Ormai da tempo gli eserciti di tutto il mondo hanno iniziato a mettere gli occhi sui gamer. Ma l’UK Army ha decisamente alzato il tiro, portando la campagna di reclutamento a un livello superiore con il progetto “Be the best”.

YOUR ARMY NEEDS YOU – La strategia usata dal Ministero della Difesa britannico per catturare i giovani parte da un presupposto: ciò che la maggior parte delle persone considera difetti e debolezze, per l’esercito è invece una risorsa e una forza.

I BINGE GAMERS – Così, uno dei manifesti pubblicitari ideati dall’agenzia Karmarama si rivolge espressamente ai “binge gamers” (giovani che giocano giorno e notte ai videogame), perché all’esercito serve la loro guida.

GLI SNOWFLAKES – Un altro chiama in causa gli “snowflakes” (gli ultrasensibili): spesso presi di mira e criticati per questa caratteristica, sarebbero invece utili all’UK Army per la loro compassione.

ANTI-STEREOTIPI – E poi ci sono i “me me me millennials”, i “selfie-dipendenti” e gli “zombie da smartphone”. Insomma: l’obiettivo è ribaltare tutti gli stereotipi negativi sui giovani, per conquistare i nativi digitali e ingrassare le scarne falangi militari di Londra.

LE MOTIVAZIONI UFFICIALI – “L’esercito vede le persone in modo diverso e siamo orgogliosi di guardare oltre gli stereotipi e individuare il potenziale nei giovani, dalla compassione all’autostima”, ha dichiarato il maggior generale Paul Nanson.

Il REALE OBIETTIVO – Dietro queste lodevoli parole, si cela in realtà una motivazione molto più concreta: all’esercito mancano 5.500 reclute e il 47% di chi tenta la carriera militare abbandona già nella fase dei test preliminari.

IL POTENZIALE DEI GAMER – Oltre ai manifesti, l’esercito ha pubblicato anche un video su YouTube, rivolto espressamente ai gamer. Questi ultimi sono visti come il target perfetto per il reclutamento, perché giocare ai videogiochi e combattere in guerra sono attività che camminano mano nella mano. Il video è accompagnato dalla seguente descrizione: “L’esercito riconosce il potenziale, anche se gli altri non lo vedono. Il tuo esercito ha bisogno di te.”

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I PRIMI COMMENTI – La trovata pubblicitaria ha suscitato reazioni contrastanti. Sarah Hayward, una politica laburista, ha dichiarato su Twitter che l’esercito britannico “insulta i giovani”, definendo la campagna “una tremenda trovata”. Glenn Houghton, un anziano soldato britannico, ha invece elogiato l’iniziativa in un tweet, in quanto “segnale che i militari si stanno adattando alle nuove realtà del ventunesimo secolo”.

SUJOY ROY FAVOREVOLE – Tra coloro che hanno accolto con favore il tentativo di raggiungere i giovani della Generazione Z (pur citando i Millennials, la campagna ha infatti come target i nativi digitali tra i 16 e i 25 anni) troviamo Sujoy Roy. Ex giocatore professionista di Quake, Roy è ora direttore della sezione eSports per la piattaforma di scommesse Luckbox.

LE SKILLS DEI GIOCATORI – “I gamer dimostrano una straordinaria gamma di abilità, dalla strategia al processo decisionale per l’elaborazione della miglior scelta da fare. Giovani come loro sono esattamente quelli che l’esercito dovrebbe cercare di attirare”, è stato il commento di Roy.

TO PLAY IS TO GAIN – Dal suo punto di vista, “giocare a diversi generi di videogame aiuta a sviluppare una più ampia varietà di abilità nella vita. I giochi di strategia in tempo reale si basano sull’efficiente gestione delle risorse e sulla pianificazione di strategie a lungo termine per vincere. In un gioco d’azione frenetico – ha spiegato Roy -, devi prendere decisioni cruciali all’istante per sconfiggere il tuo avversario. I MOBA basati sui team favoriscono la squadra che coordina al meglio gli sforzi, richiedendo chiarezza nella comunicazione e leadership”.

NESSUNO ESCLUSO – Inoltre, ha continuato l’ex giocatore, “è importante sottolineare che il gaming è altamente inclusivo – chiunque può prendervi parte e ciò ha un grande valore al giorno d’oggi. Fondamentalmente, la comprensione e l’apprezzamento per il gioco apriranno le porte della tua carriera”.

NON SOLO NERD – Quanto ai manifesti che dipingono i giovani come “binge gamers” o “snowflakes”, Roy pensa che esistano ancora molti luoghi comuni sui gamer ma, “fortunatamente le cose stanno cambiando col passare delle generazioni. Le persone si rendono conto che il gioco non riguarda più solo nerd chiusi in stanze buie: giocare richiede abilità, è stimolante e altamente socializzante”.

CHI NON GIOCA IN COMPAGNIA…– “Molte persone – incluso me stesso – hanno creato legami grazie ai videogame, amicizie che durano da una vita e sopravvivono anche lontano dal mondo dei giochi. Il gaming – ha concluso Roy – è cresciuto fino a diventare una forma di intrattenimento dominante che porta con sé opportunità di lavoro. La compagnia per cui lavoro, Luckbox, esiste grazie al mondo dei videogiochi”.