Prendete i Pokemon, una delle industrie più prolifiche degli ultimi vent’anni tra cartoni animati, gadget, oggettistica, film, gioco di carte collezionabili e infiniti videogiochi per Nintendo e non solo. Aggiungete Tencent, l’azienda cinese proprietaria di Riot Games (nonché di PUBG, di una parte di Blizzard Entertainment, di Epic Games e molto altro), casa produttrice di uno degli esports più famosi e seguiti al mondo: League of Legends. Cosa potrebbe uscirne fuori? Ovviamente un nuovo videogioco sui Pokemon di genere MOBA. Ah, dimenticavamo: per mobile.
Dopo una settimana intensa in cui i fan che attendevano con ansia quale fosse il “nuovo titolo” preannunciato dalla Pokemon Company, l’azienda ha rivelato la propria partnership con Tencent Games, resa pubblica già a luglio 2019, presentando Pokemon Unite, il primo titolo MOBA con protagonisti i Pokemon. Nel dettaglio, seppur non siano ancora molti, si tratta di un free-to-start (e non di un free-to-play, il che pone domande su quali siano realmente le modalità di accesso) che mira a portare un taglio più strategico e collaborativo al franchise Pokemon. Si giocherà infatti in cinque contro cinque come nei più classici titoli MOBA con i giocatori che dovranno collaborare tra loro per catturare Pokemon e farli evolvere. L’obiettivo è ovviamente sconfiggere i propri avversari in una mappa ben definita, la Battle Arena, organizzata in modo orizzontale da sinistra a destra e viceversa.
Tsunekazu Ishihara, Presidente e CEO della The Pokemon Company, ha rivelato che il concetto dietro Pokemon Unite è di “creare un gioco a cui chiunque può approcciarsi divertendosi fin da subito.” Non solo: sembra dalle prime indiscrezioni che il gioco potrebbe avere anche una controparte competitiva, spingendo quindi i giocatori a migliorare sempre più per diventare i campioni. Pochi dettagli rivelati finora, dicevamo, ma il gioco sembra che mostrerà una significativa profondità di strategia: alcune mosse permetteranno di eliminare più avversari, sarà necessario raggrupparsi contro determinati Pokemon e sarà possibile assicurarsi doppi punti nei due minuti finali. Tutti elementi che ogni “allenatore” dovrà prendere in considerazione.
Al momento tuttavia l’entusiasmo per l’attesa dell’annuncio è scemato trasformandosi piuttosto in un assalto mediatico contro la Pokemon Company tramite la premier di presentazione del nuovo gioco. Il video ha raggiunto i 130.000 “Non mi piace”, quasi il doppio dei “Mi piace”, circa il 5,5% delle visualizzazioni totali (attualmente sopra quota 2,3 milioni), numero che nelle prime ore era vicino al 10%. Non fa eccezione il video trailer del videogioco: ha superato i 20.000 “Non mi piace”, allo stato attuale 2.000 in più dei “Mi Piace”.
La Pokemon Company non è certo nuova a queste accoglienze negative o a determinate pressioni del pubblico, rimanendo pur sempre il franchise di maggior successo. Tuttavia affermare che in questo caso non sia andata bene significa sottostimare la situazione, non avere la percezione di quanto sia realmente accaduto. Anche in altre occasioni, come nel caso del lancio di Pokemon Sword and Shield, o al rilascio sul mercato di Nintendo Switch, i fan del franchise avevano cercato di boicottare l’azienda ma senza aver mai avuto reale successo. Addirittura Sword and Shield, da noi Spada e Scudo, è diventato un successo commerciale e non è detto che lo stesso futuro non possa avere Pokemon Unite: ma al momento il pubblico, almeno quello occidentale, non sembra pensarla allo stesso modo.
D’altronde Unite potrebbe essere un gioco pensato più per il mercato orientale, e in particolare quello cinese, che per l’utenza occidentale. A Pechino e dintorni i MOBA sono il genere più diffuso e giocato, soprattutto su mobile: titoli come Mobile Legends o Honor of Kings (da noi conosciuto come Arena of Valor) sono solo alcuni dei MOBA più presenti sui dispositivi mobile cinesi. Così come probabilmente lo sarà anche League of Legends Wild Rift, non semplicemente League of Legends mutuato su mobile ma quasi rifatto da zero per creare un nuovo gioco facilmente fruibile su smartphone e tablet. Ma cos’è che non ha convinto il pubblico occidentale di Pokemon Unite?
A quanto pare a colpire nel cuore degli appassionati di Pokemon non è stato il gioco in sé quanto un’aspettativa diversa e delusa. Secondo Gianluca “Ghosty” Grassi, giocatore competitivo di Pokemon VGC (la versione digitale) e partecipante al mondiale 2019 a Washington, nonché esperto della scena esports, rispondendo alle nostre domande pone l’attenzione proprio su questo aspetto:
“La community aspettava altri giochi della serie principale (i titoli Let’s Go di seconda generazione o i remake di quarta generazione), mentre si son ritrovati un mondo totalmente diverso ed estraneo al classico fan dei Pokémon: quello dei MOBA. La mia idea a riguardo è che il gioco non abbia come target di riferimento la community occidentale mentre, considerando che c’è dietro Tencent in prima persona, è destinato a sbancare in Cina.”
Un altro aspetto, secondo Grassi, sono le grandi aspettative tradite: “Per questo annuncio è stata fatta dall’azienda una promozione enorme, a posteriori secondo molti ingiustificata per il titolo poi presentato. Per fare un esempio pratico la settimana scorsa la Pokemon Company ha fatto un’altra presentazione in cui si parlava dei nuovi DLC, inserendo dei titoli secondari tra cui: un puzzle game stile Candy Crush e un’app con la quale è possibile giocare a Pokémon mentre ci si lava i denti. Nessuno ha avuto una reazione negativa a queste novità perché erano il contorno ad un piatto principale, il DLC di Pokémon. In questo caso, Pokémon Unite è stato il piatto unico della presentazione di ieri, deludendo le enormi aspettative create dall’azienda stessa.”
In definitiva la community di Pokemon potrebbe anche aver preso un enorme granchio: perché Unite non è necessariamente pensato per gli aficionados o gli appassionati di vecchia data ma anche e soprattutto per nuovi utenti, magari provenienti dal genere MOBA o da altri titoli mobile. Un potenziale enorme di giocatori con la quale Pokemon potrebbe ritagliarsi uno spazio importante anche in un mercato diverso da quello a cui il franchise storicamente appartiene.