Chi ha detto che gli esports sono roba da ragazzini? L’età è solo un numero per un gruppo di videogiocatori sessantenni che ha preso parte a un torneo di League of Legends all’università Hungkuang di Taichung, Taiwan.
La squadra di anziani dai capelli argentati si chiama Hungkuang Evergreen Gaming. È stata fondata da Huang Jianji, il direttore del dipartimento di sviluppo e applicazione dei giochi multimediali dell’università. Il giocatore più giovane del team ha 62 anni, il più vecchio 69.
«Francamente parlando, sapevo molto poco di computer. Non ho mai pensato di imparare, perché preferisco le interazioni con le persone -, ha dichiarato ad Ap news una delle player, Chiang Yi-Shu, 65 anni -. Ma quando ho iniziato a giocare, ho capito che faceva bene al cervello. E soprattutto l’uso delle mani, ci vuole manualità». La sua coach, Ego Hsu, ha rivelato che la signora Chiang si è fatta un’ora di viaggio da casa all’università per allenarsi cinque ore alla settimana.
Hsu ha proposto a questo team di sessantenni un approccio al gioco un po’ diverso dal solito: se in League of Legends uno dei principali obiettivi è uccidere, lei ha cercato piuttosto di focalizzarsi sul far sì che i membri del team si godessero il gioco. «Penso che vedere ogni volta il proprio personaggio ucciso provocherebbe loro una depressione – ha spiegato l’allenatrice ad Ap -. Se il loro personaggio venisse ucciso in fretta, me ne prenderei la responsabilità, perché sarebbe colpa mia non avergli insegnato bene».
Numerosi studi hanno rivelato che chi gioca spesso ai videogame gode di una miglior memoria e di una maggiore capacità di controllare i propri impulsi rispetto a chi non gioca. Nonostante la squadra dei Hungkuang Evergreen Gaming non abbia vinto il torneo, è riuscita a superare l’iniziale diffidenza nei confronti della tecnologia. E ha dimostrato che non è mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo o per coltivare un hobby considerato insolito per la propria età.