Secondo il responsabile di Egames365 – Msp Italia, “l’attività esportiva, e la relativa promozione in senso stretto, non deve e non può essere animata da finalità lucrative”.
“Le sale Lan non possono essere considerate le bische clandestine del nuovo millennio”. Così Pietro Picardi, responsabile di Egames365 – Movimento sportivo popolare Italia, ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni tra i più attivi in ambito esports, è intervenuto sulla vicenda al fine di chiarire la posizione ufficiale del settore sport virtuali dell’ente in relazione all’attività delle sale Lan.
Il sequestro delle sale Lan disposto in questi giorni su iniziativa dell’Agenzia dogane e Monopoli, infatti, ha riacceso il dibattito sull’inquadramento fiscale e giuridico dell’attività videoludica in Italia e sull’ambiguo rapporto tra esports, intrattenimento e gambling. “Occorre inquadrare giuridicamente gli sport virtuali e le sale Lan”, spiega Picardi, “definendone il perimetro normativo per evitare ulteriori sanzioni e sequestri. Lo Sport Virtuale non è in alcun modo assimilabile al gambling – sostiene Picardi – l’attività esportiva non può essere svilita a gioco d’azzardo. Gli sport virtuali non devono essere assimilati neppure alle attività meramente commerciali di entertainment e amusement. È evidente, infatti, che soggetti di natura commerciale, in assenza di specifici accordi con publisher e produttori, non possano pretendere di noleggiare al pubblico console e videogiochi con licenza d’uso privata e, meno che mai, di promuovere tornei videoludici con premi in palio in deroga degli adempimenti previsti dal Dpr 430/2001 in materia di concorso a premi”.
Come si può, dunque, tirarsi fuori dall’empasse normativo garantendo alle sale lan la possibilità di svolgere serenamente la propria attività? “Gli sport virtuali sono sport a tutti gli effetti“, sostiene Picardi, “noi enti di promozione sportiva li consideriamo tali già da diversi anni nonostante, purtroppo, l’inserimento della disciplina nell’apposito registro Coni tardi ad arrivare, almeno per alcune categorie di essi. Non esiste altra soluzione concretamente percorribile per assicurare un degno futuro all’esport italiano, che non sia la strada del terzo settore e del riconoscimento ufficiale in ambito sportivo”.
Per Egames365 – Msp Italia, dunque, gli sport virtuali sono attività sportive da considerare alla stregua delle altre già iscritte al registro Coni, da supportare ed incoraggiare, in virtù dell’elevato ruolo sociale di educazione e di catalizzatore dei valori universali di aggregazione e integrazione. “Gli sport virtuali, se opportunamente inquadrati, regolamentati e vigilati nell’ambito specifico delle attività del terzo settore promosse dalle federazioni o dagli enti riconosciuti dal Coni, sono un veicolo di inclusione e partecipazione, nonché un irrinunciabile strumento di benessere psico-fisico e di prevenzione, soprattutto tra i giovani, rispetto ai fenomeni di auto-isolamento e utilizzo compulsivo dei videogiochi connessi alle dipendenze e alle ludopatie”.
“Le sale Lan”, prosegue Picardi, “vanno considerate, alla stregua delle palestre, come luoghi di utilità sociale idonei all’esercizio della pratica culturale – esportiva, promossa da Asd e Ssd regolarmente affiliate alle federazioni e agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni”. Con riferimento alle specifiche contestazioni descritte nell’esposto che ha indotto Adm a sanzionare alcuni operatori, Picardi sostiene che le Asd e le Ssd che esercitano regolarmente la propria attività presso le sale Lan, non violino le normative attualmente in vigore: “Ove la pratica dell’attività esportiva e culturale all’interno delle sale Lan sia inquadrata nell’ambito del terzo settore, per definizione scevro da qualsiasi finalità lucrativa e commerciale, non ha alcun senso contestare al soggetto promotore, sia esso un’Asd o una Ssd, le violazioni di cui si è discusso in questi giorni. Le Associazioni hanno, infatti, tutto il diritto di riscuotere dai soci e dai tesserati dell’ente una quota d’iscrizione intesa come corrispettivo specifico per la partecipazione alle attività istituzionali. Gli eventuali premi in palio, elargiti in favore dei tesserati che prendono parte all’attività videoludica, sono semplicemente compensi sportivi dilettantistici funzionali all’ampliamento della base partecipativa e al perseguimento delle finalità di aggregazione e di inclusione sociale specifiche del terzo settore”.
“I tornei esports con premi in palio” continua Picardi, “promossi e organizzati dalle Asd e Ssd presso qualsiasi location, incluse le sale Lan, sono civilisticamente esenti dagli obblighi previsti dal Dpr 430/2001 in materia di concorso a premi, in quanto trattasi di manifestazioni esportive/culturali ufficiali svolte sotto l’egida di un Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal Coni. La fruizione delle console di gioco e di videogiochi, la cui licenza d’uso prevede esclusivamente l’home entertainment, è del tutto lecita se l’utilizzo non è consentito indistintamente al pubblico ma riservato ai soci e ai tesserati che praticano l’attività esportiva allenandosi o gareggiando all’interno delle sale Lan”.
“L’errore di fondo commesso da molti titolari di sale Lan risiede nell’essersi ostinati a voler operare nel settore degli sport virtuali attraverso la creazione di soggetti giuridici di natura commerciale non idonei allo scopo, destinati ad essere inevitabilmente bersaglio di provvedimenti sanzionatori purtroppo legittimi, alla luce dell’attuale quadro normativo. L’attività esportiva, e la relativa promozione in senso stretto, non deve e non può essere animata da finalità lucrative, a differenza del gambling, dell’entertainment e dell’ amusement ma deve limitarsi a fungere, eventualmente, da volano per lo sviluppo di un ecosistema commerciale a latere (ristorazione, merchandising, sponsorizzazioni, servizi ecc..), così come avviene nell’ambito di qualsiasi altra disciplina sportiva. In questa ottica, Egames365 – Msp continuerà a favorire e promuovere la diffusione della sale Lan in Italia considerandole infrastrutture essenziali per le attività del terzo settore, nonché imprescindibilmente funzionali all’esercizio della sana pratica esportiva”, conclude Picardi, “fermo restando la necessità di creare al più presto un tavolo tecnico di confronto tra enti sportivi, soggetti istituzionali e publisher al fine di restituire serenità e fiducia a tutti gli operatori del settore”.