Killer Clowns from Outer Space: la recensione asimmetrica

Kille Clowns from Outer Space diverte ma gli manca un piano per rendersi eccitante a lungo termine.

Killer Clowns from Outer Space è un gioco divertentissimo, ma solo per una decina di ore. Il nuovo multigiocatore asimmetrico targato Illfonic (autori di Ghostbusters: Spirits Unleashed) dedicato al film culto degli anni ’80 ha meccaniche intelligenti, un gameplay che richiede strategia, tanti easter egg e personalizzazioni. Ciò che gli manca è un sistema di progressione che invogli chi gioca a non abbandonare il titolo dopo qualche ora perché ha provato tutto quello che c’era da provare.

Essendo un multigiocatore asimmetrico, le due squadre non sono composte dalle stesse unità e non hanno gli stessi obiettivi. Gli umani devono scappare, e per farlo possono costruire, raccogliendo degli oggetti sparsi per la mappa, delle vie di fuga. I Clown, invece, vogliono uccidere tutti gli umani e impedirgli di scappare. Un povero essere umano da solo non può nulla contro un clown armato di pistola intrappolante nello zucchero filato e martellone comico che fa malissimo. Un gruppo di umani ben armati, invece, può riuscire ad affrontare questi mostri e mandarli al tappeto.

I Clown possono fare affidamento su una serie di minion per scovare le loro prede, gli umani, invece, possono mettersi alla ricerca di oggetti appuntiti per liberarsi dalle prigioni di zucchero filato. C’è una meccanica del rumore per cui le attività più rilevanti del gioco (correre, sparare, costruire una via di fuga) allertano i clown, e scappare come singolo umano potrebbe non garantire la vittoria se tutti gli altri restano indietro nelle mani dei mostri venuti dallo spazio.

Tra cani palloncino che fiutano le prede, macchinine invisibili, guantoni da box e tutto un arsenale assolutamente assurdo e divertente, i Clown sono stati la parte migliore del gioco. Il loro gameplay è assurdo, proprio come il film a cui si ispirano, e c’è abbastanza varietà, tra gadget, scenari e clownality (delle fatality a tema clownesco per giustiziare gli umani) per divertirsi a lungo con gli amici. Il problema di Killer Clown from Outer Space è giocare nei panni degli umani.

Qui c’è davvero poca originalità perché il flusso di gioco consiste nell’andare in giro di soppiatto a raccogliere risorse e armi per sperare di sopravvivere al prossimo, inevitabile, confronto con i Clown. L’unico elemento che aggiunge un po’ di brio all’esperienza è il fatto che ogni via di fuga permette l’evacuazione di massimo tre persone per cui è sempre possibile mollare tutti e levarsi di torno quando la situazione di fa spinosa. Quando si muore (o si scappa prima di tutti gli altri) la partita non finisce: partono dei minigiochi abbastanza divertenti che, se completati, permettono al giocatore morto di aiutare i sopravvissuti sbloccando risorse come salute aggiuntiva o una delle chiavi per la fuga.

Killer Clowns from Outer Space è un gioco live service che vorrebbe i suoi giocatori il più ingaggiati possibile. Con la progressione dei clown, grazie a un sistema di classi dal gameplay molto diverso tra loro, questa missione riesce relativamente, con gli umani fallisce in pieno. Illfonic non è riuscita a trovare un rimedio al fatto che il suo gioco è asimmetrico anche nel divertimento perché fare il clown è uno spasso, fare l’umano è poco originale e spesso tedioso. Giocare in gruppo aiuta non poco, soprattutto se una serata ha un’aria particolarmente esagerata ma dopo un paio di partite davvero divertenti, inevitabilmente, si inizia presto a sentire di aver già visto tutto ciò che il titolo aveva da offrire.

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