Intervista a Gimondi: una chiacchierata tra Giro d’Italia virtuale ed esport

Norma Gimondi, vicepresidente della Federazione ciclistica italiana e membro della Giunta CONI, ci rivela le proprie idee e le proprie opinioni su due temi molto importanti: eSports e Giro d’Italia Virtuale.

A cavallo tra settembre e ottobre prenderà il via il primo Giro d’Italia Virtuale, organizzato da RCS sport sulla piattaforma di indoor cycling BKOOL.
In attesa di maggiori informazioni, che gli appassionati potranno leggere a breve sul nostro sito, abbiamo avuto il piacere di parlare dell’argomento (e di molto altro), con Norma Gimondi, un’autorità nel mondo del ciclismo prima ancora che figlia dell’eterno campione, Felice.

Rompiamo il ghiaccio con la domanda più pressante, chiedendo all’avvocato Gimondi, in qualità di Vicepresidente della Federazione Ciclistica Italiana, di farci capire la sua posizione rispetto alla diffusione dello sport virtuale: “Lo sport virtuale“, ci spiega, “può essere, per alcuni sport, un interessantissimo strumento di reclutamento: il CIO non ha intenzione di prendere le distanze da questa realtà, ma di salvaguardare i valori del movimento. Le singole federazioni internazionali e nazionali vanno supportate per sviluppare un settore eSportivo al proprio interno: la politica del CIO, a oggi, sembra avversa al riconoscimento di una singola realtà che si occupi specificatamente di eSports, ma sta lavorando per creare un collegamento attraverso le federazioni internazionali tra il mondo degli sport tradizionali e la comunità degli sport simulati”.

Per quanto riguarda il Giro d’Italia Virtuale qual è la sua opinione riguardo alla possibilità che questo evento possa avvicinare più giovani e atleti alla disciplina: “E’ una strada interessante. La giunta del CONI riunitasi a luglio ha affrontato l’argomento, prospettando la possibilità di sfruttare per alcuni sport (in particolare motociclismo e automobilismo) il simulatore per la formazione dei futuri atleti, anche come forma di reclutamento. Ritengo, inoltre, che potrà attrarre l’attenzione degli appassionati, soprattutto quelli più giovani pur mancando, a mio parere, la sensazione della libertà data dall’aria aperta nelle manifestazioni ciclistiche reali”.

Il nostro Paese ha, da sempre, un’enorme tradizione legata al ciclismo di Coppi, Bartali, Pantani, senza dimenticare suo padre, Felice Gimondi. A suo parere queste imprese potranno essere in qualche modo raggiunte anche in uno sport virtuale? “Il mio timore è che il simulatore possa, in qualche modo, privare il corridore di tutte quelle sensazioni che spesso ti aiutano a superare la fatica: certo, simulerà alla perfezione le pendenze e le difficoltà di ciascuna tappa, ma potrebbe non essere in grado di riprodurre il clima, la temperatura e il rischio di una discesa o di un arrivo in volata a ranghi compatti, che catalizzano l’attenzione del corridore. Personalmente ritengo che manchino il contatto con il pubblico sulla strada, con la natura, con la realtà, tutte cose che possono modificare completamente la prestazione di ciascun atleta. Resto comunque molto curiosa per la manifestazione che può essere un importantissimo palliativo in situazioni particolari, come questo periodo di COVID, e che, probabilmente, saprà attrarre il pubblico giovanile e, perché no, investimenti importanti”.

E’ evidente come la passione per il ciclismo muova anche le riflessioni dell’avvocato Gimondi che pur essendo legata, per affetto e un illustre passato, alla pratica reale del ciclismo e alla sua enorme tradizione in Italia, ci confida di essere curiosa del mondo eSport e del modo in cui il CONI e la Federazione riusciranno a creare un collegamento tra reale e virtuale. In questo senso ci svela la creazione di un Gruppo di Lavoro sul tema, presieduto da Giovanni Copioli, presidente della Fmi (Federazione Motociclistica Italiana) e istituito dalla Giunta Nazionale con lo specifico scopo di creare un futuro in cui sport virtuale e simulato possano essere due facce della stessa medaglia.

Nonostante nell’ufficio di Bergamo di Norma Gimondi si respiri la grandezza del passato, è innegabile come lo sguardo sia anche pronto a proiettarsi verso un futuro sempre più vicino.

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