Twitch ha rimosso il ban che aveva imposto una settimana fa al player e streamer della NBA Meyers Leonard per aver usato in diretta un insulto antisemita.
Durante una partita di Call of Duty: Warzone, l’attaccante dei Miami Heat si è riferito a un suo avversario usando parole molto offensive per la storia e la cultura ebraica, con il risultato che Twitch lo ha bandito quasi immediatamente. FaZe Clan, di cui Leonard è un investitore, ha anche detto che stava “tagliando i legami” con lui, anche se secondo il giornalista di eSport Jake Lucky, Leonard è ancora un investitore nella società.
Meyers Leonard has officially been unbanned on Twitch 1 week after his slur during a Warzone game
He’s also still an investor in FaZe Clan
— Jake Lucky (@JakeSucky) March 17, 2021
Secondo Lucky, il CEO di FaZe, Lee Trink, ha affermato che il processo di rottura dei legami con investitori di grosso calibro come Leonard è estremamente difficile. Diverse altre società hanno anche tagliato i rapporti con Leonard in seguito all’incidente, tra cui Astro Gaming e le sussidiarie di Corsair Origin PC e Scuf Gaming.
I Miami Heat e l’NBA hanno detto, dopo aver revisionato la clip, che condannano con forza le parole di Leonard e che avrebbero allontanato il giocatore dalla squadra a tempo indeterminato. In una dichiarazione in seguito al suo ban, Leonard si è scusato e ha affermato di non essere stato a conoscenza del significato della parola in quel momento e ha intenzione di contattare persone che possano istruirlo sull’odio antisemita. L’account Twitch di Leonard è tornato online sulla piattaforma ma lo streamer non è ancora tornato live.
Casi come quello di Leaonard gettano un ombra oscura sul modello di business non solo di Twitch ma dell’industria dello streaming in generale. Le ragioni del ban sono ovvie ma perché sollevarlo solo una settimana dopo? Quali sono i criteri? La community degli streamer e degli atleti eSportivi ha bisogno di linee guida ben definite per poter considerare Twitch una fonte di reddito stabile e non un mezzo di sostentamento appeso a un filo. L’ultimo report pubblicato dalla piattaforma in materia mostra tanti bei numeri ma nessuna legge o regola su come, perché e per quanto si viene bannati. É un modo di fare business unilaterale che all’industria non va giù e Twitch, senza i suoi creatori di contenuti, è solo un grossissimo server.