L’assessore della Regione Stefano Bolognini racconta i motivi che hanno portato a includere il gaming e l’esports nell’evento “La Lombardia è dei giovani”.
Dal 6 all’8 ottobre in Piazza della Regione Lombardia a Milano si terrà l’evento “La Lombardia è dei giovani”, inserito all’interno delle iniziative promosse dall’Unione Europea nell’Anno Europeo della Gioventù. Come vi abbiamo anticipato, tra i numerosi talk, incontri e tematiche ci sarà anche uno spazio dedicato al gaming e all’esports, settore in grande crescita che è stato scelto in quanto molto vicino al mondo dei giovani e dei giovanissimi. Durante la tre giorni, oltre alla possibilità di incontrare streamer, gamer e influencer del mondo esports, si parlerà anche di tematiche vicine al settore e ai giovani: soft skills, inclusività e cyberbullismo, grazie alla collaborazione con il Team Hmble responsabile e organizzatore dell’intera aria gaming. Per comprendere meglio come mai la Regione Lombardia abbia deciso di inserire tale settore all’interno dell’evento, abbiamo posto alcune domande all’Assessore allo Sviluppo della Città Metropolitana, Giovani e Comunicazione Stefano Bolognini.
La politica non sembra accorgersi molto spesso dei giovani, eppure la Regione Lombardia pare quasi in controtendenza: come è nata questa iniziativa?
“’La Lombardia è dei Giovani’ è una tre giorni che nasce con l’esigenza di rendere protagonisti i giovani e, in un periodo in cui, per diverse ragioni, si tende ad enfatizzarne i lati negativi, credo sia fondamentale, invece, metterne in luce le loro caratteristiche positive, che sono tantissime. In Lombardia, ma non solo qui, ci sono migliaia di giovani che studiano a scuola o all’università, praticano uno sport, si prodigano per gli altri nel volontariato, svolgono le attività più diverse e hanno idee e progetti che rincorrono con l’energia della loro età. Vogliamo accendere i riflettori, e non solo per questi tre giorni, su questi giovani: migliaia, anzi milioni, di ragazze e ragazzi che nella loro normale quotidianità sono dei modelli e vogliamo lo siano, anche attraverso iniziative come questa, sempre di più”.
Come può la regione Lombardia aiutare i giovani con questo evento? Qual è l’obiettivo?
“In questi tre giorni a Palazzo Lombardia ci saranno momenti importanti di confronto, partecipazione, riflessione su tematiche di stretta attualità per le nuove generazioni e che i giovani in primis ritengono fondamentali per il proprio futuro: orientamento, formazione, lavoro, educazione finanziaria, sostenibilità e cura del territorio, attività sportiva, impegno nel volontariato e per il sociale. L’obiettivo è proprio il loro coinvolgimento e la loro partecipazione, stimolandoli ad essere protagonisti tramite il dialogo e il confronto. Anche verso le istituzioni: una delle sfide più importanti per noi è proprio quella di avvicinare le nuove generazioni all’ente regionale, utilizzando i loro canali e i loro strumenti di comunicazione. Ed è anche per questo che abbiamo ritenuto imprescindibile la presenza di gaming e esports all’interno di quest’evento”.
Gaming e esports, un fenomeno in continua crescita anche in Italia: come mai inserirlo in questa iniziativa?
In un evento dedicato ai giovani, gaming e esport non potevano mancare. Rappresentano uno dei principali interessi di Gen Z e Millennials e il fenomeno sta diventando ormai una cultura, come lo è già da tempo a livello mondiale. Anche noi vogliamo contribuire alla crescita di questo settore, coinvolgendo i giovani e dando loro lo spazio per esprimersi.
Gamer, influencer, streamer, tutti professionisti ma soprattutto esempio per i giovani: quanto sono ormai diventati importanti secondo voi nel determinare le scelte, anche professionali, dei giovani?
Il gaming, come canale di comunicazione, permette ai giovani di interagire in maniera unica con i propri influencer e streamer preferiti. Il senso di community che ne deriva è uno dei motivi per il quale i ragazzi ripongono molta fiducia in queste figure, che giocano un ruolo importante nelle loro scelte quotidiane. Allo stesso tempo, rappresentano un modello professionale che fino a 10 anni fa non esisteva e a cui possono ambire anche loro.
Il gaming può essere anche uno strumento per affrontare argomenti importanti come l’inclusività, la disabilità e il cyberbullismo: in che modo secondo voi?
Come ogni ecosistema digitale, anche il gaming può essere un ambiente pericoloso, con episodi di tossicità e cyberbullismo. Abbiamo deciso di trattare questi temi a “La Lombardia è dei giovani” per combattere questo lato negativo del mondo online e promuovere l’inclusività che allo stesso tempo offre. Ogni giorno si creano legami tra giovani, che nascono sulla base della condivisione di esperienza di gioco, senza pregiudizi o distinzioni. In collaborazione con HMBLE, abbiamo invitato figure del settore per raccontare le loro esperienze e sensibilizzare su questi argomenti.
Cosa pensate che il gaming e l’esports possano dare al tessuto sociale, giovani o meno, e cosa invece pensate che la società può dare al gaming?
Nel resto del mondo, l’esport offre già molte opportunità lavorative, economiche e di sviluppo culturale. Lo stesso può avvenire in Italia, se a questo settore venisse fornito lo spazio e la fiducia adeguata. E’ per questo che siamo orgogliosi di contribuire alla sua crescita tramite questo evento.