Come si diventa esportivi universitari? Lo abbiamo chiesto ai vincitori del Red Bull Campus Clutch
Appena scesi dal palco dell’Estádio do Pacaembu abbiamo intervistato i 5 ragazzi del team Usa che pochi minuti prima, battendo il Canada 3-1, sono stati incoronati campioni del mondo (universitari) di Valorant. Ecco cosa ci hanno detto Braden “dip” Dippel, Ali “Ali” Salahedin, Benjamin “benjii” Park, Hunter “furbsa” Mcmillan e Tyler “Tyler” Tidwell su come hanno conquistato il più grande torneo universitario di Valorant al mondo e su cosa sia indispensabile per diventare un proplayer di un team universitario.
Portateci con voi nel vostro viaggio, dai ragionali ai nazionali fino a queste finali mondiali, ci sono stati avversari più tosti del previsto?
Il nostro campionato regionale è stato abbastanza facile. Siamo stati in grado di vincere con abbastanza tranquillità le due qualificazioni online che ci sono in Nord America. In una c’è stato un piccolo malinteso per cui ci hanno tolto la qualificazione ma poi ci hanno riqualificato quando è stato tutto chiarito. I regionali, però, erano solo una qualificazione per il nazionale in Texas, che onestamente è stata probabilmente la nostra competizione più difficile.
Le semifinali che abbiamo giocato contro il Fisher College, davvero una grande squadra, sono state una battaglia in salita. Ci hanno preso la prima mappa ma siamo stati in grado di rimontare, poi la finale è stata piuttosto facile. Essere qui in Brasile è fantastico perché abbiamo incontrato nuovi stili di gioco che non abbiamo mai avuto modo di sperimentare, ovviamente, perché provengono dall’altra parte del mondo.
C’è mai stato un momento in cui avete avuto paura di essere eliminati?
Onestamente no, non credo che nessuno di noi abbia mai pensato che ci fosse anche solo una possibilità di essere eliminati. Penso, però, che ci siano stati momenti in cui siamo stati leggermente frustrati. Durante tutto l’anno abbiamo avuto una compostezza piuttosto solida e siamo famosi per non tiltare o trollarci l’un l’altro. Ci sono stati momenti in cui la nostra energia si è abbassata un po’, ma tutto ciò di cui avevamo bisogno era uno slancio per rimetterci in piedi: per questo non credo che ci sia stato un solo momento in cui pensavamo che saremmo stati eliminati.
Come avete gestito il tifo avversario? C’erano molti sostenitori del Canada che si sono fatti sentire
lo abbiamo sicuramente notato e onestamente abbiamo lasciato che ci desse forza. Non ci siamo lasciati influenzare e lo abbiamo usato come motivazione.
Com’è stato sollevare quel trofeo?
É stato sicuramente un sollievo. Sono piuttosto nervoso… sono sempre nervoso, quindi sollevare il trofeo ci ha fatto finalmente tirare un sospiro di sollievo. sapevamo che era finalmente finita, e che potevamo tornare a casa sul nostro aereo ed essere semplicemente i campioni del mondo.
Qual è il prossimo traguardo che volete raggiungere?
Il prossimo obiettivo è continuare a dominare la scena universitaria di Valorant. C’è un grande torneo a Los Angeles, negli Stati Uniti, alla fine dell’anno e i nostri occhi sono puntati su quello. Dopo la competizione chi lo sa, non voglio spoilerare eventuali mosse o cose che potrebbero accadere più avanti nell’anno. Ma abbiamo grandi cose in arrivo.
Guardando indietro a questo 2022, in particolare agli eSport universitari, pensate che la scena sia migliorata sia a livello nazionale che internazionale?
Assolutamente si. La scena universitaria negli Usa sta esplodendo e continuerà a crescere. Il Red Bull Campus Clutch ha fatto un ottimo lavoro nel riunire molti fan e professionisti internazionali e penso che sia stato un modo fantastico per portare persone da tutto il mondo a giocare e competere.
Com’è stato questo il 2022 di Valorant? C’è qualcosa che vorreste aggiungere o togliere al gioco?
Fateci andare al poligono per allenarci mentre siamo in coda! Come fa Overwatch, è semplice e ci serve. Ah e poi serve una funzione per contrassegnare i giocatori ed evitarli come compagni di squadra in futuro. Poi serve un leggero rework del sistema competitivo per bilanciare meglio i compagni di squadra che si trovano giocando online. Spesso mi capita di trovare giocatori veramente scarsi che non dovrebbero essere in partita con me a competere. Poi ci piacerebbe vedere un sistema di organizzazione dei tornei in-game (Riot ha detto che sta arrivando ndr) per avere dei campionati come fa CS:GO con Faceit.
Che consigli avete per chi volesse entrare nella scena competitiva universitaria?
Reach out! (Che potremmo tradurre con “uscite dal vostro guscio!” Ci sono davvero tanti programmi, allenatori, club e veterani su Twitter; una strada esiste sicuramente. La vostra università potrebbe avere un programma esportivo o la vostra città potrebbe avere un locale dove le persone si ritrovano e altri 4 giocatori sono alla ricerca di qualcuno che faccia sul serio. La scena universitaria sta diventando sempre più popolare, non abbiate paura di sfruttare le molte opportunità che ci sono, ma per farlo dovete uscire dalla vostra comfort zone e vincere l’imbarazzo. Se non vi piace amen, almeno potrete dire a voi stessi di averci provato.