Nel campionato coreano di League of Legends si discute del salary cap: cosa significa e cosa implica per la scena competitiva.
Mentre in Islanda l’LCK è pronta a mettere ancora una volta le mani sui Worlds 2021 di League of Legends per la settima volta, la seconda consecutiva, con tre squadre in semifinale, in patria si discute del futuro del campionato e in particolare della sua stabilità economica. Secondo quanto riportato da Upcomer la lega coreana avrebbe intenzione di introdurre il tetto agli ingaggi, quello che in inglese viene chiamato salary cap: in pratica un giocatore avrebbe un limite massimo di retribuzione annuale possibile oppure tale limite verrebbe applicato all’intero monte stipendi della squadra.
La conseguenza più importante è che le squadre non possono più far leva esclusivamente sull’ingaggio per convincere un giocatore ad accettare la loro corte, evitando al tempo stesso quella corsa al rialzo che viviamo quotidianamente in altri sport e che sta iniziando a verificarsi anche nell’LCS nordamericana di League of Legends. Si tratta di un tema decisamente delicato di cui abbiamo sempre avuto scarse informazioni nel corso degli anni. Solamente nelle ultime stagioni le cifre relative ai trasferimenti e agli stipendi hanno iniziato a circolare ufficialmente, come i quasi 6 milioni di dollari con cui i Cloud9 hanno convinto un anno fa il croato Luka “Perkz” Perkovic a firmare per loro.
In Corea al momento i salari non sono pubblicamente disponibili, il che rende più complicato comprendere delle cifre di cui si parla ma nel 2019 Inven Global condusse un sondaggio su 82 giocatori LCK che rivelò come l’anno precedente il salario medio fosse di 170 milioni di won, circa 146.000 $, ma con più della metà degli intervistati con un salario al di sotto degli 86.000 $. Nell’arco di tre anni la retribuzione dei giocatori è indubbiamente aumentata raggiungendo cifre più alte e significative. In Cina il campionato LPL aveva deciso di introdurre un tetto salariale già a partire dal 2020 con il cap fissato a 10 milioni di yuan, circa 1,6 milioni di dollari. Tuttavia tale regola non è ancora stata implementata.
Introdurre un tetto salariale sarebbe senza dubbio un’importante rivoluzione per la scena competitiva di League of Legends che eviterebbe di entrare in un vortice monetario espansionistico senza che abbia le solide basi finanziarie per poterselo permettere con una sfrenata corsa al rialzo nell’offerta economica per ingaggiare i giocatori migliori. Al tempo stesso, però, introdurlo in una sola lega sposterebbe semplicemente il problema in un altro luogo: nessuno potrebbe impedire a un giocatore coreano a quel punto di accettare un’offerta migliore, e superiore al salary cap, in un’altra lega ancora sprovvista, come l’LCS o l’LPL, le due leghe senza dubbio più prolifiche sul profilo economico con squadre pronte a ricoprire d’oro i giocatori migliori pur di averli con sé.
Altro aspetto, e possibile evoluzione del salary cap, potrebbe invece essere il luxury cap. Come già avviene in altre leghe competitive il tetto salariale non sarebbe un limite invalicabile bensì un livello oltre il quale ogni squadra che lo dovesse superare sarebbe costretta a pagare una sorta di multa: chi più spende, più paga, anche per gli altri. Perché offrire un contratto superiore al salary cap avrebbe come conseguenza il pagamento della stessa cifra (o di una percentuale a essa legata) come sanzione, il cui ammontare viene poi suddiviso tra le altre squadre della lega che non infrangono il limite. In Corea tra gli oppositori dell’introduzione della nuova regola, sempre secondo Upcomer, ci sarebbe l’organizzazione dei T1, i cui programmi per il futuro sembrano essere più liberali.