Per la seconda volta gli esports faranno la loro comparsa alle Olimpiadi. Non come disciplina, non ancora almeno, ma come una sorta di torneo pre-olimpico e ufficialmente associato ai Giochi di Tokyo2020. Come giĂ accaduto con le Olimpiadi invernali di Pyeong-Chang 2018, in cui fu Starcraft 2 a essere protagonista con la vittoria della giocatrice Scarlett, Intel ha deciso di proseguire nel suo percorso di avvicinare il mondo degli esports a quello dello sport al massimo livello, questa volta con i Giochi estivi nipponici.Â
Come annunciato a settembre i tornei pre-olimpici esports porteranno i migliori giocatori al mondo su due titoli a sfidarsi in un lungo percorso competitivo che inizierà a marzo con le qualificazioni per ogni nazione selezionata e regioni geografiche da cui si qualificheranno i migliori tre. A partire dal 2 marzo inizieranno le prime gare di qualifica su Street Fighter V: Champion Edition, titolo Capcom, e Rocket League, targato Psyonix. Questo avvicinamento non deve assolutamente stupire per due buoni motivi. Da un lato Intel è da sempre uno dei principali sponsor del gaming competitivo: è sufficiente ricordare la longevità dell’Intel Extreme Masters, uno dei più importanti circuiti al mondo che ha come title sponsor proprio l’azienda leader. Dall’altro Intel è partner tecnico del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale e di riflesso anche dei Giochi Olimpici.
Dopo le qualifiche online la competizione proseguirĂ dal vivo a Katowice con i migliori team al mondo raggruppati in gironi all’italiana: i due team vincitori di ogni gruppo conquisteranno l’accesso all’evento finale, gli Intel Worlds Open Finals di Tokyo dove troveranno i rappresentanti del Giappone, giĂ qualificati di diritto in quanto nazione ospitante. I restanti team non qualificati parteciperanno a un ulteriore tabellone a doppia eliminazione: i tre finalisti di questa fase otterranno il passo per il paese nipponico dove potranno lottare per un montepremi complessivo da 500.000 $ equamente diviso tra i due titoli esports.Â