Nato come un passion project, il team di Qlash è stato di recente impegnato nel Girl Gamer Oradea Festival e punta alle leghe europee.
È una delle anime delle Qlash Midnight, il team tutto al femminile che abbiamo visto di recente impegnato nel Girl Gamer Oradea Festival. Lei è Melanie “Lilyane” Santamaria, streamer e player già molto nota al pubblico di League of Legends, tanto da poter vantare uno zoccolo duro di appassionati che la seguono in 31.279 sul suo canale Twitch. Esportsmag ha incontrato “Lilyane” in esclusiva: ci ha raccontato del nuovo progetto tutto al femminile di Qlash, dei prossimi impegni che le attendono, ma anche di tanti altri temi centrali quando si parla di donne ed esports.
1)Come sono nate le Qlash Midnight?
Qlash Midnight è un progetto che è stato fatto da Qlash per espandersi per quanto riguarda la già molto piccola scena femminile. Praticamente è nato come un passion project, un progetto che abbiamo voluto io e un’altra ragazza che si chiama Xaroula, greca, che gioca nel ruolo di Support nel nostro team. Avevo già bazzicato brevemente nella scena femminile, con il team MENA dei Galaxy Racer. Dopo il mio split avevo deciso di non ritornare nella scena femminile, perché faccio la streamer come lavoro e giocare scrim cinque volte alla settimana e streammare è un po’ faticoso. Quindi mi sono presa una pausa. Dopo un po’ questa ragazza, che io conoscevo già perché anche lei aveva fatto alcuni try out, mi ha detto: «Senti, sta arrivando una competizione che è una delle maggiori della scena. Si chiama Girl Gamer Festival e stanno giocando proprio oggi. Mi piacerebbe molto trovare un team per parteciparvi, anche perché quando ti fai vedere in questi tornei le organizzazioni ti notano. Sarebbe una cosa carina». E io le ho risposto: «Sì, sarebbe una cosa molto figa, però dobbiamo assicurarci un roster buono». E così, con un po’ di passaparola, abbiamo formato un roster che in realtà non era quello di adesso. Abbiamo cambiato Jungler e AD Carry perché già nella scena maschile non è facile trovare gente per questo ruolo: i Jungler e i Toplaner sono abbastanza rari e nella scena femminile, dove la player base è anche più bassa, ancora di più. Allora con un po’ di passaparola siamo riuscite a trovare ragazze che, fortunatamente, non avevano un’organizzazione dietro e abbiamo formato questo team, che è nato come una cosa tra amiche. Io lavoro per Qlash già da due anni come content creator. Ne ho parlato col mio manager, chiedendogli se i Qlash fossero interessati a esplorare la scena femminile e magari ampliarla un po’, anche perché se dai un buon esempio credo che la gente si senta ispirata. L’idea è piaciuta e adesso abbiamo formato un team.
2) Vuoi fare gli onori di casa e presentarci le tue compagne di squadra?
Adesso è un po’ complicato perché siamo in try out sia per Top che per Jungler per esplorare nuove opzioni. Quindi per ora siamo tre confermate e quattro con una ragazza, la nostra vecchia Jungler, che probabilmente sposteremo di ruolo se potrà venire a giocare con noi. C’è la nostra AD Carry, “Zavee”, il suo nome in realtà è Emily. Lei gioca a League competitivamente già da un annetto, però non giocava nella scena femminile, ma in quella mixed. Sta giocando anche adesso nella terza divisione di Prime League, la lega tedesca, e punta a lavorare negli esports come professionista, tanto è vero che viene sponsorizzata da Telecom, un’associazione che si occupa di qualità negli esports. Infatti ha molte occasioni di andare a lavorare, a vedere nelle gaming house dei team di LEC. Lei ha molta esperienza e ama molto il mondo degli esports. Ha tanta voglia di migliorare ed è un’ottima team mate perché ti sprona a diventare brava. Poi abbiamo la nostra Support che è greca: “Delicate” in-game, ma il suo vero nome è Xaroula. Lei in realtà è molto giovane, ha 20 anni, ha fatto il Grandmaster, il Solo Q. “Zavee” ha fatto il Master 400 LP, lei invece ha fatto il Grandmaster 700 LP. Il suo ragazzo ha sempre giocato competitivo e lei, anche un po’ ispirata da questo, si è voluta migliorare. Adesso che è a un livello nel quale si trova effettivamente a suo agio e si sente un buon player ha deciso di competere nella scena femminile, anche perché conoscere ragazze che condividono la tua stessa passione, si supportano a vicenda e creano un ambiente positivo credo sia molto importante per tutte noi. La Jungler che ha giocato con noi, invece, si chiama Sea ed è slovena. Anche lei è alla sua prima esperienza, è una rookie. È stata consigliata dalla nostra Toplaner che si chiama Evie ed è del Regno Unito. Lei è una personalità che ha messo tutto il team insieme, una persona molto gentile e divertente. Ha spesso delle opinioni molto forti a cui dà spesso voce, però è veramente divertente ed è veramente una brava ragazza oltre che, secondo me, un player con molto talento. Tra l’altro è quella con più esperienza tra di noi, perché ha giocato per un bel po’ di tempo in NLC, la lega UK, e ha fatto anche da head coach per alcuni team, sempre di NLC. Poi ci sono io, che ho giocato brevemente nella scena competitiva femminile. Un po’ di anni fa ho giocato anche nella scena mixed in Italia, però come Support, era prima dello swap, e ho fatto il Master 200 LP . Questa è la mia seconda esperienza nella scena femminile e la prima in un team europeo, perché prima ho giocato per il team MENA, io ero una degli import.
3) Com’è andato il vostro esordio, visto che avete esordito da poco?
L’esordio è stato turbolento sotto alcuni punti di vista, perché abbiamo cambiato alcune cose del roster: avevamo un’altra AD Carry e un’altra Jungler. Purtroppo con alcuni giocatori di League è difficile lavorare indipendentemente dal genere, quindi è sempre un po’ complesso. Abbiamo fatto alcuni cambi, avuto alcune turbolenze, ma in generale credo che abbiamo trovato un ambiente carino, dove tutte passiamo il tempo anche quando non ci sono scrim. L’unico problema è stato che il team è stato fatto molto vicino alla competizione e abbiamo avuto molto meno tempo rispetto agli altri di prepararci. Tutte le squadre che adesso competono hanno giocato insieme per tanto tempo e quindi hanno molta esperienza. Noi, invece, siamo alla prima esperienza: questo è stato uno dei motivi per i quali non siamo riuscite ad andare in LAN, oltre che per il fatto che “Zavee”, la nostra AD Carry, non ha potuto partecipare all’ultima partita, che è stata giocata con una sostituta. La sostituta è inesperta, ha 17 anni, era al primissimo game di esordio e quindi è stato un po’ più complicato. Purtroppo rode un po’ perché sono sicura che il nostro team fosse assolutamente da top due, in forma, però siamo state un po’ sfortunate con le tempistiche e i vari imprevisti. Sono comunque contenta perché tutte quante hanno preso il meglio da questa cosa e hanno detto: «Vabbé, questa è andata così» anche perché c’era poco tempo, non si sapevano gli impegni, gli orari. La prossima volta saremo preparate e sono sicura che questo sia un roster molto molto promettente se ci lavoriamo.
4) Come mai “Zavee” non ha potuto giocare nell’ultima partita?
Lei ha impegni con Prime League: gioca sia a Prime League, sia insieme a noi. Quindi ha dovuto sistemare i suoi impegni in base ai match che doveva giocare. Solo noi due settimane prima del torneo avevamo un’altra AD Carry, che però ci ha lasciate cinque giorni prima. Perciò abbiamo chiesto a lei in modo quasi disperato e non ci aspettavamo nemmeno che ci dicesse di sì. Però poi ha aggiunto: «Io alle otto di sera di quella domenica devo partire», perché aveva un impegno con sua madre. Lei era convintissima, aveva fatto quella settimana perché non c’erano i match di Prime League e quindi ha pensato: «Dato che è sera, ce la facciamo a finire in modo che io possa partire». Invece non ce l’ha fatta, perché il torneo è iniziato molto più tardi del previsto. Questa è stata tutta una situazione di poca organizzazione con gli admin, abbiamo avuto appunto problemi riguardo a quello: c’è stata poca comunicazione tra gli admin che facevano da portavoce dei team. Quindi non si è potuto giocare l’ultimo game e si è dovuto fare un remake del terzo game che, tra l’altro, stavamo vincendo. Diciamo che tutte quante erano un po’ inasprite da questa cosa, me compresa.
5) Provenendo da realtà diverse, dev’essere stato difficile amalgamarvi. Quali sono state le principali complessità incontrate?
Questo è un qualcosa che trascende il tipo di scena, perché si trova sia in ambito maschile che femminile. In questo caso io penso di essere stata relativamente fortunata perché, quando si tratta di giocatori di League, tanti di questi peccano di ego, nel senso che spesso devono sentirsi meglio degli altri per cercare di proteggere la loro autostima. È un po’ intrinseco con il senso di competitività in un certo qual modo. Però molti giocatori si fanno buttare giù da questo ego, nel senso che li penalizza sotto certi punti di vista. Per esempio, uno dei maggiori problemi che abbiamo avuto all’interno del team è stata la poca fiducia che veniva data da parte di alcune player al coach. Dicevano: «Ma io sono meglio di lui, e quindi non mi fido della sua opinione». Trovo che di questi problemi, appena sorgono, ne vada parlato e vadano sistemati, perché non va bene un ambiente nel quale non ci si fida nemmeno dello staff. Già non fidarsi dei team mate è grave, però in alcuni casi puoi trovare dei diversivi per non fartelo pesare troppo. Ma se non ti fidi dello staff in generale, allora diventa molto complicato. Questo è quasi sempre dovuto al fatto che i giocatori pensano di essere meglio di quello che sono e a volte va fatto un reality check. Bisogna subito affrontare questi problemi sul nascere, perché sennò poi la situazione diventa veramente orribile. Infatti i primi giorni siamo stati ore a discutere su punti di vista diversi, perché nessuno voleva accantonare il proprio e dire: «Va bene, io sono in disaccordo con te, ma andiamo avanti». Tutti volevano difendere i propri punti come se ne dipendesse la loro vita, quindi abbiamo perso un po’ di tempo così. Ci sono decisamente personalità più forti di altre: credo che Qlash, come me, non valuti solo la skill di un player individuale, ma anche cosa possa apportare come personalità al team. Spesso, in tantissime realtà, capita che in un gioco di squadra vengano inserite troppe personalità forti, oppure troppo poche. Quando le personalità sono troppo forti finiscono per calpestarsi a vicenda mentre, quando non c’è una personalità forte, il team gioca male perché non ha nessuno che gli indichi la direzione da prendere. Bisogna trovare un bilanciamento tra queste due alternative. Io credo che, fatti alcuni miglioramenti al nostro roster, siamo già a buon punto perché, e questa è una cosa che non ho mai ritrovato in nessuna delle mie esperienze, siamo amiche tra di noi, parliamo dei nostri problemi, passiamo il tempo insieme e giochiamo insieme anche quando non si tratta di League of Legends. Riusciamo a instaurare un rapporto che va oltre l’essere “colleghe”, quindi è più facile costruire un’atmosfera piacevole sotto questo punto di vista e spesso i malcontenti tra di noi vengono risolti personalmente.
6) Cosa pensi delle squadre e dei circuiti tutti al femminile? Mi è parso di capire che questi circuiti siano “un male” necessario, ma c’è chi li critica.
Anch’io la pensavo così, che non avesse senso fare i circuiti femminili perché, se sei un giocatore, sei un giocatore indipendentemente dal tuo genere. Questo sarebbe un ragionamento corretto se tutti la pensassero in questo modo, però dobbiamo anche constatare che intrinsecamente non è quasi mai così. Ho avuto la possibilità di conoscere tante giocatrici, molto, molto talentuose, in Italia e fuori, a cui spesso vengono tolte opportunità oppure devono dimostrare di essere il doppio più forti dei ragazzi. Ovviamente non sto facendo di tutta l’erba un fascio, però ho visto tante esperienze e le ho provate io stessa. Tante opportunità non ti sono date per il semplice fatto che sei una ragazza. Lo staff ha un po’ paura a prenderti perché teme l’effetto che può fare una ragazza su altri quattro ragazzi o anche per una questione mediatica, perché spesso, soprattutto in Italia, capita che quando un team performa male venga data la colpa alla ragazza, solo perché è una ragazza. C’è ancora tanta misoginia intrinseca in questo settore. Per quanto sarebbe bello che gli staff delle organizzazioni tutelassero un po’ di più le giocatrici, spesso è difficile, anche considerando quanta poca rappresentazione abbiamo avuto nel corso degli anni per quanto riguarda le leghe competitive. Tanto è vero che nelle leghe maggiori, quindi ti parlo di LCS o LEC, abbiamo avuto solo una ragazza, “Remilia”, che ha giocato nel ruolo di Support e l’hanno bullizzata così tanto che non l’ha più voluto fare. Quindi il circuito femminile è per molte di noi considerato un cammino che possiamo percorrere per migliorarci e, si spera, per farci vedere anche da altre organizzazioni. Perché, in un modo o nell’altro, dobbiamo farci vedere, dobbiamo far vedere che siamo capaci. Anche se adesso i circuiti si stanno ampliando un po’ e accettano di più la presenza femminile, dobbiamo comunque avere un circuito in cui farci vedere, sia per avere un po’ di esperienza competitiva che per avere un ambiente che ci supporti e non ci faccia sentire a disagio. Perché, dalle storie che ho personalmente vissuto e che ho sentito da mie care amiche, il disagio è proprio il sentimento predominante per quanto riguarda queste cose. Quindi, in sintesi, il dover competere in un circuito femminile è un po’ strano perché, scientificamente parlando, le donne non hanno assolutamente niente in meno degli uomini. Però, allo stesso tempo, abbiamo bisogno di rappresentazione perché, se abbiamo così pochi esempi, così pochi modelli da seguire e, in quei pochi casi, finisce pure veramente, veramente male, allora ci sta che tante ragazze non abbiano il coraggio di farsi avanti o di voler anche solo provare a migliorare.
7) Quali ostacoli bisogna abbattere secondo te per superare la suddivisione in tornei per genere e arrivare finalmente alle squadre miste?
Purtroppo capita spesso che si tenda a dare meno fiducia alle ragazze, ma non solo per la propria bravura anche solo per l’effetto che le ragazze possono avere sull’organizzazione. Quindi, secondo me, una cosa da fare assolutamente sarebbe avere un pass to pro un po’ più chiaro, in cui le ragazze possano competere tranquillamente e che sia magari gestito meglio. Perché spesso gli eventi nel circuito femminile sono tutti allestiti da organizzazioni a se stanti, che lo fanno per cercare di espandere il circuito. Sarebbe bello se gli venissero date un po’ più di attenzione e di cura, se fossero gestite meglio, e ci fossero più modi per le ragazze per provare se stesse e venire spronate a migliorare. Per esempio in Francia c’è un incubator, una specie di progetto che prende ragazze e membri della comunità LGBT e dà loro i contatti e le risorse per migliorare tranquillamente. Tante ragazze che conosco vengono da lì. Secondo me, fornire supporto, sapere che non verrai additata come la causa principale del danno se un team va male, metterebbe le ragazze in una situazione in cui si sentirebbero più a proprio agio con il competere. Perché non c’è niente che ti impedisca di competere, c’è solo il fatto che le ragazze, come le organizzazioni, hanno paura.
8) Quali sono i prossimi impegni che attendono le Qlash Midnight?
Questo torneo che è finito è stato anche un piccolo proving ground per vedere come andava la situazione, se potevamo essere interessati. Adesso che abbiamo deciso effettivamente di andare avanti con il team, dalla settimana prossima apriremo i try out per Top e Jungler. Quindi vogliamo esplorare le nuove opzioni, dato che il prossimo torneo nel circuito femminile dovrebbe essere la Coupe Féminine, che sarà probabilmente verso ottobre. C’è un bel po’ di tempo in cui ci si può allenare, valutare le opzioni e formare i nuovi talenti, perché Qlash valuta molto il talento, il potenziale che una persona ha. Ovviamente non prendiamo gente scarsa però, anche se non sei a un livello semi-professionale, se effettivamente hai talento e ti viene riconosciuto questo talento, siamo più che felici di accoglierti e supportarti nella tua crescita. Io, Qlash e tutte le ragazze siamo molto interessati a partecipare nella seconda o terza divisione di leghe europee.