma l’idea è creare un ecosistema che si autosostenta. Quello che stiamo vedendo, collaborando con chi si occupa di tutela del suolo e con il WWF, è che la Terra di Mezzo ce l’abbiamo già, non dobbiamo andarla a cercare nei libri e nei film. Se non la preserviamo però, l’unico modo per viverla sarà solo grazie alla fantasia perché sarà diventata leggenda. Io non sono qui a dire che tutti dovremmo metterci a creare micro-comunità agricole, è pura utopia, ma se chi ne ha la possibilità facesse qualcosa del genere potremmo tutti contribuire ad aiutare la nostra terra. Io mi impegno per la sostenibilità ma metto le mani avanti, per l’elettricità che serve a fare questo evento sto usando dei generatori diesel, sto inquinando e mi rompe, perché non c’è un’alternativa. Io sono alla ricerca di un modo sostenibile di alimentare la contea, e se ci riesco io con le mie poche forze, chiunque può farlo. Il messaggio che io lancio sui social è che se io, Nicolas Gentile, sono arrivato in tutto il mondo facendo parlare di una cosa che ancora non c’è, vuol dire che tutto e possibile. E spero che altri “salvino il mondo” un pezzettino alla volta perché nessuno può farlo da solo. Io ho bonificato questa terra, l’ho salvata e so che possiamo stare bene, le porticine tonde sono solo scenografiche. Il progetto è nato durante la pandemia sui social, si chiamava My Hobbit Life ma poi la parola Hobbit l’abbiamo dovuta togliere per questioni di diritto d’autore ed è diventato la Contea Gentile. Il primo lockdown l’ho vissuto con la mia famiglia nella grande casa in cui siamo io, mia moglie, i miei figli e i loro nonni. Siamo stati benissimo ma ogni sera vedevo numeri e situazioni spaventose e io volevo proprio comunicare alle persone che quello era solo un momento brutto e che c’è ancora modo di vivere bene la vita>>.

A prima vista sembrerebbe che tu voglia creare una specie di metaverso nel mondo reale dove scappare ed evadere. I tuoi sforzi però puntano in un’altra direzione, più comunitaria e ancorata alla contemporaneità. Speri che altri imitino il tuo approccio e i tuoi metodi?

<<C’era un proto-progetto della Contea che era partito nel 2012 dove io volevo costruire una casa Hobbit non qui ma su una montagna ancora più lontana, in un parco naturale dove essere protetto dalle brutture del mondo. Io stesso volevo evadere, scappare e nascondermi ma col tempo ho cambiato la mia percezione del mondo. Il fatto di fare la contea qui è stato un modo non per scappare ma per fare la mia parte. Immaginate il mondo come un puzzle che è stato completato ma ora girato al contrario, state guardando il cartone non l’immagine bella. Io ho preso il mio pezzo di puzzle e l’ho girato dall’altra parte. Io vorrei che anche gli altri girassero i loro pezzetti. Non voglio creare un mondo alternativo ma cominciare a salvare quello che abbiamo. Il fatto del metaverso e dei social in cui ci stiamo rifugiando perché fuori fa schifo (io stesso uso i social per mostrare il lato più bello della Contea) ci sta allontanando dalla terra vera, dove vivere bene, perché se non smettiamo di rovinare il nostro ecosistema non avremo più nemmeno un cellulare con cui entrarci nel metaverso. Questo è il motivo per cui dobbiamo prima di tutto tornare alla terra senza però tornare al passato. Dobbiamo aggiustare la rotta sbagliata su cui siamo e tornare alla terra con la tecnologia giusta, alimentata da fonti rinnovabili, e viverla bene piuttosto che come i nostri nonni che vivevano in campagna ma si spaccavano la schiena e morivano a 30 anni.  Abbiamo questa opportunità oggi ma forse un po’ per pigrizia un po’ perché non siamo abituati (io stesso non ho mai coltivato un pezzo di terra, ho cominciato da poco a zappare) dovremmo non più evadere ma, per citare una popolare serie tv, Riprenderci tutto quello che è nostro. Stiamo perdendo il nostro patrimonio naturale e io voglio fermare questa cosa. Non voglio più una fuga, voglio che la Contea Gentile sia il punto di partenza di una cosa virale, nel senso letterale della parola: se altri hanno la mia stessa idea, ben venga. Altre Contee sono le benvenute: cambiate il mondo come lo volete voi. Io spero in qualche modo, nel mio piccolo, di essere riuscito a contribuire, poi vedo le risate e le lacrime di chi viene qui e sono contento perché vuol dire che qualcosa di vero è rimasto negli altri>>.