Interpellato in seguito all’esposto che ha acceso l’attenzione di Adm sui locali esports, Sergio Milesi sostiene che quanto sta accadendo deve “portare il regolatore a emanare delle norme che regolamentino questo settore, per tenere la nostra Nazione al passo con il resto del mondo”
L’esposto e il successivo interpello sono stati presentati per avere chiarezza sulle norme che regolano “il mondo degli esports”, non per scatenare l’iniziativa dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Perché “la questione è semplice” come spiega Sergio Milesi, titolare della Led srl, che in questa vicenda ci ha messo la faccia sin dall’inizio segnalando le presunte irregolarità, “il mondo degli esports l’abbiamo sempre visto come un mondo interessante, ma quando, da imprenditori, l’abbiamo affrontato normativamente, non abbiamo trovato norme che dicano come può essere svolto in Italia. Così abbiamo visitato alcuni spazi battezzati come sale lan, parchi divertimenti digitali, o altri nomi, notando che la chiarezza di normative che non abbiamo trovato nella parte documentale non era presente anche sul territorio“.
Tutto parte, dunque, da una richiesta di chiarezza. “Un imprenditore serio, che vuole investire in un mercato, assumendo dipendenti, e quindi rendendosi responsabile di altre persone e famiglie, ha bisogno di certezze normative. Prima di avviare qualsiasi impresa bisogna essere certi delle norme che regolamentano il settore di interesse“.
“Ritengo che i fatti che stanno accadendo, debbano portare il regolatore a emanare delle norme che regolamentino questo settore, per tenere la nostra Nazione al passo con il resto del mondo. La nostra azienda è interessata a investire nel settore esports, riteniamo che una volta normato possa essere un’offerta di intrattenimento complementare a quella presente nei nostri centri di intrattenimento familiare a marchio Joyvillage. Sarei contentissimo di assumere nuovi collaboratori, ma prima di assumere persone e dare lavoro come imprenditore devo essere tranquillo che l’attività che svolgo sia lecita e normata. Credo sia il minimo che un qualsiasi imprenditore serio possa e debba chiedere”.
Led srl ha 250 dipendenti, e uno dei brand aziendali, JoyVillage, si occupa di family entertainment, con sette sale di superfici che vanno dai 3/4000 metri quadrati, distribuite in tutta italia. “Non l’ho fatto per bloccare una concorrenza che ritengo sleale“, spiega ancora Milesi, “le azioni che stanno intraprendendo Adm, non sono state da noi richieste, ma sono dettate probabilmente dalle normative esistenti. E proprio perché non volevo creare problemi, ho fatto seguire l’esposto da un interpello, al quale l’ente è obbligato a rispondere entro 90 giorni, col quale chiedo qual è la corretta interpretazione della norma. Se Adm non trovasse anomalie non avrebbe alcun motivo per chiudere una struttura”.