Life is Strange: Double Exposure è un ritorno alle atmosfere, alle dinamiche e alle stranezze del primo capitolo e siamo contenti così.
Life is Strange è stato un capitolo importantissimo della storia dei videogiochi perché racconta la storia di una protagonista dello spettro LGBT che vive un avventura narrativamente molto matura e con meccaniche, e scelte, complesse e stratificate. I suoi sviluppatori provano da tempo a ricreare la magia della prima avventura di Max Caulfield con un successo decisamente relativo.
Double Exposure, la nuova avventura di questo franchise, è progettata per portare a termine questa missione non solo grazie alla storica protagonista, ora cresciuta e all’università, ma anche a un esplicito ritorno sui passi e le buone idee del primo capitolo. Si comincia dai poteri di Max che ora, dopo anni di inutilizzo, sono trasformati e sono passati dal riavvolgimento temporale al passaggio tra le linee temporali.
Double Exposure, infatti, ruota attorno a un omicidio e alla sua risoluzione/prevenzione. Nella prima ora di gioco, infatti, Safi, la migliore amica di Max, viene uccisa. In una timeline alternativa a cui la protagonista scopre ben presto di avere accesso, però, Safi è viva ma in grave pericolo. Non vogliamo farvi alcuno spoiler oltre queste premesse (che i due capitoli di prova hanno già svelato) perché la storia e le scelte di Max sono il cuore pulsante di questa esperienza.
Le vostre, azioni, infatti, avranno delle conseguenze. Che si tratti di rapporti sociali, relazioni intime, indagini o altri intrighi, Max ha un discreto livello di agenzia sul mondo che la circonda e potrete usarlo per forgiare la vostra storia a cavallo tra due linee temporali. Il parco giochi di questa detective story a base di fotografia (max e la sua reflex sono di nuovo il centro del gioco) è l’università di Caledon in Vermont, un ambiente tanto accogliente quanto misterioso.
Max non è una studentessa ma l’insegnante di fotografia e artista in residenza dell’università. Questo le permetterà sia di avere relazioni alla pari sia con gli studenti più grandi, i dottorandi alla cui cerchia appartengono i suoi amici, sia con i professori, i nuovi “adulti” di questa storia. Double Exposure è un gioco che riesce a dare un senso di crescita non solo della protagonista ma di tutta la storia, e persino del franchise.
Il flusso di gioco è moderno e scattante (resta sempre un titolo narrativo a bivi) i dialoghi più rapidi e pungenti e le citazioni meno spiegate e più emotive. Quest’ultima parte sarà la gioia di tutti i fan del primo capitolo ma il punto di attrito maggiore per chi arriva digiuno della serie. Il difetto più grande di questo Life is Strange è proprio questo: chi non ha giocato il primissimo capitolo della serie si ritroverà quasi completamente spaesato nelle prime tre o quattro ore di gioco.
Questo perché sono piene di riferimenti al passato di Max, alla terribile scelta che ha dovuto compiere alla fine di quel gioco e alla sua evoluzione come persona. Diventa difficile apprezzare anche la cura a livello artistico e narrativo che gli sviluppatori hanno messo nel gioco se non si ha presente il punto di partenza. Per questo consigliamo caldamente di andare a recuperare solo il primo capitolo di questa saga per potervi godere al meglio questo nuovo capitolo.
Tornando all’esperienza videoludica, Double Exposure ha un moderato livello di contenuti opzionali un sistema di gestione delle relazioni interpersonali non proprio nuovissimo, dialoghi ben recitati e una rete di scelte capace di dare spessore alla storia e potere decisionale a chi gioca. Quella messa in piedi da Deck Nine è un’avventura narrativa che merita il vostro tempo e che, cosa rara al giorno d’oggi, riesce ad andare avanti tornando un po’ indietro a stilemi e strategie che continuano a funzionare e a divertire.