Metaphor: ReFantazio non è solo un nuovo grande JRPG di Atlus e Sega, è anche un titolo che è un capolavoro di design visuale e videoludico.
Tutta una serie di appassionati non ha bisogno di sentirsi dire quanto curato, folle, immaginifico e stratificato sia Metaphor: ReFantazio. Loro già amano i JRPG come la serie Persona (caposaldo dello studio di sviluppo Atlus) e non hanno bisogno di essere convinti delle moltissime cose che questo gioco fa bene, nonostante qualche difetto classico. Gli basterà sapere che la libertà creativa concessagli dai piani alti (merito della nuova proprietà intellettuale) ha permesso agli autori di sperimentare con idee veramente nuove che rendono questa esperienza imperdibile per tutti gli amanti del genere.
In questa recensione vogliamo parlare a chi, solitamente, evita i JRPG monumentali da più di 80 ore perché crediamo che, superate alcune difficoltà inerenti al genere, il potenziale artistico di questo gioco sia capace di abbattere diverse barriere. Sì, il combattimento è a turni (con microscopiche fasi action), sì, i dialoghi sono lunghi e sì, spesso il tono è molto drammatico, al limite dell’esagerato. Se proprio non potete tollerare queste scelte di design, questo non è il gioco per voi. Se, però, siete alla ricerca di un’esperienza visivamente incredibile, dal design squisito e incredibilmente profonda, allora potreste trovare in tutto il bello che questo gioco ha da offrire l’energia per soprassedere a quelle caratteristiche che, da sempre, vi hanno tenuto lontano dai JRPG.
Partiamo dalla storia che potrebbe sembrarvi familiare: in un regno sull’orlo di una crisi dinastica un capo militare ambizioso assassina il re per tentare di ascendere al trono; il nostro protagonista, per motivi che si scopriranno col tempo, deve fermarlo e, insieme, salvare la vita del legittimo erede colpito da una maledizione mortale proprio per mano del generale. Per compiere la sua missione, il protagonista mette insieme un gruppo di avventurieri e completa dungeon e altre missioni per salire di livello e sconfiggere i molti cattivi sul suo cammino.
Il regno di Euchronia, però, è popolato da razze diverse, con odi etnici e politici ad ogni angolo, sofferenza e disuguaglianza. Davanti a tanta ingiustizia il protagonista non si muove solo per compiere la sua missione, ma anche per rendere il mondo più giusto e porre fine agli odi intestini. Non c’è tempo di fare tutto, però, proprio come in Persona, infatti, i giorni passano e bisogna scegliere con cura le attività da fare nel tempo a disposizione per non arrivare a un vero e proprio game over nel caso non si sia prevenuta una catastrofe imminente.
Gli sviluppi narrativi di Metaphor: ReFantazio sono tanti, stratificati e, spesso, ben spiegati una volta gettate (nelle prime 8 ore di gioco) alcune fondamenta narrative. Quello che rende questa esperienza imperdibile, secondo noi, è tutto ciò che ha a che fare con il suo design. Design dei nemici, design dei poteri speciali dei protagonisti (chiamati archetipi), design del veicolo per esplorare il mondo, design dei personaggi e, dulcis in fundo, design dei menu.
Metaphor: ReFantazio ha i menù più belli dell’ultimo decennio. Una grafica originale e curata si mescola a una funzionalità intuitiva per creare un’esperienza interattiva con cui, cosa rarissima al giorno d’oggi, è piacevole interagire. Il tempo da passarci non è neanche così tanto da dire “lo hanno fatto perché ci vogliono ore a preparare i personaggi”, anzi, questo gioco è sorprendentemente fluido tanto nelle fasi di preparazione quanto in combattimento o durante l’esplorazione. Non ci sono blocchi o rallentamenti e la personalizzazione del livello di difficoltà rende l’esperienza davvero regolabile.
I nemici vi sembreranno assolutamente folli e unici, questo perché sono riadattamenti delle iconiche creature infernali del pittore cinquecentesco Hieronymus Bosch. Le trasformazioni dei protagonisti per attivare gli attacchi speciali, poi, sono belle da vedere e dall’identità forte, insomma, ogni tassello di Metaphor: ReFantazio risulta curato, rifinito e, di conseguenza, estremamente godibile. Persino le sessioni in cucina per aiutare la locandiera vostra alleata vedono il protagonista dibattere di ricette e trucchi con la sua fata Gallica e la scelta migliore vi fornirà persino della valuta per migliorare gli Archetipi.
Metaphor: ReFantazio è un’esperienza enorme che non annoia. Ha tanto da offrire ed è quasi tutto bello da vivere e, soprattutto, da vedere. La storia è sfaccettata, i combattimenti frenetici (il sistema dei turni è davvero ben fatto con la possibilità di guadagnare azioni bonus sfruttando le debolezze del nemico), il design curato, la progressione sensata e il passo sostenuto. Anche chi non ama i JRPG troverà nel nuovo titolo Atlus un’esperienza completa, fatta bene e che si presta a decine di ore di divertimento, una rarità e una gioia per ogni appassionato di videogiochi.