Madiha Naz è stata la prima gamer professionista degli Emirati Arabi Uniti. In un’intervista pubblicata dal Khaleej Times racconta quanto sia stato difficile lottare contro gli stereotipi negli esports.
«Una maggiore rappresentanza delle donne negli esports può portare a un settore più inclusivo e diversificato». Non ha dubbi Madiha Naz, che nel 2020 ha fatto la storia degli esports del suo Paese, diventando la capitana del primo team tutto femminile del Medio Oriente, le Galaxy Racer. Cresciuta giocando ai videogiochi, non avrebbe mai immaginato che il suo hobby si potesse trasformare in un percorso professionale. Il momento in cui ha ricevuto il contratto con le Galaxy Racer non è stato solo un traguardo personale, ma ha rappresentato anche una vera e propria svolta per le donne negli esports del Medio Oriente e del Sud-Est asiatico.
Consapevole del peso che ha avuto, Madiha è oggi diventata ambasciatrice delle donne negli esports: il suo ruolo è ispirare sempre più donne ad aderire al settore, aiutare a promuovere i talenti locali e contribuire alla comunità globale degli esports. Tuttavia la strada per arrivare a questo traguardo è stata lunga e tortuosa. Ha dovuto far fronte agli stereotipi che dipingono le giocatrici come meno abili degli uomini nel gaming, dimostrando ogni giorno di essere all’altezza.
«Affronto questi problemi lasciando che la mia performance parli da sola – ha dichiarato al Khaleej Times -. Nel tempo prestazioni costanti possono cambiare le percezioni». E alle donne che vogliono provare a intraprendere una carriera negli esports consiglia la sua ricetta per superare gli ostacoli: credere in se stesse e nelle proprie capacità. «Il settore può intimidire, ma la tua prospettiva unica e le tue competenze hanno un valore inestimabile – ha spiegato Madiha -. Non aver paura di partecipare ai concorsi, di cercare un mentore e di fare rete all’interno della comunità di gioco. Ma, soprattutto, continua sempre a imparare e a migliorare le tue capacità».