L’emergenza Covid-19 ha fermato lo sport in tutta Italia. Ed è così che molte federazioni hanno iniziato a provare interesse per il gaming competitivo che permette, giocando online e comodamente da casa senza infrangere le nuove norme dettate dalla situazione attuale, di rimanere comunque visibili e avere l’opportunità di farsi conoscere a un pubblico più ampio.
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Lo ha fatto la Major League Baseball americana, la MotoGP, la Formula 1 e l’NBA del basket con numerose iniziative che hanno coinvolto non solo videogiocatori professionisti ma anche gli atleti tradizionali delle suddette discipline, senza contare i numerosi showmatch realizzati in Italia in collaborazione con il mondo del calcio.
Adesso è il turno della FIDAF, la Federazione Italiana Di American Football che ha coinvolto, in collaborazione con la community Beast Mode Football, 32 squadre italiane, comprese quelle che regolarmente partecipano al campionato nazionale, suddivise in 8 gironi da 4 e con un calendario strutturato esattamente come la NFL, il massimo campionato americano e, notoriamente, quello di più alto livello qualitativo al mondo. Nonostante un problema dei server di Electronic Arts, di caratura globale, ne abbia fermato l’inaugurazione il 14 aprile, il giorno successivo il campionato ha preso regolarmente il via con la piena soddisfazione dei vertici della FIDAF, presieduta dal 2002 da Leoluca Orldando, attualmente anche sindaco di Palermo. In meno di 48 ore dal lancio della piattaforma dedicata il tabellone dei partecipanti è stato completato con l’elenco definitivo delle squadre iscritte al primo torneo italiano di Football Americano esports disputato sul videogioco Madden 2020.
Tre gare per giornata sono trasmesse sul canale Youtube della FIDAF per non perdere un attimo delle azioni di gioco, interamente commentate come una reale partita. Nell’attesa che lo sport fisico possa tornare a solcare i campi italiani di football americano, l’esperimento della FIDAF nel campo degli esports può rappresentare un’importante occasione d’incontro per questi due mondi, spesso distanti, che l’emergenza Covid-19 ha unito.
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