L’ONG brasiliana AfroReggae ha lanciato un progetto per supportare i giovani talenti degli esports. Il suo team, AFG esports, è formato da ragazzi e ragazze provenienti dalla favela di Vigario Geral.
Evadere da degrado e miseria grazie ai videogiochi. Se un tempo nelle favelas brasiliane a far sognare era il calcio, ora sono gli esports ad aprire nuovi orizzonti. Lo racconta il quotidiano francese Ouest France con un lungo e interessante reportage dalla favela di Vigario Geral, a Rio de Janeiro. È qui che, nel 2019, l’ONG brasiliana AfroReggae ha lanciato AfroGames, un programma volto supportare i giovani talenti degli esports.
Proprio nella sede dell’ONG, che si trova all’interno della favela, i giovani videogiocatori dispongono delle più moderne attrezzature per allenarsi e produrre i loro video, tutti sponsorizzati da grandi marchi. Ma non solo: per loro c’è anche un intero staff di allenatori, psicologi e preparatori fisici, proprio come nelle società sportive di alto livello. Infatti AfroGames ha creato una vera e propria squadra, l’AFG esports, che compete nei tornei di League of Legends.
L’AFG esports è formata da sei giocatori, cinque maschi e una femmina. Tutti ricevono una borsa di studio mensile di 1.100 reais, l’equivalente del salario minimo in Brasile. Gli allenamenti si svolgono dal lunedì al venerdì e includono anche lezioni di lingua inglese.
Tra i fondatori del progetto AfroGames c’è un ex produttore musicale, Ricardo Chantilly. È stato lui a convincere i dirigenti di AfroReggae a scommettere sugli esports. All’inizio volevano che li aiutasse a metter su un programma musicale, ma Chantilly aveva capito che l’idea era superata: se prima i ragazzi si riunivano per suonare in una rock band, ora preferiscono fondare una squadra esports.
Quando ha mostrato ai dirigenti dell’ONG le immagini delle competizioni internazionali di esports, la prima cosa che è saltata all’occhio è stata l’assenza di giocatori o spettatori di colore. Per questo motivo AfroReggae ha deciso di fondare una squadra che potesse rappresentarli: l’AFG esports.
Adesso che il progetto è diventato una realtà di grosse dimensioni, i membri dell’ONG si sono posti un nuovo obiettivo: aprire un centro a Cantagalo, con una sala per le competizioni che ospiterà il primo torneo tra squadre provenienti dalle favelas. Dopo tutto, come ha dichiarato Chantilly al quotidiano Ouest France, «i videogiochi sono il nuovo rock».