Match-fixing: Hobbit nella bufera

Il giocatore dei Cloud9 è stato accusato di aver partecipato a una combine nel 2015, sei anni fa: giusto condannarlo oggi?

Mentre in Belgio si sta svolgendo il Major di Counter-Strike: Go, arrivano nuove pesanti accuse a uno dei protagonisti. Secondo le testimonianze raccolte da Richard Lewis, reporter per Dexerto, il giocatore Abay “Hobbit” Khasenov, attualmente impegnato al Major di Antwerp con i Cloud9, avrebbe fatto parte di una combine organizzata nel 2015 in occasione del closed qualifier per la StarLadder Regional Minor Championship della regione Cis. 

I fatti del 2015

All’epoca Hobbit era un giocatore del team Party, in cui militava tra gli altri anche il kazako Rustam “5tryk#r” Alimkulov, la gola profonda di questo “scandalo”. È stato proprio lui infatti a confessare a Lewis come in occasione di quel torneo i giocatori si fossero accordati per perdere di proposito tutti i pistol-round dei match del group stage, scommettendo in prima persona proprio su questa “eventualità”. Si tratta di una sorta di soft-matchfixing, perché non va a determinare l’esito finale della partita, attirando così meno “attenzioni”.

Scommesse cancellate

Ogni giocatore del team Party, secondo la testimonianza di Alimkulov, avrebbe vinto 5.000 $ grazie al piazzamento di tali scommesse. Tuttavia i bookmaker dell’epoca decisero di cancellare successivamente l’esito di tali bet, insospettiti dall’eccessivo e inaspettato flusso di scommesse in quella direzione. Come raccontato nel report di Lewis, la motivazione è semplice: Fitch, uno dei cinque giocatori, aveva rivelato i loro intenti anche a persone esterne al team che avevano poi puntato, certi della vittoria, sulla sconfitta dei Party in ogni Pistol Rounds. I bookmaker decisero inoltre di eliminare il team dalle successive e possibili puntate.

Parola all’Esic

Tutte le prove raccolte da Lewis, incluse conversazioni tra Alimkulov e Hobbit, registrazioni su TeamSpeak e screenshot del sito di scommesse, sono state rigirate all’Esic, l’Esports Integrity Commission a cui la scena di Cs:go ha da tempo aderito come organo terzo che si occupi di garantire la correttezza delle partite e dei giocatori, intervenendo ed emettendo sanzioni vincolanti nei confronti di team o player. Lo stesso Hobbit, travolto dallo scandalo, si è detto disposto a fornire la propria testimonianza all’Esic: “Non sono mai stato coinvolto in casi di combine. Sono a disposizione per aiutare l’Esic nell’investigazione e dimostrare la mia estraneità: tutto ciò che ho ottenuto l’ho fatto con il mio duro lavoro. La reputazione conta più di tutto.

Niente prescrizione?

Il timing dell’accusa è certamente infelice, visto che Hobbit è impegnato nel Major di Cs:go. Tra l’altro è l’unico giocatore di quel team Party che è riuscito a proseguire la propria carriera arrivando ai massimi livelli, vincendo persino il Pgl Krakow Major nel 2017 con i Gambit Gaming, oltre al più recente Iem Katowice nel febbraio 2021. Un roster che è poi passato ad aprile 2022 ai Cloud9. La domanda interessante da porsi è tuttavia: non esiste una prescrizione negli esports? Anche qualora venisse confermata la colpevolezza di Hobbit, si tratta di un fatto accaduto ormai sette anni fa e, apparentemente, mai più ripetuto (non sembrano almeno esistere prove in questo momento in tal senso): sarebbe davvero corretto punirlo oggi, rischiando l’esclusione del Major, per un fatto così indietro nel tempo? Il matchfixing è un fenomeno che ha spesso flagellato la community di Cs:go, soprattutto negli anni passati e anche ad alti livelli competitivi: ricercare tuttavia di cancellare in modo spasmodico ogni singolo evento, anche dopo diversi anni, sembra però più appartenere a quella che oggi viene definita, appunto, cancel culture (applicata in questo caso al gaming) piuttosto che a una vera e propria necessità impellente.

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