Overwatch 2 è una promessa mantenuta.
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, alla Blizzcon del 2019, Jeff Kaplan ha detto di voler “ridefinire il concetto di sequel” subito dopo aver annunciato Overwatch 2. Scandali legati alle molestie sessuali, carestie di contenuti in game, problemi con la Overwatch League e persino un cambio di vertice con la dipartita dello stesso Kaplan. Eppure i fan sono ancora tutti qui: anche nel momento peggiore c’erano 10 milioni di giocatori che ogni mese si lanciavano sulle mappe di Overwatch perché questo sparatutto ha una magia che “non trovereste da nessun’altra parte” ha detto il nuovo game director Aaron Keller in una nostra intervista esclusiva.
Overwatch 2 è la promessa, mantenuta, che aspettare tutto questo tempo è servito a qualcosa. Lo abbiamo detto dopo la prima e dopo la seconda beta e torniamo a ripeterlo dopo aver provato il prodotto finito: Overwatch 2 funziona e concretizza molto del potenziale inespresso che si nascondeva sotto la superficie troppo MOBA e RPG di Overwatch 1. In questa nostra recensione vi spieghiamo il perché.
Overwatch 2 e il 5 contro 5
Perdere un tank fa male ma era una condizione necessaria al raggiungimento dell’obiettivo dei designer: snellire il combattimento e dare più peso all’azione individuale. La rimozione di un tank significa avere in campo una montagna di punti salute in meno. Questo concentra l’azione intorno ai duelli tra dps e a tutte le sinergie che si possono trovare tra tank e supporti. Ogni scontro diretto tra squadre non è più una guerra di trincea intorno a una strettoia in cui la prima eliminazione metteva in moto una reazione a catena che portava al collasso della squadra in minoranza. Ora ogni personaggio, supporti compresi (e lo vedremo meglio in seguito) ha a disposizione le risorse e la potenza di fuoco necessari a ribaltare le sorti di uno scontro. E questo è reso possibile anche grazie alle nuove passive specifiche di ogni ruolo: i dps guadagnano il 30% in più di velocità di movimento dopo una kill, i tank sono molto difficili da spingere fuori posizione o fuori dalla mappa e i supporti si auto-curano dopo pochi secondi in cui sono fuori dal combattimento.
Accusare Overwatch 2 di aver eliminato il counterpicking (ovvero la meccanica per cui a metà partita un giocatore decide di cambiare eroe per contrastare un determinato personaggio avversario) significa fargli il miglior complimento possibile. Overwatch non è un moba e non è un RPG, è uno sparatutto in prima persona, la cosa che importa di più è il senso di realizzazione del singolo che può arrivare anche dalla sinergia di squadra ma deve venire prima di tutto dal rapporto tra chi gioca e il suo eroe. In Overwatch 1, soprattutto giocando in solitaria, i momenti di vera sinergia di squadra in cui ultimate e stili di gioco si incastravano perfettamente erano così rari da sembrare delle creature mitologiche quando accadevano. E l’intero gioco era disegnato per incanalare i giocatori verso quei rarissimi momenti. In Overwatch 2 sarete voi i protagonisti, che siate dps, tank o supporto.
Kiriko e il nuovo corso dei personaggi da supporto
Parlando di eroi da supporto, la critica fondamentale che è emersa dalle due beta precedenti è stata un necessario ripensamento del loro ruolo: troppo debole per sopravvivere senza un tank e insieme troppo importante per il benessere della squadra, andando in controtendenza a quanto abbiamo appena detto. Kiriko, e gli eroi da supporto che arriveranno dopo di lei, sono un passo nella direzione giusta. Il suo fuoco primario è ottimo per aiutare nei danni di squadra ma, se decidete di migliorare la vostra mira, potrete eliminare un personaggio con 200 di vita con 2 copi alla testa. Le sue cure sono consistenti perché non serve mirare e tengono in vita da sole anche il più imponente tank. Ha un’abilità per fuggire da situazioni di pericolo e una che rende lei e alleati vicini immuni per qualche istante, abbastanza da negare un’intera ultimate se usata correttamente.
Dopo averla provata possiamo dire che c’è tantissimo potenziale per attirare nella categoria anche quei giocatori più orientati all’azione come che ama Genji o Soldato 76. Già ai tempi del rilascio di Baptiste abbiamo intuito questo nuovo corso per gli eroi da supporto fatto di un equilibrio tra abilità offensive e difensive unito a libertà di movimento e a modi per salvarsi in extremis. Kiriko, come Junker Queen, incarna perfettamente il nuovo corso di Overwatch 2: eroi indipendenti che insieme possono compiere grandi cose. Non tutti i problemi emersi dall’ultima beta sono stati risolti ma se questo è il futuro del ruolo di supporto allora ci aspettano momenti davvero emozionanti.
Il battle pass e la monetizzazione
Overwatch 2 sarà free to play e non possiamo che applaudire la decisione di Blizzard. Eliminare la barriera di ingresso (che per il primo era di 40 euro) è un’ottima notizia per uno sparatutto che vuole attirare quanti più utenti possibile ma i guadagni dovranno pur venire da qualche parte: ecco a voi il battle pass, un sistema rodato ed efficiente per mantenere alto l’interesse di una player base tra una stagione e l’altra. Quello di Overwatch 2 avrà 80 livelli e la traccia premium costerà l’equivalente di 10 euro, è pieno di personalizzazioni tra cui, all’ultimo livello, la prima skin mitica del gioco: si chiama cyber demon Genji e ha colorazioni ed effetti sonori intercambiabili. Chi acquisterà il battle pass avrà accesso immediato al nuovo eroe della stagione (ne escono 2 l’anno), gli altri lo sbloccheranno gratuitamente al livello 55 della traccia gratuita. Per raggiungerlo sono necessarie circa 100 partite, o 25 ore di gioco. I giocatori più appassionati, quindi, non avranno problemi a sbloccare il nuovo personaggio nelle due settimane in cui è escluso dalla modalità competitiva.
Overwatch 2 è un hero shooter quindi è naturale che metta una barriera temporale o economica sui suoi contenuti più preziosi: i nuovi eroi. Sappiamo che così non è stato per il primo capitolo ma quel modello di business ha tenuto in piedi il gioco per due anni, poi ha iniziato a faticare. Overwatch 2 ha in programma 2 eroi e 2 mappe l’anno per non parlare di tutta la parte pve che arriverà nel 2023. Anche quei contenuti saranno legati al battle pass premium e diventeranno parte del flusso di novità in arrivo per il gioco.
Il verdetto su Overwatch 2
Overwatch 2 resta una gemma rara nel mondo degli sparatutto. C’è un eroe per tutti i gusti, dal cowboy all’omone tedesco con un martello a razzo, dai ninja alla regina del deserto passando per la scienziata pazza e un monaco robot. Per alcuni serve essere degli assi della mira, per altri una mente da stratega ma tutti racchiudono in sé stessi un’esperienza unica in grado di regalare migliaia di ore di divertimento, risate e competizione. Le modalità di gioco gestiscono bene il flusso di quasi tutte le partite e le mappe sono alcuni degli ambienti più belli e ispirati che troverete in uno sparatutto online. Overwatch 2 ha abbracciato il suo lato shooter pur restando un gioco dove, se non vuoi nemmeno saperne di imparare a mirare, ci sono 10 personaggi su 35 fatti apposta per te. Il gameplay è dinamico, le personalizzazioni tante e la roadmap di contenuti promette anni di supporto anche grazie a un comparto pve in arrivo l’anno prossimo. Overwatch 1 si è guadagnato il premio di Game of the year per una ragione e, 6 anni dopo, il suo quasi sequel aggiorna, adatta e rinnova una formula vincente con cui Blizzard ha saputo conquistare milioni di appassionati. Se non lo avete mai provato, dategli una possibilità, se lo avete abbandonato quando i contenuti hanno smesso di arrivare, dategli una possibilità ma soprattutto se siete alla ricerca di un’esperienza sparatutto come non ne esistono sul mercato, allora Overwatch 2 è il gioco che fa per voi.