Riot Games ha annunciato il lancio di un organo indipendente che faccia da arbitrato nelle dispute tra giocatori e squadre.
In occasione della finale dei Worlds 2024, poco prima che T1 e Bilibili scendessero sulla Landa il 2 novembre, nella stessa Londra a pochi passi dall O2 Arena è stata presentata ai media in anteprima una nuova pietra miliare che va a consolidare ancora di più l’esports di League of Legends e Valorant. Si tratta del Dispute Resolution for Riot Games’ Esports, un arbitrato indipendente da Riot Games che avrà il compito di intervenire e prendere decisioni sulle dispute tra squadre e tra giocatori o coach all’interno della scena competitiva di Lol.
Come la Fifa e la Fiba
L’idea di un arbitrato indipendente che miri a risolvere le dispute contrattuali tra gli attori di una disciplina sportiva non è certo una novità. Se ne è parlato recentemente nel caso di Jannik Sinner, il tennista numero uno al mondo investigato dopo che erano stati riscontrate tracce di Clostebol in due esami consecutivi del sangue, e poi assolto dall’Itia. L’Itia, International Tennis Integrity Agency, è infatti un’organizzazione responsabile per la salvaguardia dell’integrità del tennis professionistico, non solo lato doping. Si tratta di un organo supervisionato dalla federazione internazionale del tennis ma totalmente indipendente da esso e prende le decisioni in totale autonomia.
Organi simili li troviamo anche nel calcio con il Football Tribunal istituito recentemente dalla Fifa e nel basket con il Basket Arbitral Tribunal, entrambi organi preposti a esaminare e risolvere eventuali controversie tra i giocatori e le squadre, o tra le squadre stesse, in modo indipendente e autonomo dalla federazione sportiva di riferimento. Allo stesso modo la Dispute Resolution di Riot Games, per il momento introdotta solo per la regione Emea, avrà la possibilità di intervenire sugli stessi temi sia nelle leghe professionistiche che in quelle semi-professionstiche della regione competitiva. Sarà a disposizione di giocatori, coach e squadre sia per League of Legends che Valorant per consolidare ancora di più il sistema professionistico che il publisher sta costruendo in questi anni.
Decisioni eque e giuste
Per assicurarsi che le decisioni prese saranno il più eque e giuste possibili, Riot Games ha deciso di affidarsi a uno studio legale, il Martens, al cui interno si trovano anche professionalità che hanno lavorato nello stesso ambito, ad esempio, proprio nella Fifa. Lo studio legale Martens sarà responsabile dell’amministrazione della Dispute Resolution e della selezione dei giudici che dovranno esaminare i vari casi di volta in volta, prendendo decisioni indipendenti da Riot Games. “Siamo impegnati a mantenere ecosistemi di esports sani e professionali e questa iniziativa è un altro passo verso il miglioramento di ciò che offriamo ai nostri partner che ci aiutano a costruire un futuro brillante per gli esports”, ha dichiarato Whalen Rozelle, Chief Operating Officer, Esports di Riot Games. “Questa iniziativa servirà meglio i nostri giocatori, allenatori e squadre in tutta l’area EMEA, fornendo loro l’accesso al supporto legale qualora ne avessero bisogno”.
Questo tipo di iniziativa rientra nella continua evoluzione dell’esports di Riot Games verso uno sport, cercando di mantenere la sua natura peculiare di videogioco competitivo ma andando contestualmente a dotarsi di strumenti utili già presenti delle discipline sportive tradizionali. Già da oggi giocatori, allenatori e squadre possono accedere al Dispute Resolution for Riot Games’ Esports in EMEA per una serie di problemi che stanno vivendo, compresi quelli relativi a stipendi non pagati, bonus, premi in denaro e controversie sui trasferimenti, che siano nelle massime serie o nelle varie leghe locali. “Gli Esports continuano ad evolversi e crediamo che mantenere la stabilità e l’integrità contrattuale stia diventando sempre più importante”, ha dichiarato Valérie Horyna, EMEA Esports Rules & Compliance Manager di Riot Games. “Risolvere le controversie contrattuali è stato storicamente molto complesso, soprattutto in EMEA, che ha processi legali diversi in molti paesi. Stiamo cercando di contribuire a risolvere questi problemi, fornendo una piattaforma di facile accesso per i nostri stakeholder”.