Peridot: abbiamo davvero bisogno di un altro tamagotchi?

Niantic lancia una nuova proprietà intellettuale metà Tamagotchi metà Pokémon Go, riuscirà ad avere successo?

È passato diverso tempo da quando Niantic ha annunciato Peridot, il nuovo simulatore di animale domestico, che vuole essere un ibrido tra il collezionare creature e il prendersene cura dandogli da mangiare e insegnandogli dei trucchetti. Ora siamo riusciti a provarlo e a parlarne con gli sviluppatori per capire come funziona e come verrà monetizzato: alcune risposte non ci sono piaciute.

Peridot: abbiamo davvero bisogno di un altro tamagotchi?

Ziah Fogel – director of production di Peridot ha detto che Peridot è letteralemnte “una versione modernizzata del Tamagotchi ma con creature uniche al 100%, ciascuna con un codice genetico specifico, e un gameplay basato sul costruire una relazione con il proprio animale domestico digitale”. Che ci crediate o no, Peridot ha anahce una backstory: “questi animaletti sono rimasti addormentati per centinaia di anni e ora si sono svegliati in un nuovo mondo” continua Fogel, “Noi ne siamo i custodi e il nostro compito è aiutarli a riprodursi per ripopolare il mondo”. Un peridot va nutrito, coccolato, portato a spasso, vestito e divertito tramite l’insegnamento di trucchetti come salti o piroette. Ama le passeggiate ed è dotato di un’intelligenza artificiale che, attraverso la vostra telecamera, lo fa interagire con il mondo analizzando scalini, buchi, marciapiedi e altri elementi per interagirci. Il software vede alberi, sabbia, cemento, gli altri Peridot e le altre persone e può programmare interazioni con ciascuno di questi elementi.

La nostra esperienza non è stata così idillica come gli sviluppatori hanno raccontato perché, e questo è uno dei due elementi che ci ha lasciato più perplessi, la fotocamera deve essere sempre accesa mentre giocate. Non c’è come in Pokémon GO la possibilità di interagire con le proprie creature in ambienti puramente digitali: “Peridot è un gioco 100% camera on” una funzione che preoccupa dal punto di vista sia del consumo della batteria sia per il fatto che un vincolo di questo tipo non è mai una buona idea in fatto di privacy. Il gameplay, poi, è simile a quello di tutti gli altri titoli esplorativi di Niantic che hanno l’obiettivo di farci camminare sempre e comunque. Sparsi per il mondo c’è l’equivalente dei Pokéstop (chiamati habitat) dove raccogliere risorse e incontrare i Peridot degli altri giocatori.

Peridot: abbiamo davvero bisogno di un altro tamagotchi?

Qui si ferma l’esperienza free to play di Peridot: un Tamagotchi a cui piace esplorare e di cui prendersi cura. Gli utenti paganti (non sappiamo ancora in che formula) potranno trasformarsi in allevatori di queste crature tramite il sistema del breading ovvero dell’accoppiamento. Non temete, non c’è nulla di NSFW, dai video che abbiamo visto quando due Peridot si uniscono fanno tante stelline di luce e dopo un bagliore bianco compare un uovo. La cosa davvero interessante (che non siamo riusciti a testare in fase di accesso anticipato) è che nel generare nuovi Peridot le caratteristiche genetiche dei genitori saranno rimescolate per creare un esemplare nuovo e completamente unico. Ci sono diversi archetipi, ognuno con le sue caratteristiche, che possono combinarsi per dare vita a forme nuove con combinazioni di colori mai viste. Come ogni altro gioco Niantic, poi, ci saranno eventi speciali e dal vivo proprio per permettere agli allevatori di incontrarsi e sbloccare nuovi tipi speciali che verranno introdotti.

Creare nuovi Peridot sarà un’esperienza obbligatoriamente collaborativa ed esclusiva degli utenti paganti “Creare nuove creature sarà un’esperienza premium” ha detto Fogel, un vero peccato visto quanto è difficile far decollare una nuova proprietà intellettuale nel mondo mobile. Mettere la sua funzione più interessante dietro paywall non ci è sembrata una buona idea. Questo gioco, poi, non è per tutti perché le specifiche minime non sno da ridere: per il mondo iOS serve un’iphone 8 o successivo mentre per quello android ci hanno detto che il telefono “non può essere più vecchio di tre anni perché il gioco fa molto affidamento sulla GPU”.

Peridot: abbiamo davvero bisogno di un altro tamagotchi?

Se deciderete di legarvi anima e corpo con questo Tamagotchi per il futuro restando giocatori non paganti, riceverete una creatura ad inizio gioco scegliendo tra tre uova diverse in base agli elementi estetici che si intravedono. Da lì non si potrà più cambiare e, se sceglierete di sborsare, i vostri Peridot successivi saranno suoi figli. Il vostro digital pet, poi reagirà al meteo cambiando il gameplay e la colonna sonora e potrete vestirlo di accessori venduti separatamente o ottenuti tramite delle missioni, completando le quali farete crescere la vostra creatura. Non sappiamo davvero se consigliarvi questo gioco a meno che non siate disperatamente nostalgici del Tamagotchi o vogliate un animale domestico digitale di cui prendervi cura. L’obbligatorietà della fotocamera accesa non ci piace, drena la batteria e insieme al paywall dietro cui è stato messo l’allevamento di nuove creature ci terrà lontani da questo titolo. In versione free to play, però, è un digital pet carino che potrebbe regalare qualche sorriso con il suo aspetto goffo e le sue movenze insicure, delle caratteristiche che i giovani Millennial e la Generazione Z sembrano apprezzare.

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