Quella della MLB è una saga che ogni anno riesce a regalare un chicca che rende il gioco, in qualche modo, imperdibile.
In Italia il Baseball non ha mai preso piede, eppure un sacco di “italiani” ci giocano, ma negli Stati Uniti. Così tanti italoamericani praticano lo sport, infatti, che la nostra nazionale è formata quasi interamente da persone con doppia cittadinanza che negli spogliatoi ascoltano Frank Sinatra e bevono il caffè in canottiera.
Per quanto siano stati una colonna portante di tutta la storia del baseball, tutti conoscono Joe DiMaggio e i suoi Yankees, il capitolo di quest’anno del popolarissimo videogioco MLB The Show, si concentra su un pezzo di storia ancora più importante per questo sport: le leghe segregate per soli atleti afroamericani dell’America tra le due guerre. Su quei campi è stata fatta la storia con partite indimenticabili, vittorie appese a un colpo di mazza e giocatori dal talento leggendario. Purtroppo, però, quasi nessuno di quegli incontri è stato filmato o commentato. Molte leggende, storie orali e miti sono nate su quelle partite e se storici e attivisti hanno documentato molto bene la lotta che quei giocatori hanno intrapreso per porre fine alle discriminazioni razziali, nessuno aveva ancora speso tempo e risorse per ricreare e celebrare la loro memoria sportiva.
MLB The Show, sotto quasi tutti i punti di vista, è il gioco che ricordate se siete fan della serie e un ottimo titolo per chi volesse avvicinarsi a uno degli sport più popolari d’America. Il suo sviluppatore SIE San Diego Studio ha aggiunto poco in termini di meccaniche chiave ma c’era poco da aggiungere, il suo è un titolo solidissimo e la migliore esperienza simulativa di Baseball in commercio. Quello che rende il titolo di quest’anno particolarmente degno di nota è la presenza delle leghe segregate per gli afroamericani nella forma di una serie di match narrativi in cui rivivere partite e azioni storiche, in uno stile simile a quello che molti altri videogiochi sportivi hanno deciso di adottare per la loro parte narrativa.
Il gioiello della corona è il narratore della modalità storia dedicata alle leghe per soli atleti afroamericani Bob Kendrick, presidente del Negro Leagues Baseball Museum. Mettete la console in lingua originale e attivate i sottotitoli in italiano perché la sua voce e il suo piglio narrativo sono davvero iconici e rendono l’esperienza tanto istruttiva quanto emozionante da vivere. Ascoltare per intero una delle sue lezioni di storia, poi, conviene se siete fan del FUT targato MLB. Così facendo sbloccherete diversi giocatori e cosmetici per la modalità Diamond Dynasty e vi ritroverete già con una squadra con più di 90 di media, davvero un ottimo punto di partenza.
Dal punto di vista della carriera, delle stelle della stagione attuale e delle modalità, il gioco contiene tutte le funzionalità, le leghe, i giocatori e gli stadi che vi aspettate con poche novità strutturali eccezion fatta per il comparto sonoro che ora ha qualche rifinitura in più. MLB The Show 23 merita il vostro tempo se siete fan del baseball (o volete saperne di più su questo sport) soprattutto per il suo omaggio alla storia delle leghe segregate e alle radici culturali del baseball che molti atleti afroamericani hanno contribuito a creare. Il gioco, oltre che per le solite piattaforme, è anche disponibile per Game Pass quindi non avete scuse per non dare a questa esperienza di baseball una possibilità.