Il tournament organizer italiano ha risposto alla critiche di “Terenas” Raspanti, raccontando il perché di determinate scelte.

Il 16 gennaio Lapo “Terenas” Raspanti, volto noto della community italiana di League of Legends e content creator, aveva annunciato l’addio al desk del commento degli eventi competitivi più importanti del moba targato Riot Games dopo numerosi anni da caster per Pg Esports. In seguito alle sue dichiarazioni e al nostro editoriale di oggi, il tournament organizer italiano ha deciso di rispondere in via esclusiva a Esportsmag in merito ai vari punti sollevati.

Il saluto a Terenas

Come confermato alcuni giorni fa sui social dal caster Andrea “Juannetti” Giovannetti, il volto che abbiamo imparato a conoscere è stato “promosso” in Lec da questo 2023, portando presumibilmente i caster dedicati alla competizione europea almeno a tre con la conferma di Roberto “KenRhen” Prampolini e l’ingresso ulteriore di Emiliano “Moonboy” Marini. Riguardo Terenas, invece, Pg Esports ha voluto fare alcune precisazioni: “All’inizio del 2023 abbiamo fatto la nostra offerta a Terenas ed al suo management seguendo la sua volontà di voler negoziare i termini della sua partecipazione al broadcast di Lec. Non è stato trovato un accordo economico con il suo management per il 2023, per cui Lapo non prenderà parte al casting di Lec. Nell’offerta non era stata discussa la sua partecipazione a Msi e Worlds, ma prendiamo atto dalle sue parole di non voler considerare la partecipazione a quegli eventi”.

Un percorso professionale durato più di cinque anni che Pg Esports ha voluto ricordare ringraziando Raspanti: “Comprendiamo che ci sia delusione da ambo i lati per non essere riusciti a trovare un accordo sostenibile per entrambe le parti, ci teniamo a ringraziare Lapo per i sei anni di lavoro eseguito sempre con passione, serietà e puntualità. È stato un piacere condividere con lui questo percorso personale e professionale e gli auguriamo il meglio nella sua carriera da influencer e caster.

Sostenibilità nel lungo termine

Il primo punto che Pg Esports ha voluto toccare è stata la sostenibilità del sistema, soprattutto in relazione agli eventi globali “esterni”, come la pandemia e la guerra tra Russia e Ucraina che, come già sottolineato nell’editoriale di oggi, hanno giocato un ruolo fondamentale, e purtroppo negativo, nell’apporto di sponsorizzazioni. “Uno degli obiettivi principali di PG Esports è quello di rimanere sostenibili a lungo termine navigando un momento storico complesso dal punto di vista del volume delle sponsorizzazioni, che sono una delle principali fonti di ricavo della nostra realtà”.

Il focus si sposta poi sullo stato attuale dell’esports che potrebbe essere definito in una fase di assestamento: “L’esport è ancora in evoluzione e attraversa una fase importante di cambiamento a livello globale, in cui le aziende che operano nel settore devono trovare il modo di stabilizzarsi per rimanere operative. Non è un caso che negli ultimi mesi del 2022, e in questo inizio 2023, tante realtà e progetti nel settore abbiano dovuto cessare le proprie operazioni”.

Il punto sul broadcast

Pg Esports ha poi toccato nello specifico il punto più importante che riguarda il broadcast, confermando come l’attuale modello di monetizzazione dei prodotti non autoprodotti sia difficilmente sostenibile: “Venendo al broadcast internazionale su licenza, l’attuale modello di business offre scarsa libertà di azione sulla commercializzazione di questi prodotti. Continuiamo ad investire per offrire contenuti importanti per la community come Lec, Msi o Worlds, ma dobbiamo effettuare delle scelte per cercare di rimanere sostenibili. Stiamo lavorando con tutte le parti coinvolte per modificare questo modello al fine di portare sempre più brand e risorse da reinvestire per la nostra audience.”

In questa ottica si inserisce la scelta operata a fine 2022 di non rinnovare la trasmissione dell’Lck, il campionato coreano tra i più seguiti al mondo, in italiano, così come quella di spostare il broadcast degli eventi internazionali dagli studi in remoto: “In questo ambito rientra la scelta di portare i broadcast di alcuni di questi prodotti da remoto: la qualità dell’informazione e del coverage rimane invariata, ma ci permette di investire le risorse in altro modo. Un esempio su tutti è Lec, il cui aumento di giorni di streaming ha richiesto un incremento delle risorse dedicate da parte di Pge, dal numero di caster sul progetto, ai tecnici in regia”.