Nel suo intervento all’ultimo convegno dell’Aias, Ierussi ha sostenuto che “Non si può immaginare questo mondo come costituito di sole due facce: deregulation o volontariato”.
Nell’ultimo convegno di Aias, l’Associazione italiana avvocati dello sports, Jacopo Ierussi, ex responsabile Affari Legali di Gec, ora consigliere di Fide, la Federazione Italiana per le Discipline Elettroniche, è intervenuto con un approfondito studio che sottolinea l’importanza, per la scenza esports italiana, del riconoscimento da parte del Coni. L’avvocato Ierussi ha acconsenti a fornirci un estratto del suo intervento, che presentiamo qui di seguito.
Il mancato riconoscimento degli esport in Italia sta rallentando la crescita dei vivai e lo sviluppo del professionismo. L’impossibilità per le associazioni che si dedicano agli sport elettronici di essere iscritte nel Registro Coni impedisce alle stesse di accedere a tutta una serie di benefici fiscali strategici nonché di estendere l’applicazione ai cyber atleti della disciplina prevista per i rapporti di lavoro sportivo le cui tutele si stanno rafforzando o, almeno, così il Legislatore vuole come dimostrato dalla recente approvazione della riforma dello sport legata ai Decreti Spadafora. Lo scenario preferibile sarebbe quello in cui i cyber atleti possano in futuro avere una posizione contributiva presso un fondo pensione dedicato.
Sarebbe interessante poter capire, ad oggi, nell’epoca dei movimenti spontanei promossi dalle nuove professioni come i ciclofattorini, meglio noti come riders, oppure degli influencer / streamer su Twitch, arrivati a scioperare per le condizioni generali applicate alle loro utenze dalla piattaforma di Amazon (NoStreamDay), qual è la percentuale di Co.Co.Co., partite IVA e contratti commerciali stipulati nel settore esport rispetto a quella dei contratti di lavoro subordinato, magari applicanti il CCNL Commercio, tra i più flessibili.
Non si può immaginare questo mondo come costituito di sole due facce: deregulation o volontariato. Le prerogative di cui sopra sono di sicuro interesse per un fenomeno in fase embrionale il cui picco si è verificato nelle more della crisi mondiale, oggi ancora più grave. Le opportunità potrebbero essere tante e a dimostrazione di ciò, sono state avviate negli ultimi anni da alcuni tra i migliori team italiani iniziative/progettualità di alternanza scuola lavoro (ora denominato PCTO), volta a trasmettere ai partecipanti skill quali il saper impostare una simulazione di analisi di mercato, ideare un regolamento di competizione, produrre grafiche, comunicati stampa e post sui social network (ovvero principi basici di comunicazione aziendale).