Dobbiamo parlare di Lifeweaver.
Dopo avervi descritto nel dettaglio ogni componente del suo kit, oggi possiamo finalmente parlarvi delle nostre prime impressioni su Lifeweaver, il nuovo eroe di supporto che debutterà in Overwatch 2 con la stagione 4.
Cominciamo con i lati positivi: a livello di difficoltà questo personaggio, per essere competitivi, è complesso quasi quanto Wrecking Ball e questa è un’ottima notizia. Le sue interazioni con le abilità degli altri personaggi sono tante e tali che serve una conoscenza profonda del gioco per poterlo sfruttare al meglio e compensare con un’ottima strategia il suo bassissimo output di cure. Tutto questo è un’ottima notizia perché all’apice della curva di Apprendimento di Overwatch, soprattutto dal punto di vista dei personaggi di supporto, oltre ad Ana non c’era molto altro a cui aspirare. Lifeweaver è l’eroe di cui avevamo bisogno in termini di difficoltà e prospettiva di gioco per tenere lo sparatutto Blizzard interessante.
La sua ottima mobilità e la possibilità di influenzare il movimento avversario, poi, sono degli strumenti incalcolabili per le squadre coordinate che con la sua piattaforma e il suo albero possono colpire sul fianco o tenere un obiettivo anche sotto il fuoco di più ultimate. Il suo uptime, poi, è incredibile perché cambiare fuoco primario passando dalle cure ai danni ricarica automaticamente l’arma riposta rendendo questo personaggio estremamente versatile. Il suo stile di gioco è frenetico, c’è sempre qualcosa da fare, dal preparare una piattaforma al curare chi si allontana troppo. Ci è piaciuto molto questo eroe ma non è certamente privo di difetti.
Il primo, e il più impattante sul modo in cui lo giocherete, è che cura pochissimo rispetto a tutti i suoi colleghi. Servono due secondi pieni per caricare un bocciolo curativo da 65hp e il fuoco automatico non esiste, dovrete premere ogni volta il grilletto. Il suo scatto lo cura solo di 25 hp quindi più che un’abilità difensiva è pensato per essere uno strumento di aggressione e poi c’è l’abilità che negli ultimi giorni ha riempito il web di clip: Presa Vitale. Quest’abilità è la prima nella storia di Overwatch in cui un alleato può intervenire sul vostro movimento e posizionamento e voi non potete rifiutarvi. Il social sono pieni di esempi e guide su come tirare i propri compagni di squadra fuori dalla mappa ma per evitare queste situazioni surreali basta non essere dei troll con la partita degli altri.
Il problema di questa abilità, e un’altra ragione per cui consideriamo questo eroe così difficile da padroneggiare, è che può prendere i compagni di squadra mentre ultano, mentre si stanno andando a curare o mentre si stanno riposizionando. Intervenire sulle loro decisioni di gioco è un potere che dovrebbe essere riservato solo alle menti più acute che giocano a Overwatch. Chi dà al giocatore che usa Lifeweaver l’autorità per decidere dove deve andare o cosa può fare il suo compagno di squadra? Questo è un problema che non sapremmo come risolvere se non rimuovendo l’abilità ma dall’altro lato la possibilità di salvare un compagno da una ultimate e mantenere il vantaggio numerico è forte quasi come la resurrezione di Mercy.
Un discorso a parte va fatto per la sua Ultimate che, secondo noi, ha già bisogno di un nerf alla salute dell’albero perché tra la copertura e le cure che fornisce è una variabile così decisiva nelle mappe a obiettivo che quasi tutti gli scontri che abbiamo giocato con Lifeweaver in quel tipo di mappe sono stati vinti grazie al suo Albero della Vita.
Una cosa è certa: Lifeweaver è divertente da giocare e assolutamente unico nelle sue interazioni. Chi è alla ricerca di una sfida troverà padroneggiarlo un’impresa non da poco che richiederà diversi mesi per essere portata a termine. L’estetica è un qualcosa di assolutamente personale ma per quanto ci riguarda a noi non dispiace per niente il look di Lifeweaver che è già stato eletto uno degli eroi più attraenti dello sparatutto Blizzard.