Ecco tutti i vincitori, i loro mazzi, le loro squadre e le loro strategie direttamente dai mondiali di Yokohama.
“Quello di Yokohama è stato il mio quattordicesimo mondiale e non mi mai sono sentito così tanto il benvenuto in una città ospitante. Qui in Giappone ti senti un eroe perché giochi a Pokémon e hai davvero il senso del prestigio che questo evento ha”. Le parole di Alessandro “iCaterpie” Cremascoli descrivono alla perfezione come ci siamo sentiti in ogni momento dei Campionati Mondiali di Pokémon del 2023. Prima di parlare dei vincitori, del meta e delle polemiche è fondamentale sottolineare quanto la città di Yokohama abbia fatto per questo torneo perché secondo noi va considerato il nuovo standard nel mondo dei grandi eventi esportivi.
É difficile descrivere con parole e immagini la cura con cui gli organizzatori hanno immerso la città di Yokohama nel mondo dei Pokémon. Cremascoli continua “Ci sono i murales, i manifesti, le stazioni della metro, gli autobus, le decorazioni e tanta attenzione per i dettagli per far percepire a chi compete e a chi passa di lì che c’è un evento importante in corso”. Le attività collaterali disponibili erano decine, dai murales per fare le foto alla crociera proprio come in Pokémon Oro, passando per un parco divertimenti a tema e uno show con i droni semplicemente incredibile. I mondiali di Pokémon del 2023 sono stati prima di tutto una festa, una celebrazione totale dell’universo dei mostri portatili, e sono stati, un successo incredibile.
Molti giocatori hanno lamentato una generale disorganizzazione delle competizioni ma tutti sono entrati e usciti con un grande sorriso sulle labbra e il desiderio che tutti i prossimi eventi mondiali imparino da Yokohama. “Il Giappone non solo ti dice ‘benvenuto perché giochi a Pokémon’ ma aggiunge ‘questo è un evento nazionale e prestigioso’. Mi piacerebbe che ogni mondiale fosse come questo perché sentire così tanto calore che arriva dalla nazione ospitante è meraviglioso, ogni città organizzatrice dovrebbe imparare da cosa hanno fatto qui”.
Chi sono i vincitori nel Gioco di Carte Collezionabili dei Pokémon
Il Gioco di Carte Collezionabili dei Pokémon ha incoronato due nuovi campioni mondiali: il taiwanese Shao Tong Yen con un deck Lost Box nella divisione Junior e il Brasiliano Gabriel Fernandez nella divisione Senior con Lugia Vstar colorless. L’Italia ha faticato molto in questa disciplina riuscendo a portare solo Fabio Spanò nelle fasi finali. Lui era il primo nella classifica italiana e quest’anno è arrivato a un passo dalla top 8. Nonostante si sia fermato in top 32, il suo è miglior risultato italiano nelle carte di quest’anno. Il terzo campione mondiale è stato deciso dalla finale della divisione Masters, sicuramente uno degli eventi più attesi dell’intero weekend che ha dato spettacolo come promesso. A contendersi il titolo mondiale sono stati il norvegese Tord Reklev con il suo mazzo Gardevoir, molto simile a quello con cui ha vinto gli europei di Londra, contro il Mew Vmax dell’americano Vance Kelly. La partita è stata tra le più lunghe e combattute degli ultimi anni, una scalata al vertice che ha stremato pubblico e giocatori. Il primo game è andato a Kelly mentre il secondo a Reklev e quando è iniziato il terzo erano rimasti solo cinque minuti sull’orologio. Il match è andato ai turni supplementari con l’intera arena appesa a un filo negli ultimi momenti della partita ma è stato Kelly a portarsi a casa la vittoria e il titolo. Il suo Mew Vmax lo ha portato dal day uno fino a sconfiggere uno dei giocatori più famosi e rispettati del circuito. “Gli ultimi turni supplementari sono stati faticosi” ha detto a fine partita, “quell’Ordini del Capo con cui ho chiuso mi ha dato parecchie soddisfazioni. Gioco a questo gioco da così tanti anni ed diventare il campione del mondo è stato semplicemente incredibile”.
Dopo la finale ci siamo seduti con iCaterpie per discutere della sua performance e di come è andato il mondiale. La fortuna non è stata dalla parte di Alessandro: “Il mio mondiale è andato malissimo, ho giocato 3 partite e ho droppato” ci ha detto. La sua prospettiva di veterano di queste competizioni, però, è stata fondamentale per capire come siamo arrivati ai risultati della finale. “Sono abituato a giocare ai mondiali, difficilmente il mazzo più forte o solido vince il titolo. Io ho portato uno Zoroark che non esiste, ero l’unico a giocarlo nel torneo. Il mazzo spesso non gira ma quando lo fa vinco, ovviamente nelle prime tre partite che ho giocato non lo ha fatto e ho perso. Ho lavorato tanto al mazzo Goodra che ho portato a Londra ma era molto passivo, difensivo e basato sul fatto che gli avversari attaccassero poco. Aveva poca aggressività, che è sempre un male ai mondiali, e alcune partite impossibili da vincere. Lo Zoroark che ho giocato non aveva auto loss (partite che avrebbe perso automaticamente ndr), se la giocava con tutto ma aveva bisogno di ingranare. Contro di me mi sono ritrovato esattamente i mazzi che mi aspettavo e praticamente gli stessi degli europei di Londra”. Come nel videogioco, anche nel Gioco di Carte Collezionabili ci troviamo in un momento di transizione tra due diversi mondi di giocare: “siamo tra due meccaniche, le nuove -ex e le vecchie V. Essendo appena uscite, le ex sono più scarse quindi i mazzi esistenti restano più forti, l’unica eccezione è Gardevoir che abbiamo visto in finale. Almeno per un altro anno non mi aspetto grandi novità perché non sappiamo quando arriverà la rotazione”.
Le carte dei Pokémon stanno vivendo un momento di popolarità straordinario. La finale ha riempito completamente l’arena messa in piedi dagli organizzatori e nelle prime 12 ore del primo giorno sono andati esauriti tutti i posti per i side events del weekend. La nuova espansione, per ora solo in Giappone, con protagonisti i Pokémon della prima generazione era esaurita ovunque e ogni spazio non occupato da eventi ufficiali aveva allenatori a occuparlo giocando a carte. L’interesse c’è, le competizioni sono molto sentite e l’intera community non vede l’ora di vedere cosa è in arrivo. C’è persino una serie animata chiamata Verso la Cima (che abbiamo visto in anteprima e qui trovate la nostra recensione) con al centro proprio il gioco di carte. La strategia funziona e il futuro è roseo, le carte dei Pokémon non sono mai state così importanti per il franchise.
Il nuovo campione del mondo di Pokémon GO
Quest’anno l’Italia si è ben difesa in Pokémon GO portando un giocatore che è riuscito ad arrivare nelle ultime fasi del torneo. L’italiano Scafo99, infatti, ha fermato la sua corsa ai quarti di finale del looser bracket diventando il giocatore del Bel Paese meglio qualificato nella storia di GO. Il formato di quest’anno si è dimostrato molto più efficace dal punto di vista dell’intrattenimento con battaglie più frenetiche e appese a un filo. I giocatori hanno dovuto mettere insieme delle quadre da sei Pokémon da cui potevano sceglierne tre per ogni round. La finale mondiale ha visto il veterano itsAXN contro il novellino dal looser bracket xXRubixMasterXx e ha intrattenuto gli spettatori con scambi dell’ultimo secondo e scudi salvavita. xXRubixMasterXx ha schierato Quagsire e Deoxys per contrastare il Medichamp di AXN, il Pokémon che è stato più usato in questo torneo. AXN, ritenuto dai caster il giocatore più costante di Pokémon GO, aveva in squadra Shadow Swampert, Noctowl, Seably, Alolan Sandslash, Medichamp e Lanturn.
Nel primo game itsAXN ha schierato Noctowl, Sableye e Lanturn e ha dominato la partita in modo assoluto senza perdere un singolo Pokémon e portandosi in vantaggio 1-0. La seconda partita è andata nel modo assolutamente opposto, RubixMaster ha vinto con tre Pokémon ancora in piedi e usando Deoxys all’inizo per contrastare il Medicham di AXN. Al terzo game gli artigli di entrambi sono venuti fuori, nessuna vittoria perfetta senza Pokémon caduti perché AXN ha dovuto sacrificare il suo Medicham ma ne è valsa la pena perché un attacco superefficace contro il Deoxys del suo Sableye gli ha dato un vantaggio che RubixMaster non è riuscito a recuperare. Al quarto game il Sandslash di Alola di Axen ha fatto la sua prima comparsa costringendo Rubix a correre ai ripari. La partita è stata tesa e concitata ma itsAXN ha dimostrato di essere il giocatore migliore su quel palco conquistando anche la terza vittoria e il titolo di campione mondiale del 2023 di Pokémon GO.
Quando lo abbiamo intervistato a fine partita ha detto: “Non riesco a descrivere come mi sento ora, ho vinto un regionale, un internazionale e ora i mondiali, sono il miglior giocatore di Pokémon GO al mondo, wow. Devo fare i complimenti a RubixMaster perché il suo Deoxys mi ha messo in difficoltà ma ho preso un paio di decisioni rischiose che hanno ripagato. Se posso dare un consiglio ai giocatori di GO che vogliono provare il competitivo è questo: giocate, giocate, giocate, io ho imparato da solo e il gioco accoglie tutti, sempre”. GO si è dimostrato ancora una volta un gioco semplice ma capace di intrattenere e di far saltare il pubblico sulle loro sedie quando una giocata da maestro ha messo un giocatore alle strette. Anche iCaterpie ha apprezzato il competitivo del titolo mobile di Niantic: “Ho apprezzato molto GO le cui lotte sono state tesissime e molto divertenti da guardare. Mi sono piaciute perché erano combattute e so che molti pensano che sia un gioco che non vale la pena seguire ma c’è tanto lavoro dietro sia nella costruzione del team building sia nel decidere chi e quando schierare”.
Pokémon Scarlatto e Violetto: un italiano in top 4
In Pokémon Scarlatto e Violetto l’Italia dà il suo meglio ed è proprio nei videogiochi che siamo riusciti a ottenere il piazzamento migliore: Federico Camporesi è arrivato sul terzo gradino del podio, a pari merito con il giapponese Mao Harada, mentre il collega Luca Lussignoli si è piazzato nono. La categoria junior e senior ha premiato due giocatori giapponesi, rispettivamente Sora Ebisawa e Tomoya Ogawa. A contendersi la finale di questo mondiale, invece, sono stati due nomi assolutamente inaspettati. Ci siamo fatti spiegare il perché da Francesco Pardini, storico allenatore dei videogiochi Pokémon e co-fondatore del Team Acqua. “Per questo mondiale hanno cambiato il regolamento e i Pokémon che era possibile usare. Si chiama regulation D e non c’è stato modo di testare o prendere a riferimento altri major per capire cosa portare. É stata la prima volta in cui è successa una cosa del genere, motivo per il quale le finali non hanno visto protagonisti dei grandi nomi. Come italiani, numericamente, potevamo fare meglio, eravamo la terza forza ed effettivamente abbiamo avuto un giocatore in top quattro ma grandi nomi come Del Pidio o Arash si sono fermati prima. Per farvi capire, in finale è arrivato un giocatore tedesco alla sua prima stagione che ha iniziato a giocare 8 mesi fa ed è arrivato in fondo anche grazie a questo nuovo meta”.
Michael Kelsch, infatti, ha affrontato in finale Shohei Kimura, il favorito dalle migliaia di tifosi che hanno riempito l’arena. I team erano molto diversi, una rarità per una finale mondiale: entrambi hanno messo in campo Chien Pao, e Urshifu ma le similitudini finiscono qui. Kelsch ha schierato un Dragapult, un Farigiraf e Rilaboom, Kimura invece è andato sul sicuro con Amoonguss, Crinealato e Manoferrea. La prima partita è andata al giocatore nipponico che ha saputo meglio sfruttare la Spora di Amoonguss per mandare a dormire il Dragapult e il Chien Pao di Kelsch. Alla seconda partita Kelsch ha provato subito ad abbattere l’Amoonguss avversario ma non ci è riuscito, alla fine del primo turno il suo Dragapult si è ritrovato addormentato come nella partita precedente. La comprensione del gioco da parte di Kimura è stata di un altro livello rispetto a quella di Kelsch che anche nel secondo game è potuto solo correre ai ripari prima dell’inevitabile disfatta che ha consegnato il titolo all’eroe di casa: Shohei Kimura. Appena sceso dal palco ci ha detto “mi sono dovuto adattare in fretta alle scelte del mio avversario, il suo Farigiraf mi ha messo in difficoltà ma ho deciso di far ruotare tutto intorno ad Amoonguss e questa scelta mi ha premiato. Il Giappone ha conquistato tutte le categorie competitive del videogioco e sono così contento di essere parte di questo trionfo a Yokohama”. Pilastro portante della strategia di entrambi i giocatori, così come di moltissime squadre del torneo, è stato Urshifu, un Pokémon che, non solo secondo Pardini ma secondo molti altri giocatori presenti, ha bisogno di un forte lavoro di ribilanciamento. “Urshifu è stato ideato per fronteggiare i Pokémon dynamax da solo, senza trasformarsi, perché fa sempre colpi critici e buca le protezioni. Quando è in gioco insieme agli altri non giganti diventa assolutamente difficile da gestire. Taglia fuori un sacco di controllo perché non è più possibile gestirlo con protezione o prepotenza”.
Anche il mondiale di Pardini non è riuscito a decollare anche per colpa di questa incertezza globale che circondava i giocatori di Scarlatto e Violetto. “Io che solitamente gioco anti-meta ho bisogno di un meta da contrastare e mi sono trovato in difficoltà. Ho portato Murkrow, perché volevo provare qualcosa che arrivasse in fondo, non solo al day 2, altrimenti non ne valeva la pena. Purtroppo non ha funzionato. Ancora non sono riuscito a trovare un pattern negli avversari, sembra paradossale ma un mondiale non basta a definire un meta. La formazione più popolare è stata la Good Stuff con Amoonguus Chiena Pao, Manoferrea e Crinealato. Quando il meta non nasce la gente va coi classici”. Nonostante tutto, però, il mondiale è rimasto un’esperienza positiva tanto per lui quanto per i suoi colleghi. “L’organizzazione non è stata delle migliori, bisogna dirlo, ed è stato inaspettato perché di solito i giapponesi sono molto bravi a mettere in piedi gli eventi, è evidente che non si aspettavano così tanti appassionati. Nonostante questo, ho visto tanta gente contenta, i mondiali sono le olimpiadi dei Pokémon e tutti gli appassionati si uniscono intorno al sacro fuoco della competizione. Da parte mia considero l’esperienza una missione compiuta: sono in Giappone a giocare ai Pokémon!”.
Il prossimo passo nel competitivo di Pokémon Scarlatto e Violetto è l’uscita del DLC Il Mistero dell’Area Zero (di cui vi raccontiamo molte novità qui) e su cui Pardini ha molte speranze per quanto riguarda gli allenatori dediti a questo esport: “Ho molte aspettative per il DLC, a maggior ragione dopo questo mondiale. Mi aspetto che siano introdotte delle feature per aiutare i giocatori competitivi a creare le loro squadre con più facilità per poter dare una mano a chi vuole buttarsi in questo mondo a farlo più facilmente”. Come con il cardgame abbiamo visto un’incredibile partecipazione da parte del pubblico che con i suoi applausi ha fatto tremare il PACIFICO Convention Center di Yokohama. Avvicinarsi al competitivo non è mai stato così semplice e i nomi arrivati in finale sono la dimostrazione che anche un “novellino”, se ci si mette anima e corpo, può farcela. Quando la prossima stagione comincerà siamo certi di vedere tornare alla carica i veterani rimasti insoddisfatti da quest’ultima competizione e molte nuove leve che questa scena è riuscita ad attirare.
Gli annunci dalle finali dei mondiali di Yokohama
Dopo la consegna dei trofei Tsunekazu Ishihara, presidente della Pokémon Company è salito sul palco per dare i consueti annunci sul futuro di Pokémon che seguono sempre i mondiali. Le prime novità annunciate riguardavano Pokémon Unite: Blaziken, Mimikyu e Meowscarada verranno aggiunti al roster di personaggi disponibili, il primo il 14 settembre mentre gli altri due successivamente. Abbiamo visto qualche secondo di gameplay di ciascuno che analizzeremo in futuro. Per quanto riguarda il Gioco di Carte Collezionabili, poi, è stata annunciata l’introduzione dei Pokémon Paradosso nell’autunno 2023 sia per quanto riguarda le forme antiche che quelle futuristiche. Nel 2024, poi, torneranno anche gli Ace Spec, degli oggetti speciali molto potenti di cui se ne può avere solo uno nel mazzo. Per Scarlatto e Violetto, invece, è stato annunciato il ritorno di molti starter delle generazioni passate con il nuovo DLC in arrivo. Verranno introdotte anche nuove mosse e un nuovo teratipo. Come annuncio finale, poi, Ishihara ha rivelato la location dei prossimi campionati mondiali che si terranno alle Hawaii, a Honolulu, nel 2024.