Design primi anni ‘2000 e grafica contemporanea sono un’accoppiata che funziona sempre, soprattutto quando si tratta di un classico dimenticato.
Quella di Mario vs Donkey Kong è una saga che, da anni, aspetta l’arrivo di un nuovo titolo ma che, per ora, deve accontentarsi di un remake. Innamorato dei nuovi giocattoli a tema Super Mario, Donkey Kong, a volte rivale a volte alleato dell’idraulico più famoso dei videogiochi, decide di andare a rubarsene un bel po’ direttamente alla fabbrica visto che non è riuscito a trovarli in negozio.
Così inizia l’avventura di Mario, che riceve l’incarico di recuperare tutti questi giocattoli affrontando mondi diversi e una miriade di nemici. Il fascino di questo gioco sta nel fatto che è un ibrido che funziona bene: è troppo lento per essere un action, troppo pieno d’azione per essere un puzzle e allo stesso tempo troppo celebrale per essere un semplice platformer. É tutti questi generi e nessuno di loro, perché il suo gameplay consiste nel risolvere degli enigmi dinamici e con qualche ostacolo da superare, non di fretta, ma con astuzia.
Agli amanti dell’azione o della frenesia dei vecchi Mario in 2D potrebbe non piacere come formula, ma se siete alla ricerca di uno di quei videogiochi da godersi a bocconi sulla vostra Nintendo Switch, questo titolo è l’ideale perché rappresenta una sfida abbordabile, non troppo semplice, scalare e soprattutto appassionante. Ogni livello non occupa quasi mai più di una schermata e ha al suo interno una serratura da aprire o degli ostacoli da superare. Ci sono avventure bonus per raccogliere risorse e livelli finali in cui bisogna guidare i giocattoli di Mario (chiamati Mini) alla salvezza, e altri ancora in cui bisogna affrontare proprio Donkey Kong mentre vi tira contro degli oggetti, proprio come nel cabinato arcade con protagonista Jumpman.
C’è un netto senso di progressione all’interno di questo gioco. La difficoltà cresce, sì, ma a un ritmo quasi impercettibile. Gli ultimi livelli sono abbastanza tosti, ma li abbiamo trovati fattibili e quasi mai frustranti. C’è anche una modalità per chi vuole proprio mettersi alla prova con livelli extra davvero tosti in cui perdersi per raffinare le proprie abilità.
L’unico difetto che abbiamo notato è che, essendo un remake di un titolo per GameBoy Advance, c’è una macchinosità di fondo in alcune logiche di game design che potrebbero infastidire i giocatori più giovani, semplicemente perché appartengono a un’altra era. Noi non abbiamo patito il fatto che il gioco si prendesse più tempo, sia in fase di risoluzione degli enigmi più complessi sia quando, ad un nostro errore, abbiamo dovuto aspettare il reset dei vari meccanismi a tempo, ma è un fattore da tenere in considerazione se state pensando di prendere questo gioco.
Particolarmente adatto a intrattenere due persone con una singola console, siano essi due figli o una coppia in un lungo viaggio, il multiplayer di questo gioco è un altro elemento che ci ha convinto. Aggiunge un minimo di difficoltà (per esempio posizionando una chiave aggiuntiva in alcuni livelli) ma moltiplica il divertimento, perché dà molta soddisfazione battere in due i livelli (vecchi e nuovi) di questo gioco. Questo remake non solo ci voleva per il bene della serie ma ha dimostrato come sia possibile, nel caso di giochi di questo tipo, sfruttare il DNA di una serie iconica per creare nuovi contenuti fedeli all’originale.
Se a questo pacchetto aggiungiamo un sapiente accompagnamento musicale otteniamo il gioco ideale a fare da sottofondo a un lungo viaggio o a qualche tratta sui mezzi pubblici con picchi di ingegno in fatto di design dei livelli e un ritorno al passato con livelli vecchi e nuovi che fanno da tributo a un modo di fare videogiochi ormai estinto.