A causa del mancato rinnovo del contratto tra Blizzard e NetEase, quasi tutti i titoli dello sviluppatore americano spariranno dal mercato cinese.
Quella di ieri (17 novembre) è stata una serata movimentata per i fan cinesi dei giochi Blizzard che, come un fulmine a ciel sereno, hanno ricevuto la notizia che i giochi e i contenuti che hanno acquistato negli ultimi 14 anni diventeranno inaccessibili nel 2023. Questo perché Blizzard e il suo distributore per il mercato cinese NetEase non sono riusciti a trovare un accordo per il rinnovo della loro partnership.
Distribuire un videogioco in Cina è molto difficile perché ottenere le licenze giuste dai censori del governo è un processo costoso, complicato e destinato a fallire o ad arenarsi. Per aggirarlo molti studi di sviluppo firmano partnership per sviluppare o co-distribuire giochi con realtà cinesi che già hanno questo tipo di approvazioni. A causa della fine di questa partnership, purtroppo, tutti i videogiocatori cinesi perderanno accesso a tutti i titoli Blizzard tranne Diablo Immortal che è regolato da un accordo a lungo termine separato.
Overwatch 2, Diablo III, World of Warcraft, StarCraft, Hearthstone, e Heroes of the Storm, però, non saranno più disponibili a partire dal 23 gennaio 2023 ma di chi è la colpa? Le due società se la stanno rimbalzando a vicenda.
“Ci siamo dati da fare e abbiamo cercato con la massima sincerità di negoziare con Activision Blizzard in modo da poter continuare la nostra collaborazione e servire i tanti giocatori appassionati in Cina. Tuttavia, c’erano differenze sostanziali sui termini chiave e non siamo riusciti a raggiungere un accordo”, ha detto a Kotaku il CEO William Ding. “Continueremo la nostra promessa di servire bene i nostri giocatori fino all’ultimo e faremo in modo che i dati e le risorse dei nostri giocatori siano ben protetti in tutti i nostri giochi”.
I toni sono rimasti pacati tra le due società ma la rivista americana TechCrunch ha trovato un post su LinkedIn in cui il presidente degli investimenti e delle partnership globali di NetEase, Simon Zhu, si lascia un po’ andare. “Da giocatore che ha trascorso diecimila ore nei mondi di Azeroth (WoW), Starcraft e Overwatch, mi sento così affranto perché non avrò più accesso al mio account e ai miei ricordi l’anno prossimo. Un giorno, quando si potrà raccontare cosa è successo dietro le quinte, sviluppatori e giocatori avranno una comprensione completamente nuova di quanti danni può fare un c@è+ùòe”.
In un’e-mail ottenuta dal Washington Post, il presidente di Blizzard Mike Ybarra ha spiegato come alla base della fine del contratto con NetEase ci sia una sostanziale discrepanza di valori: “Ogni 2-3 anni rivediamo i nostri accordi con loro”, ha scritto ai dipendenti. “Abbiamo lavorato a questo processo in buona fede per estendere i nostri accordi esistenti. Tuttavia, il loro approccio non era in linea con il nostro impegno nei confronti dei giocatori, dei dipendenti e dei nostri principi operativi. Purtroppo anche le partnership esport con le squadre cinesi ne risentiranno”.
É improbabile che Blizzard si lasci scappare una gallina dalle uova d’oro come il mercato cinese quindi potremo aspettarci l’annuncio di una nuova partnership nei prossimi due mesi. Sarebbe davvero un peccato se i milioni di fan dei prodotti Blizzard che risiedono in Cina dovessero perdere tutti i progressi, gli oggetti e le amicizie fatte grazie a World of Warcraft, Overwatch, Starcraft e tutti gli altri titoli di Irvine.