La Legge degli esports: cooperazione e principi universali

Ultimo appuntamento con lo Studio legale Ontier Pardo Vicenzi, che ci ha illustrato nelle scorse settimane l’attuale inquadramento giuridico, a livello globale del fenomeno degli esports. Dopo la prima parte, incentrata su quanto fatto sino ad ora in Italia e sulla posizione del Cio nei confronti degli esports, la seconda parte è stata dedicata all’inquadramento del gioco competitivo negli altri principali paesi europei. La scorsa settimana il contributo ha proposto un’analisi dei percorsi intrapresi da altri paesi del mondo nei quali gli esports costituiscono da tempo molto più di una nuova forma di intrattenimento. Chiudiamo oggi con una panoramica di quanto è stato fatto dai rappresentanti dei settori esports di ogni Paese e, nello specifico, della reazione di alcuni protagonisti del mondo degli esports all’emergenza sanitaria causata dalla Covid-19, che rende attualissima la necessità di avere a disposizione consulenti esperti e professionali.

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COOPERAZIONE E PRINCIPI UNIVERSALI

In risposta ad un quadro mondiale così frastagliato, non sono mancati interventi di collaborazione tra le associazioni di settore. Il più importante di questi, al quale hanno partecipato, tra le altre, una rappresentanza italiana (AESVI), europea (ISFE), americana (ESA), canadese (ESAC), australiana e neozelandese (IGEA) e britannica (UKIE) ha portato, nel novembre dello scorso anno, a sancire quattro “principi universali degli eSports”, da applicare nei vari contesti mondiali per fare in modo che ogni player o spettatore possa essere coinvolto attivamente in modo positivo e stimolante. Il primo principio è “Sicurezza e benessere”: tutti i membri della comunità degli esports hanno il diritto di partecipare alle competizioni in ambienti sicuri in cui siano banditi comportamenti o linguaggi violenti, che possano sfociare in minacce o molestie. Il secondo è “Integrità e fair play”: viene condannata ogni azione volta a barare o a compiere azioni di hacking, così come tutti i comportamenti disdicevoli, ingannevoli o disonesti. Il terzo principio, “Rispetto e inclusività”, vede gli esports promuovere uno spirito di sana competizione. In eventi dal vivo, così come in quelli on-line, tutti i membri della comunità esports devono mostrarsi rispettosi e cordiali nei confronti degli altri, che si tratti dei compagni di squadra, degli avversari, dei direttori di gara, degli organizzatori o degli spettatori. Il quarto ed ultimo principio si chiama “Attitudine al gioco positiva e propositiva”: stabilisce che gli esports possono aiutare i giocatori a rafforzare l’autostima e la propria cultura sportiva, portando anche alla nascita di solide relazioni di amicizia tra compagni di squadra, avversari e membri della comunità nel suo complesso. 

In conclusione, siamo in presenza di una attività in forte crescita e di impronta globale. 

Un settore in tale crescita necessita indubbiamente di una legislazione globale, quanto meno di cornice, che ne accompagni e regoli il rapido sviluppo, disciplinandone con normativa di principio il funzionamento ed intervenendo a regolare specificamente gli ambiti di preoccupazione, perché il quadro normativo colga e rappresenti fedelmente dinamiche di una rappresentazione e-sportiva senza confini e connessa worldwide. Gli aspetti giuridici da tenere in considerazione sono numerosissimi: dalla struttura societaria degli e-clubs all’inquadramento e forma contrattuale degli e-atleti, dalla apposita regolamentazione dei diritti di proprietà intellettuale dei produttori di giochi destinati agli esports e degli organizzatori delle manifestazioni alla gestione dei contratti di sponsorizzazione e di distribuzione televisiva e digitale e di sfruttamento dell’immagine, passando per la tutela dei dati personali degli e-atleti e degli utenti. Soltanto in presenza di una siffatta regolamentazione tutti gli stakeholders coinvolti nel mondo esports (i produttori di videogiochi, i team, le associazioni e federazioni, i giocatori, gli organizzatori degli eventi e delle competizioni, gli sponsor, le emittenti televisive e gli investitori) potranno usufruire di una chiave di lettura uniforme ed adeguata (e non eccessiva) tutela giuridica internazionale, con indubbi vantaggi in termini di sicurezza degli investimenti, crescita e ricavi per l’intero settore. È evidente, pertanto, la necessità per chiunque si affacci in questo settore di chiedere e ricevere assistenza esperta e professionale, al fine di non incorrere in passi falsi giuridici e dubbi interpretativi che potrebbero frustrare gli investimenti e lo sviluppo di un progetto in ambito esports. Ciononostante, il mondo degli esports continua a registrare una crescita verticale e costante, ancor più in questo momento, certamente drammatico dal punto di vista sanitario ed economico, in cui il mondo sta affrontando la pandemia da Covid-19. Proprio ora, infatti, si sta registrando ancora maggior crescita per il movimento esports: per quanto riguarda l’automobilismo, alcune leghe (ad esempio Formula 1 e Nascar) hanno già deciso di sostituire le manifestazioni sospese per l’emergenza con tornei on-line; nel basket, la lega NBA ha organizzato il torneo on-line “NBA 2k20”, perfezionando inoltre un accordo con ESPN per la trasmissione delle partite sul canale televisivo.

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