Overwatch 2 ha appena introdotto uno degli aggiornamenti più impattanti da quando il sequel ha fatto il suo debutto: i Perk. Queste sono abilità attive e passive che, all’aumentare del livello di ciascun eroe, si rendono disponibili. Al livello 2 (si parte dall’1) è possibile scegliere uno di due Perk minori, al livello 3 uno dei due maggiori.
Cambiando eroe, naturalmente, l’accumulo dell’esperienza in-game riparte da 1: questo vuol dire che è ancora possibile fare counterswap (cambiare eroe in uno che sia la contromisura perfetta per quello di un avversario), ma lo svantaggio è appianato dal fatto che chi non cambia ha abilità e danni extra.
Ogni eroe ha quattro nuove abilità e quindi altrettante combinazioni (build) che può attivare. Reinhardt, per esempio, può scegliere come Perk minore di far iniziare la sua rigenerazione della salute il 50% più in fretta quando attiva la barriera, o di rigenerare la salute del suo scudo di tanti danni quanti ne infligge con la sua fiammata; poi, come Perk maggiori, può avere accesso a un colpo di scudo come quello di Brigitte o guadagnare salute aggiuntiva in base al danno inflitto con la sua carica.
Ogni eroe può delinearsi secondo un profilo più offensivo o uno più difensivo con alcune punte di follia come Symmetra che ha accesso a una quarta torretta e a una maggiore gittata del suo raggio laser; o Lucio che può diventare la piaga definitiva ricaricando automaticamente le munizioni quando va sui muri e aumentando la sua velocità d’attacco quando alza il volume.
Dopo più di 40 partite, tra competitiva e non, possiamo dire che Overwatch 2 ha cambiato volto con questa modifica. L’impatto dei Perk riesce a bilanciare l’incubo del counterswap costante, gli eroi sono più vivi con queste semplici e intuitive modifiche e il destino di una partita è ancora di più nelle mani di chi gioca.
In una partita competitiva che abbiamo giocato su Nepal, per esempio, abbiamo iniziato con Ramattra per poi, dopo nemmeno un minuto, passare a Reinhardt vista la coesione granitica della squadra avversaria. Il primo round è stato una fatica e lo abbiamo perso 88 a 99. Nel secondo round, una volta sbloccato il secondo Perk (abbiamo scelto il colpo di scudo), siamo riusciti a tenere le difese e a conquistare l’obiettivo 100-99. Nella terza l’avversario è passato a Orisa per controbilanciare il nostro Reinhardt ma è stato (quasi) sempre sconfitto sonoramente.
Siamo sollo agli inizi di questo sistema, ma il suo potenziale brilla di luce propria: raramente nella storia di Overwatch 2 ci siamo trovati di fronte a un cambiamento che non sollo migliora di netto il gameplay ma va a intervenire in modo sistematico su uno dei problemi principali del gioco aggiungendo profondità e divertimento. Ora aspetteremo qualche settimana per capire come reagirà la community prima della prossima, gigantesca, novità: la modalità Stadio che approfondiremo in un articolo dedicato appena avremo modo di provarla.