Pokémon GCC, iCaterpie: “Storia di un terzo posto internazionale”

Durante i campionati europei di Pokémon abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandro “iCaterpie” Cremascoli per parlare dello stato di salute dell’ecosistema competitivo del gioco di carte collezionabili dei Pokémon.

C’è fame di competere nel mondo del gioco di carte collezionabili dei Pokémon. Gli ultimi Campionati Internazionali Europei avevano un montepremi complessivo di 500mila dollari (diviso tra GCC, Scarlatto e Violetto, GO e Unite) e hanno attirato un pubblico record di 4500 allenatori. L’ultimo torneo internazionale organizzato da The Pokémon Company è stato il più grande e il più ricco della sua storia e non è un caso isolato: i prossimi campionati mondiali, infatti, avranno un montepremi di 2 milioni di dollari e si terranno a Honolulu, alle Hawaii. Tra gioco di carte collezionabili e videogiochi, l’Italia, dopo l’Inghilterra e gli Stati Uniti, era la terza nazione più rappresentata al torneo con 278 partecipanti; di questi 16 sono arrivati al secondo giorno nel TCG a dimostrazione della determinazione dei nostri giocatori e di quanto questo gioco di carte sia diffuso e amato.

Uno dei giocatori con più esperienza nel mondo del competitivo delle carte dei Pokémon è Alessandro “iCaterpie” Cremascoli, attivo da più di 20 anni e content creator dedito alla divulgazione della sua grande passione. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui proprio agli EUIC per farci raccontare non solo la sua esperienza, che si è conclusa in semifinale, ma anche dello stato di salute del sistema competitivo e del gioco di carte Pokémon alla luce dell’annuale rotazione delle espansioni e dell’iniezione di capitale da parte degli organizzatori.

Pokémon GCC, iCaterpie: "Storia di un terzo posto internazionale"

Come è andato il torneo?

“Guarda, c’è tanto rammarico per la sconfitta perché io e il mazzo potevamo farcela ma sono davvero molto appagato dal livello degli avversari che ho incontrato e dalla qualità delle partite che ho giocato. Arrivare in semifinale a un torneo così grosso affrontando e battendo gente davvero capace (ha battuto persino Tord Reklev che poi ha portato a casa il titolo di campione europeo ndr) è stata una bella soddisfazione.

È stato tanto divertente quanto stancante. Gioco da talmente tanto che ho sempre bisogno di uno stimolo che mi tenga concentrato e appagato: dopo 22 anni non sono più un ragazzino. Giocare questo tipo di mazzo (Pidgeot control) e avendo a che fare con chi lo capisce e sa giocarci contro è bello, e vedere la sorpresa dei miei avversari alle mie mosse e contromosse mi ha dato molte soddisfazioni. Poi ho anche portato a casa la qualificazione al mondiale con tanto di viaggio pagato, il che è sempre un buon traguardo”.

Che mazzo hai portato? E che meta hai incontrato?

“Questo EUIC è stato il primo torneo con un metagema nuovo visto che c’è appena stata la rotazione che ha rimosso le 4 espansioni più vecchie. Non c’erano più né Mew né Gardevoir, i due mazzi che sono arrivati primo e secondo ai mondiali di Yokohama, ma ne sono arrivati di nuovi: uno dedicato ai Pokémon Tempo Passato (che ha vinto la categoria Senior ndr) e uno a quelli del Tempo Futuro.

Io ho portato un mazzo Pidgeot control che moltissime altre persone hanno usato: 180 giocatori su 2600 (i concorrenti totali del gioco di carte ndr), poi, hanno usato proprio la mia lista. Io ho creato questo mazzo 6 mesi fa e ora sta spopolando anche perché non solo l’ho promosso tanto ma ho fatto da coach a 50 persone. Inizio a sentire il peso degli anni e giocare un mazzo come questo è stato pesante perché non puoi fare errori. Sono molto orgoglioso del mio lavoro in questo senso: era un deck difficile, eppure sono riuscito a raggiungere il mio miglior risultato di sempre a un internazionale.

Ho incontrato soprattutto Charizard, Lugia, Chien Pao e qualche versione modificata di Lost Box. La principale condizione di vittoria nel gioco di carte dei Pokémon è prendere le carte premio sconfiggendo i Pokémon nemici; il mio mazzo, invece, punta a fare finire le risorse avversarie e macinargli tutte le carte. Arrivare a questa situazione non è semplice perché ci sono deck con una quantità infinita di risorse. La soddisfazione, però, viene dal lavoro di previsione delle mosse avversarie e dall’adattarsi di conseguenza”.

Come si sono evoluti i tornei di Pokémon in questi anni?

“22 anni fa i tornei erano gratis e il montepremi erano soltanto bustine. Nella stagione 2017 hanno avviato il circuito internazionale con tornei a pagamento e soldi in palio (in Italia e Spagna, a causa delle leggi sul gioco d’azzardo è ancora impossibile assegnare premi in denaro ai giocatori ndr). I primi tornei costavano 20 euro, potevi vincerne al massimo 1000 ed eravamo in 300. Ora il torneo costa 70 euro, è un evento enorme e i premi sono belli grossi, con il primo posto della sezione cardgame che fa guadagnare 25mila dollari. Tutto questo, però, non è ancora sufficiente secondo me. Andare a premiare 64 persone in un torneo di 4000 è ancora troppo poco”.

Credi ci sia un rischio concreto che l’aumento del montepremi porti più giocatori interessati solo ai soldi?

“Il sistema non è perfetto, il gioco non è semplice e anche i migliori fanno fatica a essere costanti ma è difficile che qualcuno giochi solo per i soldi. Investi tempo e denaro in questo ambiente perché ti piace il gioco e ti piace l’IP, e so per certo che la stragrande maggioranza di chi compete lo fa per passione. I soldi, però, hanno attirato giocatori di Yu-Gi-Oh! e Magic perché i premi sono decisamente migliori e le carte costano poco, trovare anche una community sana e accogliente penso sia un interessante bonus. Il mio mazzo nella versione più economica costa 40 euro e con lui ne ho vinti 10mila. L’unico motivo che mi fa restare così attivo in questo gioco è la community: se qualcuno entra in questo mondo so che troverà un ambiente sano.

Io incoraggio le persone che mi seguono e a cui insegno il gioco a interagire con gli avversari, a creare connessioni, a incontrarsi ancora e ancora, a chiacchierare, e a creare legami duraturi. Io conosco giocatori da 15 anni e alcuni di loro sono pure invitati al mio matrimonio il prossimo agosto. Il coronamento di questo discorso sarà l’apertura del mio negozio, con 180 posti a sedere, per fare incontrare la gente. Sarà a Cinisello e quando ho deciso di aprirlo ho pensato a mio figlio: Per quando crescerà vorrei trovasse un luogo sicuro e familiare dove poter praticare la sua passione e condividerla con altri”.

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